Equilibrio tonale

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    Spesso erroneamente chiamato equilibrio timbrico, possiamo considerarlo come il grande bancone di una cucina su cui si preparano i tortellini o la pasta per i dolci. Lui rimane sempre lì: sono le cose che si preparano che cambiano. Le musiche e i vari generi cui questa appartiene sono le specialità che sul "bancone" dell' equilibrio tonale vengono riprodotte.
    Il bancone può essere la sala di un auditorium oppure il sistema di riproduzione di casa nel suo complesso.
    Ogni sala ha una sua peculiare acustica ambiente e ogni sistema di riproduzione non è da meno. Ovviamente non disgiunto dall'ambiente di casa.
    Come un vero tecnico di acustica ambientale sa, lo sforzo per rendere un auditorium "buono" ad accogliere gli eventi musicali, non è uno sforzo da poco. Questo perchè come si sa, non basta che sia "afono" ovvero "sordo" come dicono spesso i musicisti. Basterebbe rivestirlo con strati progressivi di assorbente acustico e il gioco sarebbe fatto.
    Come una chitarra non può permettersi il lusso di essere "acusticamente inerte" (il materiale di cui è fatta e il modo con cui è costruita influiscono in modo decisivo sulla sua qualità), ugualmente un auditorium o l'ambiente domestico non possono permettersi il lusso di essere assimilabili ad una camera anecoica quanto a tempi di decadimento e assorbenza dei fenomeni sonori che la interessano.
    Nel caso reale, l'ambiente domestico risulta in modo abbastanza naturale un discreto mix di fattori positivi e la riproduzione sonora ne trae gran giovamento.
    La presenza di elementi diffondenti quali sedie, tavoli, oggetti vari, quadri, unitamente a quella di elementi tendenzialmente assorbenti quali tende, poltrone, divani, tappeti, fa si che l'acustica dei nostri "auditorium personali" non sia gravata di problemi soverchi.
    Purtroppo un fattore difficilmente variabile è costituito dalla forma e dalle proporzioni. Una stanza quadrata suonerà sempre peggio di una rettangolare, a meno che sia molto molto grande, e l'ascolto abbastanza ravvicinato.
    Questo per l'inevitabile formarsi di onde stazionarie. che hanno la simpatica abitudine di interferire col segnale sonoro.
    Detto questo, rimane nel piatto la questione dell'equilibrio tonale del sistema di riproduzione.
    La prima cosa che balza in mente è che: variando l'acustica di ambiente da locale a locale, è impossibile che la resa sonora (a parità di impianto stereo) possa rimanere simile a se stessa.
    E infatti c'è gente che spende milionazzi per cambiare pezzi di impianto, alla ricerca del "meglio". Un meglio che per arrivare spesso ci mette decenni!
    Se si potessero evitare gli acquisti prima di effettuare prove di resa acustica a casa propria, sarebbe davvero una pacchia.
    La seconda considerazione che balza in mente è che: " appare assurdo scambiarsi consigli su questo o quel pezzo, dal momento che i nostri ambienti sono tutti diversi.
    Tutto ciò è tristemente vero.
    Dobbiamo accontentarci di andare a tentoni. Ma a camminare nel buio aiuta sempre avere una torcetta in mano, con cui avere un idea di massima sulla direzione verso cui si sta andando.
    La "torcetta" sono gli articoli tecnici e di acustica e i consigli su "come ascoltare" e "cosa ascoltare" per renderci il cimento più leggero.
    L'argomento è stato più volte toccato e non ci ripeteremo qui.
    Dopo questa lunga premessa mi preme parlare dell'equilibrio tonale, quello percepito, e non quello misurato da fonometri o analizzatori di spettro (in quel caso si chiama più semplicemente "risposta in frequenza").

    La "cosa" in questione presenta caratteri contrastanti, nel senso che senza termini di riferimento diretti, non è facile azzeccare un buon equilibrio tonale, ma per introdurre le variazioni non occorre andare con la mano pesante, anzi...deve essere leggera, a volte leggerissima.
    Assunto che un ambiente ha una sua acustica peculiare nel dominio della frequenza e del tempo, cosa deve fare la catena di riproduzione per ottenere un bilanciamento tonale ottimale?
    Essere massimamente lineare? O adeguarsi in senso complementare alle inevitabili e macroscopiche manchevolezze dell'ambiente?

    Forse ambedue.
    Lasciando ai diffusori il grosso del lavoro, visto che devono inserirsi in ambiente in luoghi precisi, dove non si esaltino i problemi ma al contrario vengano minimizzati, la problematica volge il timone verso le elettroniche che andranno a pilotare i diffusori.
    Tutto ciò vale se si parla di diffusori acquistati nuovi e non autocostruiti per adattarsi all'ambiente specifico.
    Quest'ultima soluzione rimane tra quelle realmente principesche, capace di ottenere risultati straordinari. Purtroppo però è limitata da due fattori principali: la scarsa possibilità di trovare trasduttori eccelsi ( e dai prezzi ovviam) e la capacità di progettare e tarare un sistema completo di trasduttori e crossover, sia questo passivo che attivo.

    Diamo per assodato che abbiamo già trovato le casse giuste e abbiamo anche trovato la loro disposizione in ambiente ottimale....cosa resta da fare?
    Ovvio: trovare l'amplificazione giusta.

    -continua_

    Edited by tunedguy57 - 25/4/2024, 12:21
     
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    Non si ferma qui eh!
    Presto continua...
     
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    Non vorrai lasciarci troppo in attesa.....
     
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    Sembra banale come problematica ma la scelta della giusta amplificazione e' cosa realmente ardua.
    Un tempo la questione si risolveva tenendo come parametro guida la sensibilita' dei diffusori e la potenza dell' amplificazione.
    Bei tempi. Tutto era piu' facile.
    Ma quanto male si poteva ascoltare!
    Passare da un ampli da 30 watt a uno da 60 nei lontani anni 60-70 appariva come un sicuro miglioramento.
    Un ampli vale l' altro...
    Si diceva......
    E invece oggi sappiamo che sono tutti diversi.
    Sono diversi in assoluto ma soprattutto in relazione ai diffusori.
    Quando ci si porta a casa un ampli dalla ottima reputazione solitamente si prova una gradevole (ma effimera) sensazione di aver portato a termine una conquista.
    Aver salito una rampa di scale verso l'optimum.
    Quasi mai e' cosi!
    Amplificazioni neutrali e muscolose ( quelle che costano) non riescono a darci pieno appagamento che nei primi giorni.
    Poi pian piano arrivano i dubbi, i punti deboli...
    Secondo me la verita' e' che bisogna lavorarci sopra e cercare equilibri estremam critici.
    "Sarebbe perfetto se solo fosse meno pungente sui medioacuti"
    "Sarebbe perfetto se solo fosse piu dotato di immagine sonora"
    Profondita', larghezza, contrasto dinamico, velocita'....
    Senza contare che molti ampli suonano accettabilm a volumi medi ma ai bassi e alti si....squilibrano.
    Sono un sacco di fattori reali dietro queste sensazioni provate.
    Distorsione di incrocio ( maledettam udibile) cali di tensione di alimentazione sotto carico, apparente lentezza nel seguire gli sbalzi dinamici.
    Cose che l utente non ha di norma le capacita tecniche per gestirle a dovere.
    Ma lavorando sugli equilibri tonali si possono ottenere buoni risultati.
    E' in fondo il motivo per cui i cavi negli ultimi vent anni sono stati promossi a "equalizzatori leciti", laddove gli illeciti sono diventati i poveri vecchi equalizzatori grafici, mandati in soffitta senza tanti complimenti.
    Ma anche trovando il cavo giusto quasi sempre rimane la perplessita'.
    E quindi?
    Quindi la strada per evitare di andare avanti alla cieca e' quella di intervenire sulla componentistica passiva con pochi oculati ritocchi.
    Non sto parlando di re-capping totali: Dio ce ne scampi!
    Quasi sempre il suono cambia talmente tanto che arriva a disgustarci.
    Avete notato quante inserzioni del tipo "Vendo ampli tizio, gran suono, completamente ricappato da poco"
    Questi venditori spessissimo confidavano di ottenere l optimum con un operazione a tappeto.
    Poi, delusi se ne sbarazzano.
    Sono proprio tante le vittime del recapping.
    Come tante cinquantenni dal viso reso strambo dalle iniezioni sottocutanee di Botulino, o gli inserti labiali al silicone.
    -continua-
     
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    Continuo questo thread con una affermazione "rischiosa".
    Ovvero che offre il fianco a critiche quando non deliberata derisione.
    "Nessun amplificatore e' completamente cattivo".
    Cio' che equivale a dire che tutti hanno qualcosa di buono.
    Fin qui niente scandalo. Non e' infrequente trovarsi di fronte a prodotti dotati di poderosa alimentazione ma resa deludente.
    Oppure il contrario....
    Beh...dove voglio andare a parare?
    Nella direzione della valorizzazione di cio' che si possiede.
    Nello studiarne la struttura circuitale, se in possesso di sufficiente competenza, o quanto meno operare una ricerca di "punti sensibili" per poter intervenire in termini migliorativi.
    Avete idea di quanto possa cambiare un suono al solo sostituire un condensatore di ingresso?
    O anche uno interstadio?
    Devo precisare ora che mi sto rivolgendo agli amplificatori integrati, ovvero quelli piu diffusi.
    Naturalm il discorso vale anche per i pre-finali....ma le cose si complicano per la variabile costituita dal cavo di connessione.
    Ebbene, sfruttando le peculiari differenze sonore dei vari condensatori si puo' facilmente gestire gli equilibri tonali.
    Questi hanno effetto non solo sulla risposta in frequenza, come sarebbe logico aspettarsi, ma anche sullo stage e sulle impressioni soggettive di potenza disponibile.
    E nemmeno variazioni di velocita' ( dinamica ) oppure cio' che e' di moda definire come il " nero infrastrumentale" sono estranei.
    Non sto certamente dicendo che basta cambiare uno o due condensatori interstadio per uguagliare prestazioni di mostri milionari, ma che i risultati ottenibili possono travalicare di molto le razionali aspettative dell'appassionato medio.
    -continua-

    Edited by tunedguy57 - 12/10/2017, 10:27
     
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    Va detto che tali interventi sono praticamente alla portata di chiunque abbia un minimo di dimestichezza con lo stagnatore.
    Naturalmente bisogna avere un idea delle caratteristiche soniche delle varie tipologie di condensatori.
    Gli elettrolitici sono quelli le cui prestazioni possono essere le più varie.
    Condensatori audio grade non sono sempre la panacea e tra l'altro suonano tutti abbastanza diversi.
    Proprio in virtù di tali differenti caratteri si può sfruttarli per modificare l'equilibrio tonale.
    I condensatori al tantalio vanno usati con grande parsimonia e cautela. Talvolta possono essere una panacea, ma più spesso dopo un iniziale sensazione di miglioramento (specialmente in gamma bassa, dove sono generalm migliori degli elettrolitici ad ossido di alluminio) si scoprono le diaboliche attitudini di tali condensatori. Possono risultare in effetti un pò sparati in gamma media, e chiusi sulle altissime. La gamma bassa diventa più tesa però, e questo in certi casi può apparire un ottimo vantaggio. In generale il suono risulta proiettato in avanti, e potenzialmente possono rendere troppo "forward" l'emissione totale.
    Se coadiuvati da opportuni e mirati condensatori di by-pass possono diventare vincenti.
    I condensatori a film plastico invece sono di solito considerati positivamente nel loro complesso. Il limite al loro utilizzo è dettato dalle loro dimensioni. Ma purtroppo le cose non sono nemmeno qui così facili.
    Una gamma bassa tesa e articolata spesso è accompagnata da una mediobassa piuttosto prominente e un estremo alto non troppo setoso. Mi riferisco al film di poliestere, poichè invece gli MKP (polipropilene) sono sistematicamente molto molto aperti sulle alte.
    Il loro utilizzo per tale motivo va fatto con cautela.
    I condensatori a carta oleata o in olio sono quelli le cui qualità acustiche sono quasi sempre ben accette da tutti.
    Anche qui il problema delle loro dimensioni ne limita l'utilizzo.
    Tornando agli elettrolitici, che negli apparecchi solid state sono di gran lunga i più usati, consiglio di testarne di varie marche.
    Una caratteristica comune di questa grande famiglia di condensatori è quella di conferire al suono una certa morbidità. Alla luce di questo appare non così disprezzabile il loro generalizzato utilizzo negli apparecchi solid state, che normalmente non vanno famosi per un suono particolarmente morbido, specie se paragonati ai valvolari. Diciamo che non tutti gli amplificatori possono permettersi un largo uso di condensatori particolarmente rivelativi, pena un indurimento del suono e fatica d'ascolto.
    Un trucco quasi sempre assai efficace è quello di montarne due uguali in parallelo. La ESR si dimezza, e la sensazione generale è di maggior trasparenza (ma non a causa del minor ESR). Per mantenere la capacità uguale all'originale naturalmente andranno usati condensatori di capacità singola pari alla metà dell'originale.
    Si può sperimentare anche degli ibridi, con interessantissimi risultati.
    Ad esempio ponendo in parallelo un elettrolitico normale ad uno al tantalio.
    In tale configurazione si può parlare di una forma di feedforward, ovvero: uno controlla l'altro, un pò come (ad esempio) accade nel finale Quad 405, naturalmente con gli opportuni distinguo, visto che colà si tratta di un vero controllo "in avanti" di due blocchi amplificatori.
    Alla fine dopo tante sperimentazioni vi sembrerà di impazzire, ma vi sarete fatti una considerevole esperienza, e probabilmente non accarezzerete più il sogno di cavi milionari, visto che agendo in questa direzione la spesa è di regola assai inferiore.
    Mi raccomando: non recapping totali (a meno di avere a che fare con apparecchi molto vecchi e condensatori in perdita) ma pochi mirati ritocchi.
    E ascoltare dopo ogni singola modifica introdotta.
    Chiudo qui questo strano thread, nella speranza di avere aperto una porta per molti appassionati al mondo del tweaking ragionato.
    F

    Edited by tunedguy57 - 12/10/2017, 14:15
     
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  7. Fabrizio Ruggeri#55
     
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    Grazie, davvero.
     
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    Ottimo come sempre.

    Deve dire che non avevo mai considerato ad una configurzione con un parallelo di tantalio e elettrolitico...
    Prova che farò non in un integrato, visto che non ne ho, ma magari in qualche B77 o simile che mi capiterà tra le mani.

    Lo stesso ragionamento si potrebbe estendere anche agli xover presumo, stessi risultati o intervengono fattori diversi?
     
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    Con i condensatori la sperimentazione è molto interessante, devo dire che in alcuni casi e con componenti dalle caratteristiche note ho sempre avuto risultati ottimi.

    Un esempio il condensatore in ingresso al quad 303 in origine un tantalio, sostituito con un cerafine, magnifico!

    Il recapping totale l'ho sempre considerato una barbarie , tranne ove per ovvi motivi (condensatori in perdita o deriva dai valori d'origine), difatti la mia frase di solito è "ma cosa vi hanno fatto di male questi poveri condensatori???".

    Alcuni apparecchi che mi sono passati per le mani per riparazione o manutenzione a cui eran stato fatto recapping o modifiche radicali tipo sostituire transistor con altri di presunte caratteristiche "migliori" erano semplicemente inascoltabili, alla faccia dell'equilibrio tonale, bassi piallati da capacita di valore quadruplo dell'originale con conseguente stress del rettificatore (Albarry Music), transistor da 16(!!!) ampere e tutti(!!!) elettrolitici cambiati (nad 3120), alcuni esempi
     
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    Chissà chi ti consigliò di mettere il cerafine al posto del tantalio :P
     
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    CITAZIONE (tunedguy57 @ 13/10/2017, 09:19) 
    Chissà chi ti consigliò di mettere il cerafine al posto del tantalio :P

    :rolleyes: :rolleyes:
     
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    Tantalio possibilmente a cilindro metallico (norme mil), perché, dopo qualche anno, quelli a goccia manifestano, a volte, il brutto vizio di andare in corto....
     
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    CITAZIONE (ab1058 @ 12/10/2017, 22:03) 
    Lo stesso ragionamento si potrebbe estendere anche agli xover presumo, stessi risultati o intervengono fattori diversi?
     
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    Per i crossover la questione si pone in termini piu sfumati..
    Talvolta e preferibile restare su elettrolitici bipolar ....l ideale restano i carta e olio con la differenza che lo spazio nelle casse non manca per cui diventa solo questione di costo.
    Questo secondo me ovviamente.
     
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    I tantalio tubolari sono praticamente eterni.
    Ma anche quelli a goccia ci mettono parecchio a tirare numeri.
    Naturalmente il calore gioca un ruolo decisivo.
    Come Stjohn diceva solitamente possono andare in corto, quasi mai invece vanno in perdita...insomma vanno o non vanno.
     
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