AV Audio Vintage

Posts written by edate7

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    Ho la necessità di "aprire" una cassetta audio termosaldata (senza viti), riparare una bobinetta e poi richiuderla. Come posso fare?
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    Ci vorrebbe l'intervento diretto di Giorgio...
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    Bè, Federico, certamente le due registrazioni suonano "diverse", ma non tantissimo perchè alla fine il family feeling è quello. Il nastro che ho usato sul Revox è un Maxell XL I, che sembra si adatti meglio dello stesso nastro Revox (che poi non è altro che BASF) alla macchina in questione (un B77HS). Il bias sembra perfetto; non c'è apertura nè chiusura delle frequenze alte e altissime, la copia è specularmente identica all'originale (ad orecchio, eh!).
    Quello che mi ha colpito di più, e che ho scritto in apertura, non è tanto la diversa timbrica delle due registrazioni (che c'è, ovviamente, a favore del Revox imho), quanto un senso di dinamica sensibilmente più alto nel Revox. Fatto un confronto A/B, ho notato che:
    - la registrazione sul TDK AD è veramente, per una cassetta, di eccellente qualità. Il disco registrato su è "Head over heels" dei Poco, e, specie nel secondo brano (Lovin' Arms), molto più elettrico del brano di apertura, si percepisce una ricchezza di suoni e armoniche sorprendente, con un giro di basso stupendo.
    - lo stesso brano, ascoltato sul Revox, suona quasi uguale, ma più arioso e più dinamico (il basso è "più basso"). La mia sensazione è confermata dai Vu-meter del Proton D-1200 che a parità di volume percepito si "agitano" di più con la bobina che con la cassetta. La timbrica, in generale, è molto più dolce, aperta e ricca nel Revox, come se il riversamento avesse levigato le asprezze della cassetta; percepisco il suono "come deve essere", senza quella sensazione di costrizione che mi dà la cassetta (non so come spiegarmi meglio).
    In entrambi i casi, ma più col Revox, la voglia di alzare il volume è tanta (e io assecondo volentieri... :D )
    Il bello è che è la cassetta la registrazione originale tratta dall'LP (che purtroppo non era mio, per cui non posso fare un paragone anche se non ho più nè la M75, nè lo Scott) e quella Revox la copia della copia. Figuratevi che mi è piaciuta talmente tanto che l'ho riversata su DAT per cercare di mantenere per quanto possibile questo risultato; anche la copia su DAT suona molto, molto bene (il DAT utilizzato è un Sony PCM-7040).
    Sarà psicoacustica, sarà suggestione, so solo che il risultato mi piace da matti.
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    CITAZIONE (Tiro_mancino @ 21/12/2016, 17:28) 
    io come esempio migliore di riduttore di rumore non prenderei il dbx I, ma il C4

    L'ho letto da più parti che il C4 è superiore al DBX I, solo che non è facile da trovare; se è per questo, anche il DBX I non si trova proprio dietro l'angolo... :D
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    Rispondo in ordine.
    Il Revox è liscio, come dicevo; credo che se riuscissi a trovare un DBX tipo I, tarando PERFETTAMENTE la macchina in REC e PLAY, avrei un beneficio tangibile, ma solo a livello di rapporto S/N e di dinamica sopportabie dal sistema. Se il tutto non è perfettamente tarato e armonizzato, i "guasti" sarebbero ben superiori ai vantaggi. Lo so, perchè ho anche un TEAC X-1000R con DBX tipo I, il quale funziona al meglio solo utilizzando i nastri per i quali è tarata la macchina; adesso, sulla posizione LH1, me lo sono fatto tarare per l'LPR35; con i nastri EE, va che è uno spettacolo anche a soli 9,5 cm/sec.
    Sulla perdita di informazione sui nastri analogici, appena ho premuto "enter" ero sicuro che, per come lo avevo scritto, non ero stato sufficientemente chiaro... sul nastro analogico non c'è perdita di informazione così come la intendiamo nel dominio digitale. Se prendo una cassetta, e riesco a equalizzarla e manipolarla al meglio concesso dall'hardware moderno, riesco a recuperare TUTTE le informazioni; alcune potranno essere di livello più o meno basso, ma ci saranno TUTTE. Diversamente, la compressione digitale ELIMINA le informazioni che non ritiene necessarie per i noti processi di psicoacustica (si prende un campione su 4 nel PASC, uno su 5 nell'ATRAC, non so nell'MP3). Se prendo un MP3 e lo "ritrasformo" in WAV, non otterrò MAI il wav originale, pur con tutto il meglio della produzione hardware mondiale; quantomeno, si perdono TUTTE le informazioni di ambienza, che vengono (a ragione per il compressore, a torto per me) "scaricate" dagli algoritmi di compressione.
    Le copie su cassetta vengono diverse? Nelle misure sicuramente sì, se faccio un paragone source/tape nello Studer A721 (ma anche su altri prestigiosi deck), ad oreccchio non sento alcuna differenza. Poi, come dicevo, mi accorgo facilmente, pur nella loro apparente identità, se la copia "uguale ad orecchio" è fatta su cassetta, su bobina a bassa o alta velocità, ecc. Cambia "l'aria", cambia la dinamica, cambia...
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    Veramente bellissima, originalissimi i vu-meter "doppi" con l'indicatore di picco ad aghi.
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    No, il Revox è "liscio", nè Dolby, nè DBX.
    Interessante ciò che dici al punto 4), ma "non vale" in quanto un file MP3 è compresso con perdita di informazioni; nulla può ricreare ciò che non c'è più, che è stato eliminato dal processo di compressione digitale.
    In un nastro analogico non c'è perdita di informazione; il segnale originario viene trasferito sul nastro, al quale si applicano le limitazioni proprie del media, tra le quali però non c'è sicuramente la compressione come perdita reale di informazioni così come la si intende nel dominio digitale.
    Tanto per fare un paragone fotografico, un file "RAW" (negativo digitale) è tale perchè senza compressione o compresso senza perdita di informazioni (come un file FLAC o APE audio); il salvataggio di una immagine JPG dopo l'elaborazione la danneggia sempre di più perchè viene ricompressa ad ogni salvataggio successivo al primo.
    Comunque convengo, e lo avevo premesso, che molto può contare la suggestione...
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    Ciao a tutti.
    Ho riversato una eccellente registrazione su cassetta (sorgente: Studer A721, cassetta TDK AD con Dolby B) sul mio Revox B77HS a 2 tracce a 19 cm/sec. La registrazione del Revox, a parte l'ovvio ma flebile fruscio ereditato dalla cassetta, è come risuscitata; ha una dinamica e un'aria (non so spiegarmi meglio) impressionante non presente nella cassetta originaria. Secondo voi, è frutto della mia immaginazione o c'è qualche fondo di verità? E come è possibile che aumenti la dinamica apparente di una sorgente per sua natura limitata in questo parametro come una cassetta? Illuminatemi!....
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    Non ho capito cosa intendi per "fare più prove"....
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    Maurizio, se si sbaglia la taratura andando leggermente "giù" di bias rispetto all'ottimale (underbias) i nastri suonano più brillanti, ma sono più proni alla saturazione. Mantenendo il livello un pò più basso del normale, vengono fuori grandi registrazioni. Molto peggio sbagliare esagerando anche leggermente col bias (overbias); gli alti si attenuano molto, le registrazioni vengono "attufate" come ascoltare un ottimo (musicalmente) ma pessimo (come registrazione) disco dei Traffic.
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    La stragrande maggioranza dei registratori a cassetta sono nati in pienissimo periodo analogico, per di più di quello buono... Le cassette riuscivano a registrare quasi perfettamente gli LP, hanno cominciato a mostrare la corda (tranne i nastri metal) quando si registravano CD. La HK come tutti i registratori tarerà i nastri indipendentemente da quale sorgente verrà registrata (tuner, cd, vinile, altro nastro). Non posso escludere che il selettore CD sulla Aiwa sia solo un ingresso ad alta accettazione ed alta dinamica; altri registratori, ad esempio alcuni Pioneer, in epoca CD avevano a bordo un ingresso digitale, generalmente ottico, da cui registravano direttamente su nastro. Il Pioneer CT-S900 pur essendo forse il più "moderno" tra i miei registratori non possiede quest'ingresso, nè digitale nè analogico.

    P.S. Girovagando per il web ho scoperto questo bel sito:

    http://hifi-love.comxa.com/

    una galleria di immagini che ci farà rivivere qualcosa del tempo che fu.
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    No, Maurizio, non hai detto una cavolata... molti deck a calibrazione automatica prevedono una manopolina per variare il bias regolato dalla macchina secondo i gusti dell'utente... vedi l'Akai GX-F91... <_<
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    Maurizio, mi permetto di dire la mia. Purtroppo, a noi "comuni mortali", è sufficiente premere il tasto rec. Tutto il resto lo fa la macchina e il nastro che ci si è messo dentro; noi possiamo dire "la nostra" tarando accuratamente bias, eq e livelli se la macchina è manuale, oltre il livello di registrazione; se la macchina è automatica, solo il livello di registrazione.
    Diverso è il discorso se la macchina è a valle di un processo complesso, quale la produzione finale da un nastro master, che magari è registrato in multitraccia e bisogna mettere tutto "d'accordo"; qui intervengono pesantemente l'esperienza, il gusto e l'abilità dell'ingegnere del suono; nel mondo pro, considero Bob Ludwig uno degli ingegneri del suono più bravi al mondo se non il più bravo in assoluto. Ogni sua opera suona come dovrebbe suonare un disco: chiaro, dinamico, naturale, quasi esplosivo, con tutti i suoni giusti al posto giusto.
    Chi come me si limita al mestiere di "copiadischi" non può intervenire praticamente su nulla; ascolto la registrazione iniziale da copiare, la giudico, uso un nastro che "si adatta" (se la registrazione fa schifo ci metto un nastro che fa schifo, tanto non otterrei nulla di più), taro al meglio che posso il mio deck, scelgo se e quale Dolby utilizzare, regolo accuratamente i livelli e faccio partire il tutto. Ascolto in cuffia commutando tra tape e source, se mi soddisfa ok se no riguardo qualcosa (il bias, generalmente) e fine della storia.
    Non ci sono altri margini di manovra, almeno per me... :)
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    Bellissimo. Ringrazio il_clod per aver portato la discussione su un piano scientifico, ma ahimè poco pratico per le esigenze espresse da Maurizio nella sua domanda iniziale. Ovviamente tutto quanto scritto da il_clod è assolutamente e scientificamente esatto (anche se ho una piccola riserva sul livello "zero" per le cassette, che mi pare di ricordare essere di 185 nWb/m; 200 nWb/m dovrebbe essere il livello per i bobine a 9,5 e 19 cm/sec), però...
    Però si scontra con la sempre maggiore avarizia che ha contraddistinto le informazioni fornite dai costruttori sui propri nastri con l'avanzare del tempo. Se a metà degli anni '80 le cartine di cellophane che sigillavano le cassette erano piene di info tecniche, col tempo queste si sono via via dileguate. In ogni caso, queste info tecniche davano un'idea della qualità del nastro, ma sono sempre state poco interpretabili dai più che non avessero una (solida) preparazione scientifica sui parametri cardine della registrazione magnetica analogica su nastro, e, pertanto, poco utili dal punto di vista pratico, che è quello che interessa a Maurizio.
    Ricordo che era la TDK la casa che forniva le maggiori informazioni, ma a quanto pare non era una regola seguita sempre dalla Casa. Ho alcune cassette TDK ancora sigillate razzolate sulla baia, originali americane, e non c'è alcuna traccia di queste info (i nastri sono SA e SA-X del 1991). Stessa cosa sulle cassette BASF Chrome Super Quality II, sulle TDK CD-Ing2, Sony UX dove si fa riferimento ad una sigla "strana" IEC II U564W (che è la stessa sigla del nastro Abex postato da Matteo), nessuna info sulle UX-Pro europee (quelle con le guide nastro in ceramica), sulle TDK Optima 4 metal. Mi ricordo, invece, che ai tempi in cui acquistavo le cassette nella mia città queste erano "piene" di info tecniche, ma purtroppo le ho usate e le cartine di cellophane le ho buttate. Detto questo, credo che oggi sia difficilissimo recuperare queste info; lancio un'idea: chi ha queste notizie ne potrebbe fare un piccolo "database" qui, ad uso di tutti.
    In linea generale, comunque, le nozioni citate da il_clod sono utili per capire se un nastro è buono, come va registrato, di quali parametri tenere conto, ecc, ma un registratore a nastro (cassette o altro) non è uno strumento di misura e generalmente dispone di indicatori del livello medio di magnetizzazione (i VU-meter) abbastanza modesti qualitativamente, che comunque danno appunto un'idea media di ciò che si sta trasferendo sul o dal nastro. I peak-meter furono introdotti proprio per questo motivo: per evidenziare i picchi di segnale che i lenti vu-meter non riuscivano ad evidenziare. Il diffondersi dei meter a led o a cristalli liquidi li ha resi sì più scenografici, ma meno precisi e soprattutto, per i costruttori, più economici da implementare...
    Torniamo a noi.
    Ho recuperato tempo fa, in rete, alcuni documenti tecnici in inglese (della BASF, soprattutto) che spiegano molto bene quasi tutti gli argomenti introdotti da il_clod; si chiamano bias, eq, cassette housing (parla della famosa cassetta di calibrazione della BASF), meters (come individuare i livelli corretti di magnetizzazione), HX-pro, ecc. Ovviamente li posso mandare per e-mail a chiunque me ne faccia richiesta; questi documenti aiutano a soddisfare la curiosità tecnica sugli argomenti citati ma non aiutano a capire come si faccia "praticamente" una bella registrazione su nastro (di qualunque tipologia), che era la domanda iniziale di Maurizio.
    Comunque bella discussione, veramente...

    Edited by edate7 - 13/12/2016, 23:30
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    Giudicare il suono di un qualsiasi apparecchio che ha "nel mezzo" una qualunque funzione di trasferimento non lineare (e i nastri analogici lo sono) è un esercizio complesso e difficile, perchè è arduo distinguere il suono dell'apparecchio in quanto tale da quello dell'insieme apparecchio+nastro (e, oserei aggiungere, anche della sorgente che alimenta la registrazione di "quel" nastro). Capiamo tutti che è molto difficile, molto più che giudicare ad esempio il suono di un amplificatore (esercizio comunque non alla portata di tutti). A complicare il numero di variabili in gioco, non dimentichiamo che ogni nastro "suona" di suo; la stessa registrazione, effettuata con lo stesso impianto (disco+testina+ampli+registratore) suona diversa a seconda del nastro che si impiega, ovviamente a parità di formulazione. Non è raro sentire affermare che, ad esempio, un TDK SA suona più caldo di un Maxell XL-IIS; sono entrambi nastri di ottima qualità, eppure... Diranno allora i miei due lettori, come si fa a capire come suona un registratore? Secondo me, bisogna eleggere, nel bene e nel male, con i suoi pregi e i suoi difetti, un eccellente riproduttore di cassette perfettamente tarato nelle sue componenti meccaniche ed elettroniche, e giudicare le registrazioni "fatte dagli altri". Anche qui, si ascolterà solo come è stato registrato il nastro dal registratore che si vuole esaminare, perchè se lo si riascolta con l'apparecchio che lo ha registrato, si ricade nell'assenso che ha aperto questo mio intervento. Si ha comunque un giudizio parziale, direte voi a ragione, perchè giudico solo la fase di registrazione; per provare quella di riproduzione bisognerebbe fare il contrario, eleggere un ottimo registratore come registratore master e far riprodurre i nastri prodotti da quest'ultimo ai registratori di cui esaminare il suono. Avendo tanti registratori diversi, tante cassette registrate da loro e un eccellente registratore tarato alla perfezione da Giorgio, ho potuto effettuare solo la prova del "registratore diverso" col cosiddetto riproduttore universale.
    Risultato?
    Le evidenze all'ascolto dei vari nastri sono molto diverse, ma c'è da dire che diversi sono i nastri (marche, modelli, formulazioni) e tanti sono i registratori impiegati (almeno 10), sono stati almeno due (con quattro lettori cd diversi) gli impianti utilizzati. La sensazione che ne ricavo è che conta più il nastro impiegato della macchina utilizzata per registrarlo (parlo comunque di registratori dall'ottimo all'eccellente). E' evidente che ottimi nastri registrati da eccellenti macchine vengono riprodotti al top, altri un pò meno, ma ho paura che molto conti in questo giudizio l'estrema qualità del riproduttore "Giorgesco" utilizzato. Insomma, devo dire che nonostante una certa esperienza quarantennale e più derivante dall'utilizzo delle cassette non riesco a capire quale deck vada veramente meglio, anche se qualche impressione ovviamente ce l'ho.
    Ben diverso, e più facile, è stato giudicare il suono dei miei quattro DAT. Lì, il nastro non c'entra per niente...
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