Tarsformare una cassetta al cromo in una DCC

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    Ho letto, forse su Tapeheads, che è possibile "trasformare" una cassetta analogica di tipo II in una DCC semplicemente facendo un forellino, credo su un lato, in una posizione abbastanza defilata (forse nello spazio tra una bobinetta e il bordo della cassetta stessa). Ho messo a paragone una cassetta DCC con una analogica, e credo di aver capito quale possa essere questo forellino. Avete provato qualcosa in merito o secondo voi è una bufala?
     
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    La cassetta DCC fu semplicemente il tentativo di introdurre file digitali compressi su un supporto analogico vecchio e conosciuto come la cassetta. In contemporanea parti il minidisk che ebbe, anche se di poco, maggior fortuna . Questi due tentativi portarono allo sviluppo dei file mp3.

    Detto questo non ci vedo nulla di trascendentale nell'usare una cassetta qualsiasi per il DCC che, se non fosse stato per la limitazione imposta per mercato, doveva altrimenti funzionare alla grande .

    Anzi con molta probabilità fu proprio questa stupida limitazione che ne decretò la mancata diffusione.

    Scusa la domanda, ma che te ne fai poi di un DCC che è dieci volte peggio di un mp3 128 kb ?
     
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    Ce l'ho già, il registratore DCC... devo dirti la verità, a me non sembra così male. Anzi, suona quasi come un MP3 a 320 Kb (sempre secondo me). La mia domanda era una curiosità. Se è possibile trasformare una cassetta analogica in una DCC risparmio un pò di soldini a cercare le cassette DCC su ebay. Per di più, io non amo la liquida; sarò antico (anzi, sicuramente lo sono) ma preferisco nettamente il supporto fisico. E' bello sentire ancora le cassette o le bobine incise 40 anni fa, mentre non so tra quarant'anni, ammesso che io esista ancora, se un file Mp3 sarà ancora ascoltabile.
     
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    http://arstechnica.com/gadgets/2016/08/dig...ssette-history/

    A questo link si possono trovare interessanti commenti sulla DCC.

    Sinceramente non ho mai pensato alla convertibilita' di una CC in una DCC.
    La stessa presenza della saracinesca metallica e l'assenza dei fori su un lato mi ha sempre fatto pensare ad una incompatibilita'.
    Probabilmente l'appetito che poteva suscitare un potenziale mercato del nuovo supporto spinse Philips a queste variazioni.
    Peraltro una macchina DCC era concepita fin dall inizio per essere compatibile con le normali CC analogiche.
    All'epoca della presentazione fui tra gli invitati come operatore di settore in un lussuoso albergo di Venezia.
    Philips ci credeva nella DCC.
    La dimostrazione fu pirotecnica e molto suggestiva, ma non capace di convincere orecchi smaliziati, piu che altro per la scelta dei brani e dei volumi usati ( l impianto era Montarbo!) .
    Mi e' sempre dispiaciuto il fiasco DCC.
    Ma chi gioca col digitale si brucia presto le ali.
    E DCC non prese mai il volo.
    Le ali erano bruciate fin dall'inizio.
    Purtroppo non ho alcuna DCC e non posso dare alcun consiglio per trasformare CC in DCC.
    Ma se avessi una macchina mi darei subito da fare per valutare le modifiche da operare per ingannare il riconoscimento e usare cosi normali cassette.
    Il braccio di ferro con Sony e il minidisc fu la conseguenza di vecchie ruggini tra Philips e Sony.
    Il sistema Sony era piu pratico ed ebbe un certo successo specie tra i musicisti.
     
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    Ho letto proprio adesso che il PASC, il sistema di compressione usato da Philips per la DCC, ha un data rate di "ben" 384 Kbits/sec, molto superiore ad un MP3 a 320 Kbps. Pertanto l'impressione di cattiva qualità che ha suscitato in Tiro non ha alcuna giustificazione tecnica, semmai sono propenso a credere in una cattivo stato di salute della macchina DCC usata; le macchine DCC sembrano molto fragili e prone a guasti, forse per l'uso dissennato che si è fatto in quelle elettroniche di quei maledetti condensatori a montaggio superficiale. Anche a me è dispiaciuto molto il fiasco della DCC, perchè era un bell'uovo di Colombo; riconosco però che il Minidisc ha dalla sua una praticità senza limiti, anche se è anch'esso abbastanza fragile, più nei supporti però che nelle meccaniche. Inoltre, il Minidisc con il suo ATRAC ha una data rate di 292 Kbits/sec, molto prossimo ad un MP3 a 320 Kbps. Non conoscevo questi dati tecnici, ma ad orecchio (ho entrambi questi sistemi) la DCC suona "meglio" del Minidisc, anche se non in maniera drammatica.
     
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    All epoca i confronti videro sempre vincente la DCC.
    Le meccaniche purtroppo erano fragili.
    Poche le macchine sopravvissute senza guasti.
     
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    mentre in termini numerici un deck DCC riesce a gestire un volume di dati equvalenti a 384 kbit/s, il suo algoritmo PASC non è lontanamente paragonabile all' Mp3 .
    Basti pensare che l' Mp3 a 128 kbit/s è così efficiente da essere paragonabile al CD nativo .

    Ora non mi sembra proprio il caso della DCC ...
     
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    CITAZIONE (edate7 @ 14/1/2017, 00:45) 
    E' bello sentire ancora le cassette o le bobine incise 40 anni fa, mentre non so tra quarant'anni, ammesso che io esista ancora, se un file Mp3 sarà ancora ascoltabile.

    il vero vantaggio del supporto digitale non risiede nella pur ( sulla carta) longevità dei supporti ( CD, DAT , HDD, SD, CF ecc ecc ) ,

    quanto è insito nella immortalità virtuale del dato contenuto .

    Ogni copia digitale avviene senza perdita di informazione.

    Lo stesso non si può dire dell'analogico che gioca tutte le sue carte sulla durata del supporto iniziale ed unico
     
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    Si si...la perdita di informazione...storia gia sentita...
    Ma chissa perche un masterizzatore che "non perde informazioni" ( il programma di masterizzazione lo certifica ) fa copie che all' ascolto son diverse da quelle fatte da un altro masterizzatore che "non ha perso informazioni"....
    Il digitale fa cagare ragazzi.
    Gia' alla fonte purtroppo.
    Si...esistono metodi per realizzare il "digitale buono" ma chissa' perche' il 90 per cento della roba che gira fa stracagare!
    E parlo sia di software che di hardware.
    Ecco! L' ho detta tutta!
    Basta co sta storia delle copie esatte!
    Senno' tutti quelli che fanno programmi di mastering super fighi ( exact copy eccetera) sarebbero dei pezzenti che prendono per il culo la gente!
    Ah....e ricordo bene quando il CD si affaccio' nel 1982: "Uno vale l'altroo!....il digitale non ammette errori!"
    Poi si scopri che il jitter ...il clock...
    I convertitorI DA...e poi le meccaniche....i diodi laser che si esauriscono...e poi il bitrate...e poi....
    Merda!
    Tutta merda!
    Solo merda!
     
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    Hehehe...ogni tanto mi posso sfogare anch'io no?
     
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  11. Fabrizio Ruggeri#55
     
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    Amen.
     
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    il Cda è una storia a parte, nata in un periodo nel quale l'informatica produceva frutti acerbi .
    Ricordate i patemi per installare un qualsiasi mouse, cdrom, ma anche stampante, per non parlare di periferiche rare ( palette, scanner scsi ecc ecc) . Mai che ne funzionasse una !
    Erano gli anni del Dos 3.30 e il Cda esisteva già almeno da 6 anni .

    L'errore sta proprio nella correzione degli errori , da effettuare in un dominio a metà tra il digitale e l'analogico.

    Invece dagli anni 2000 in poi tutto funziona nel digitale . E di file mp3, Flac, Ape , ma anche Wav si fanno copie perfette.
     
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    in altri termini.
    Un vero sistema digitale può implementare un sistema di correzione degli errori ( controllo della parità dei bit su ogni byte, checksum sul contenuto totale di un file, ecc ecc ) ma in ogni caso restituirà il dato originario immaganizzato . Diversamente restituisce un codice di errore .

    Nel cda invece manca un vero sistema digitale siffatto. Il sistema corregge e non saprà mai se la correzione è avvenuta con restitutio ad integrum del dato nativo oppure no . Il sistema corregge e cmq manda in uscita un dato , a volte uno qualsiasi o solo interpolato.
    Anzi a volte il sistema parte con la correzione quando non era proprio necessaria.

    I software di estrazione digitale della copia da CDa , leggono ripetute (in base a opzioni a volte selezionabili) volte la traccia e procedono alla memorizzazione del bit solo quando è confermato , potendosi arrestare nel processo di estrazione anche al primo errore trovato.

    Un cd masterizzato da un file "certificato" eliminerà il braccio di alea proveniente dalla lettura originaria ( in sede di estrazione) , ma non sfuggirà alla indeterminazione data dalla lettura in ascolto del cda , effettuata ogni volta che si ascolta un cd.

    il sistema è così , prendere o lasciare

    Edited by Tiro_mancino - 14/1/2017, 20:45
     
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    Non sono troppo convinto....ma in fondo a che serve?
    Il digitale smentisce continuamente se stesso invecchiando a ritmi furiosi.
    A che serve interessarsene?
    Confesso che mi ha proprio stufato sta cosa gia' vecchia quando nasce.
    Continuo a usarlo in vari modi ovviamente ma non gli do' piu' alcuna importanza.
    Proprio non mi interessa.
     
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    Il digitale audio ha avuto la sua (grande) chance con i supporti "ad alta definizione" (SACD e DVD-Audio). Splendidi, ma la solita guerra di formati e di interessi ne ha decretato la scomparsa. E dopo trentasei anni disquisiamo ancora di una tecnologia che non è obsoleta, è di più... e che di fatto è già scomparsa: mi dite chi compra ancora i CD? Forse solo quei pochissimi che amano ancora un supporto fisico, per il resto le copie illegali impazzano, perchè oggi è facilissimo copiare e sproteggere qualsiasi cosa che sia digitale. E' questo il vero fallimento del digitale: non riesce a proteggersi nemmeno da se stesso.
     
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45 replies since 14/1/2017, 00:22   484 views
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