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Posts written by IsyGatto

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    Eppoi dopo la diretta e la prima, in HF ci fu la corsa alle conversioni... :"Apparato di notevole fattura dotato di stadio ricevente in quadrupla..." ecc ecc
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    Ci ha lasciati Charlie Watts, il leggendario batterista degli Stones.
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    Un racconto breve ma davvero intenso, quasi magico. Grazie Federico
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    Diciamo bene,grazie
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    CITAZIONE (tunedguy57 @ 25/6/2020, 18:26) 
    Però la Roma l'affondarono i tedeschi con la Fritz-x.
    :wacko:

    Sulla Roma era installato il radar EC3 "Gufo".
    Un progetto piuttosto valido, completamente italiano.
    Questi Radar (EC2 e EC3) vennero sviluppati a partire dalla fine anni 30, ma la solita stronzaggine dei ministeri italiani fece si che non ne venisse accelerata la costruzione su larga scala.
    Intorno al 1934 i primi radar italiani erano già una realtà, sebbene solo a livello di prototipo.
    Non venne in alcun modo compresa l'importanza del radar fino alla notte di Capo Matapan.
    Poi si cercò in tutta fretta di metterci una pezza, ma con tutte le difficoltà immaginabili, ovviamente.

    Hai ragione: mi sono confuso:
    in effetti sì, la "Roma" fu affondata dopo l'armistizio per mano di Goering, con un bombardamento "speciale" della Luftwaffe. In ogni caso la sostanza del discorso non cambia.
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    A parer mio, almeno per quanto riguarda l'industria elettronica nazionale, gran parte di queste scelte di mercato furono motivate dalla tendenza sociale e politica dell'epoca che prediligeva l'utilizzo dell'Italiano anche per terminologie tecniche, invece di ripiegare su traduzioni e sistemi di misura stranieri. Basti pensare che sulla più avanzata nave militare Italiana di allora, la corazzata "Roma", poi affondata dagli angloamericani, era stato installato il primo "Radiogoniometro D.E.T.E." in dotazione alla Regia Marina Militare.
    In sostanza, il radar.
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    CITAZIONE (Libra - @ 2/1/2020, 22:49) 
    Grazie Isy

    Sono onorato di esserti stato utile. Buon Anno, Matteo
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    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Intermodulazione
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    M'immagino la situazione: un doppia piastra collegato direttamente alla presa micro d'un vecchio"751A",antenna multibanda GP piccola e bassa, mimetizzata tra i palazzi, l'insonne nostalgico operatore che, nonostante tutte le raccomandazioni del medico, ancora fuma come un turco.
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    Senza contare poi l'obsolescenza dei supporti...
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    Le ultime righe lette con la difficoltà dei lacrimoni ma ne è valsa la pena: ringrazio commossamente
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    Sì è vero mi sono dimenticato: N.Lilin. Straordinario comunque tutto il genere noir. Sempre intenso e coinvolgente
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    "Stamattina ho preso la metro, cosa che faccio spesso perché a Milano è un mezzo utile ed efficace. Alla Stazione Centrale sono saliti uomo e donna che seguivano una giovane ragazza straniera che trascinava tre valigie e aveva una borsa a tracolla. Quando il treno è partito l'uomo ha spinto la ragazza, fingendo di non averlo fatto apposta, mentre la donna ha sfruttato il momento e abilmente tirato dalla borsa della ragazza il portafoglio. Tutto è accaduto di fronte a tanta gente che non ha capito cosa era successo, oppure non ha voluto capire.
    Ho bloccato la donna, chiedendo di restituire il portafoglio rubato, in tutta la risposta ho ricevuto una valanga di insulti in un pessimo italiano inaspriti con una serie di frasi estrapolate da una lingua a me ignota. Ho strappato il portafoglio della ragazza dalla mano della donna (che cercava nasconderlo in una tasca interna della sua lunga gonna). In quel momento è intervenuto l'uomo, bloccandomi il braccio con il portafoglio. Ho allontanato l'elemento con tre sonori e generosi schiaffi arrivati a lui dritto in faccia, così che dopo il terzo lui ha perso l'equilibrio e si è sbattuto contro la porta. Alla fermata Gioia ho buttato a calci quei due dal treno, accompagnando la faccenda da qualche parolaccia in russo, per non offendere la sensibilità di altri passeggeri.
    Nessuno dei presenti è intervenuto per difendere la ragazza e affrontare quei schifosi ladri. Eppure penso che a nessuno piace essere derubato. Solo una signora ucraina seduta poco lontano mi ha detto con un certo sollievo ed approvazione: "Finalmente le hanno prese!". Probabilmente viaggiando spesso su quella linea di metro conosceva bene quei due.
    Mentre la ragazza straniera mi ringraziava in un inglese appesantito dalle rigide cadenze nordiche, con mani tremanti sistemando la borsa e controllando le valigie, ancora scioccata dal "benvenuto" che ha ricevuto dalla nostra splendida Milano, dietro alla schiena ho sentito il commento della giornata: "Fascista!". Non ero sicuro se era diretto a me. Mi sono girato e ho notato un uomo sulla quarantina che si atteggiava a ragazzo giovane, con gli occhi annebbiati probabilmente per via di qualche vizio, vestito come alcune star musicali moderne, quelle che spendono un mare di soldi per apparire disagiate.
    "Mi scusi?" - ho chiesto io incredulo.
    "Potevi anche fare a meno di picchiare quel poveraccio, fascio!" - mi ha risposto lui convinto, con un tono irritato.
    "Se tu sai come si affrontano i ladri nei mezzi pubblici in maniera corretta, perché allora non sei intervenuto tu?"
    "Sono anarchico, per me ognuno sopravvive come vuole."
    Ho sorriso, perché per la prima volta in tanto tempo mi era venuta una sana voglia di spaccare la faccia a qualcuno. Quel sentimento stupido, animalesco, rozzo che spesso accompagna i figli delle periferie che per la mancanza di occupazione si dedicano alle lotte per il territorio che hanno qualcosa di ancestrale, tribale, primitivo. Ho sentito sprigionare nel sangue cosi tanta adrenalina da poter saltare, col sorriso sulle labbra, addosso all'uomo più grosso, piu cattivo e anche più ben armato. Credevo che quel sentimento fosse rimasto sepolto nel mio passato per sempre, che diventando uomo, marito, padre i miei sensi del dovere lo avessero cancellato per sempre. Invece niente da fare, eccolo qui, serpeggia nelle vene, vuole liberarsi. Si sente come i pugni si stringono tanto da far male alla pelle tirata sulle ossa.
    Ho fatto un profondo respiro. Ho guardato il mio interlocutore con compassione, come mi insegnava a fare mio nonno quando dovevo affrontare persone che mi giudicano.
    "Se ti definisci "anarchico", allora dovresti conoscere un tale Nestor Mahno, quello che aveva fondato la prima repubblica anarchica in una regione dell'Ucraina, quello che ha dato la terra ai contadini prima di quando i bolscevichi crearono il loro famoso motto "terra ai contadini", quello che ha costretto i grandi imprenditori ad abbassare l'orario di lavoro ai lavoratori, contemporaneamente alzando di cinque volte il loro stipendio da poveracci, quello che ha fondato gli asili e le scuole gratuite con le mense gratuite per i bambini dei contadini e dei lavoratori. Quello che ha cercato di cambiare in meglio la societa nella quale era nato e cresciuto. Hai mai sentito parlare di lui?"
    Un segno negativo, la testa leggermente scossa e l'espressione che urlava "non mi importa di quello che dici, tanto la ragione ce l'ho io, la tengo qui, in tasca, incastrata tra tutta questa erba."
    "Quando qualcuno dei suoi soldati rubava qualcosa ad una singola persona, lo fucilavano immediatamente. Lo facevano perché il senso dell'anarchia è costruire un sistema sociale privo di governo centrale, ma non privo di regole."
    Il mio interlocutore non ha fornito alcuna risposta, perché alla fine del mio discorso siamo arrivati alla Stazione Garibaldi e lui è saltato dal treno, svanendo nel fiume di persone. Io ho accompagnato con lo sguardo la sua testa ricca di capelli disordinati e sporchi, pensando che noi viviamo nel tempo di enormi, gigantesche distrazioni che, probabilmente, generano una superficialità mai vista prima. Così uno che si espone per difendere una fanciulla dai ladri diventa un fascista, mentre colui che lo giudica è un anarchico.
    Probabilmente quando Alice è tornata dal Paese delle Meraviglie ha scordato di chiudere la porta."

    Edited by IsyGatto - 25/10/2018, 03:25
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    Il problema da te esposto mi ritorna in mente come un dejavu. Potrò sbagliare ma temo che le mancate prestazioni siano proprio da imputare al fatto che la macchina si setta in automatico senza permettere regolazioni manuali: questo significa che nastri con caratteristiche non compatibili con le tarature di fabbrica risultano penalizzati a tal punto che per riacquistare un pò di dinamica bisogna escludere il compressore.
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    Qui di solito gli operatori ecologici li vedi solo durante la campagna elettorale e infatti anche alle ultime politiche ho avuto la rara fortuna di vederne uno con una ramazza (di plastica) con cui sfregava con una tale energica lena la strada che ad un certo punto ho temuto addirittura si portasse via anche l'asfalto: episodio davvero impressionante. Eppoi invece, dopo il 4 marzo il nulla più assoluto: tutti scomparsi all'istante manco fossero stati ufo. Oggi la situazione di degrado ambientale in cui versa la capitale è sotto gli occhi di tutti: cassonetti inavvicinabili, la ramazza non si vede,i macchinari di pulizia stradale nemmeno, la raccolta quando va bene una volta la settimana. Chi abita ai primi piani perderà il panorama ma in compenso l'olezzo è assicurato... Scusate l'ot.
427 replies since 4/3/2014
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