Tecnica di registrazione su piastra

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    Infatti approdare ai cavi per me fu l'ultimo atto...e lo feci nella solita mia maniera, ovvero sperimentando sperimentando sperimentando..
    Ovviamente cominciai con le casse come quasi tutti credo...
    Ma ormai si perde nella notte dei tempi...i tempi del liceo.
    La passione nacque allora: avevo 14 anni.
     
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    Grazie tunedguy

    Gran bel post....

    Maurizio
     
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    Giudicare il suono di un qualsiasi apparecchio che ha "nel mezzo" una qualunque funzione di trasferimento non lineare (e i nastri analogici lo sono) è un esercizio complesso e difficile, perchè è arduo distinguere il suono dell'apparecchio in quanto tale da quello dell'insieme apparecchio+nastro (e, oserei aggiungere, anche della sorgente che alimenta la registrazione di "quel" nastro). Capiamo tutti che è molto difficile, molto più che giudicare ad esempio il suono di un amplificatore (esercizio comunque non alla portata di tutti). A complicare il numero di variabili in gioco, non dimentichiamo che ogni nastro "suona" di suo; la stessa registrazione, effettuata con lo stesso impianto (disco+testina+ampli+registratore) suona diversa a seconda del nastro che si impiega, ovviamente a parità di formulazione. Non è raro sentire affermare che, ad esempio, un TDK SA suona più caldo di un Maxell XL-IIS; sono entrambi nastri di ottima qualità, eppure... Diranno allora i miei due lettori, come si fa a capire come suona un registratore? Secondo me, bisogna eleggere, nel bene e nel male, con i suoi pregi e i suoi difetti, un eccellente riproduttore di cassette perfettamente tarato nelle sue componenti meccaniche ed elettroniche, e giudicare le registrazioni "fatte dagli altri". Anche qui, si ascolterà solo come è stato registrato il nastro dal registratore che si vuole esaminare, perchè se lo si riascolta con l'apparecchio che lo ha registrato, si ricade nell'assenso che ha aperto questo mio intervento. Si ha comunque un giudizio parziale, direte voi a ragione, perchè giudico solo la fase di registrazione; per provare quella di riproduzione bisognerebbe fare il contrario, eleggere un ottimo registratore come registratore master e far riprodurre i nastri prodotti da quest'ultimo ai registratori di cui esaminare il suono. Avendo tanti registratori diversi, tante cassette registrate da loro e un eccellente registratore tarato alla perfezione da Giorgio, ho potuto effettuare solo la prova del "registratore diverso" col cosiddetto riproduttore universale.
    Risultato?
    Le evidenze all'ascolto dei vari nastri sono molto diverse, ma c'è da dire che diversi sono i nastri (marche, modelli, formulazioni) e tanti sono i registratori impiegati (almeno 10), sono stati almeno due (con quattro lettori cd diversi) gli impianti utilizzati. La sensazione che ne ricavo è che conta più il nastro impiegato della macchina utilizzata per registrarlo (parlo comunque di registratori dall'ottimo all'eccellente). E' evidente che ottimi nastri registrati da eccellenti macchine vengono riprodotti al top, altri un pò meno, ma ho paura che molto conti in questo giudizio l'estrema qualità del riproduttore "Giorgesco" utilizzato. Insomma, devo dire che nonostante una certa esperienza quarantennale e più derivante dall'utilizzo delle cassette non riesco a capire quale deck vada veramente meglio, anche se qualche impressione ovviamente ce l'ho.
    Ben diverso, e più facile, è stato giudicare il suono dei miei quattro DAT. Lì, il nastro non c'entra per niente...
     
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    Da nastrofilo, ho letto con molto piacere tutti i vostri commenti. Tanti commenti autobiografici, di esperienze proprie, empirismi, percezioni, sforzi, studio etc.
    Ma, a mio modesto parere, non ho visto una trattazione strutturata che risponda alla domanda di Maurizio, ossia:

    CITAZIONE (Maurizio_Siena @ 6/8/2016, 16:38) 
    Che tecnica usate per avere un buon setup sul vostro deck e poter
    avere un ottima registrazione

    Maurizio

    Spiego meglio.
    A mio parere per capire come fare una cosa serve poco. Spesso basta andare poco meglio che a casaccio.
    Ma per fare bene una penso sia imprescindibile conoscere anche i processi che ci sono dietro. Parlo dei livelli standard, dei parametri del nastro, di tutte queste cose qua, insomma.
    Che dite, vale la pena approfondire e complicarci un pochino la vita oltre il solito REC?
     
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    @il_clod

    E' vero .....il 3d ha preso un altra piega ...... un pò differente dal titolo originale...
    Grazie di averlo fatto notare

    Maurizio
     
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    Allora, se non ci sono obiezioni, comincio io a dire due cose.

    IMHO, registrare su nastro vuol dire di base tentare di far stare dentro al nastro più materiale sonoro possibile evitando che quest'ultimo sia soffocato o contaminato dal rumore di fondo e contemporaneamente distorto dalle caratteristiche non lineari del nastro stesso.

    Per fare questo, bisogna definire dei punti di riferimento.


    ZERO.
    lo "0" (zero): è il livello nominale di taratura. a questo si rifà la misura dei livelli di ingresso e uscita, la distorsione armonica, il rapporto segnale rumore.

    lo 0dB che dovrebbe indicare il flusso magnetico di riferimento purtroppo non è universale: cambia da formato e cambia nel tempo. Ad esempio nella cassetta, lo 0dB nel 1963 era 130nWb/m (o 13mMx/mm). col passare del tempo i produttori di nastri hanno migliorato i loro processi e prodotti, quindi è salito a 160, poi 250.

    Inoltre, non trattandosi di mercato professionale che imponeva una certa omogeneità, ogni marca faceva un po' come più gli aggradava. Ad esempio nei tardi anni 80 JVC usava ancora il suo zero a 160, quindi era 4dB più bassa (ad esempio) di TEAC che metteva il suo zero a 250.

    Nei reel to reel lo zero è rimasto sempre 185nWb/m, con varie declinazioni (+6dB, +9, etc.) anche in virtù dell'uso professionale che imponeva omogeneità sui livelli passando da una macchina ad un'altra.

    Una cosa di cui possiamo essere sicuri sempre e comunque ( a meno di starature ovviamente) è il livello dolby, ossia
    200 nWb/m (misurati a norme ANSI). Quando sul vostro meter vedete la doppia D, quella è sempre uguale per tutti.

    MOL
    Maximum Output Level
    il MOL è una caratteristica del nastro (indicato in dB rispetto allo zero) che dice quanto puoi registrare forte prima che ci sia una distorsione armonica del 3%. Di solito in molte cassette risultava dichiarato nella copertina.
    Normalmente il MOL si misura con un tono puro, solitamente sotto 1 kHz.
    il MOL varia a seconda della frequenza del tono che registriamo. Dipende anche dal tipo di nastro (spessore, velocità, materiale megnetico)

    SOL
    Saturated Output Level
    Indica il massimo livello a cui puoi andare con gli alti. Un tono saturato a 10KHz non produce armoniche rilevabili dalla testa o comunque udibili, quindi da un'idea del livello massimo assoluto garantito. Si misura nelle peggiori condizioni possibili, ossia attorno ai 10KHz.

    Peggiori perché quando le frequenze sono così alte (alte=la cui lunghezza d'onda è confrontabile con la dimensione delle particelle magnetiche sul nastro) per le cassette, il segnale tende ad autosmagnetizzarsi (il famigerato "auto-biasing" che il sistema HX-PRO tentava di mitigare diminuendo dinamicamente la premagnetizzazione in funzione di quanto forti fossero gli acuti durante la registrazione del programma)
    Anche il SOL varia a seconda della frequenza del tono che registriamo. Dipende anche dal tipo di nastro (spessore, velocità, materiale megnetico)

    NOISE FLOOR da cui si ricava il SIGNAL TO NOISE RATIO (SNR)
    il tappeto di rumore dipende dalla finezza delle particelle, dalla velocità di scorrimento del nastro e dalla tipologia di particelle.
    Per una cassetta a 4.76 solitamente il noise floor va da -56 a -62dB (pesato con curva A). Storicamente i nastri tipo II al cromo erano più silenziosi, ma all'inizio non tenevano bene gli alti livelli. I nastri Metal sono sempre stati più rumorosi di 3-4 dB ma avevano mediamente 6-7dB in più di MOL rispetto a tipo I e II quindi guadagnavi su per giu 4 dB di gamma dinamica.

    A 9.5 le differenze tra tipi di nastro si sfumano e si va oltre i -65 dB. i possessori di piastre Dual dovrebbero saperlo bene.

    Quindi ora abbiamo i confini.
    il MOL riferito allo zero
    il SOL riferito allo zero
    il NOISE FLOOR riferito allo zero

    Una registrazione fatta bene si estende il più possibile verso tutti questi limiti senza mai toccarli o, peggio, superarli.

    Tutto questo posto il fatto che il registratore sia ideale, ossia non introduca rumore in registrazione e riproduzione e possa pilotare la testina di registrazione in modo lineare ben oltre i limiti del nastro. Cosa, quest'ultima, che in certi casi non è vera.

    Attendo commenti e confutazioni ad eventuali errori o imprecisioni involontarie :D ;)
     
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    Utili e puntuali precisazioni da IlClod, ma nemmeno questo trattato risponde alla domanda.
    Si domandava quale tecnica si usi per avere un buon set-up.
    Le misurazioni citate sia riferiscono a toni puri dati da generatori di segnale, oscilloscopio e distorsiometro.
    La domanda non credo si riferisse alle metodiche di test di laboratorio.
    Concordo sul fatto che per fare bene le cose bisogna fissare dei punti e credo che anche Il Clod come me e come altri usino i suddetti strumenti per avere qualche dato di fatto oltre le sensazioni soggettive di ascolto.
    Ma credo che una risposta vera alla domanda potrebbe essere la serie di operazioni realmente condotte sul campo senza ausilio di strumentazioni, a meno di indurre tutti ad acquistarsele e soprattutto imparare ad usarle.
    Per la qual cosa ci vuole ben piu di qualche ora.
    Ritengo molto utile invece la precisazione sull aleatorieta dello Zero db , laddove i fabbricanti si sono sbizzarriti a fissarlo dove a loro piu aggradava, cosa che rende molto difficile unificare le metodiche di test a meno di usare dei nastri campione preregistrati e tarare l azimuth di play i guadagni ed equalizzazioni degli amplificatori di play e i vu-meter in osservanza allo standard dichiarato dal fabbricante.
    Operazione questa preliminare a qualsiasi altra.
     
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    In sostanza il concetto di base che volevo far passare è "Poni che la tua piastra sia a sufficientemente a posto. Sappi che ci sono dei limiti. Sappi come si chiamano e quali effetti producono. Se stai all'interno di quei limiti registrerai bene." Questo è il setup mentale che devi avere per registrare bene.

    Se dobbiamo prendere in esame l'allineamento, servono dime, strumenti di misura, smagnetizzatori e nastri campioni. Ammetto che non avevo in mente questo. E comunque quello che ho scritto serve anche in detto caso.

    E secondo me ci sono tante altre cose da sviscerare in altri post:
    fattore di cresta del segnale (importante quando usi il vu meter)
    distribuzione statistica dell'energia vs frequenza, (legge empirica dell'ampiezza inversamente proporzionale alla frequenza)...
    differenza tra VU e peak meter
    bias, auto-bias e HX PRO
    preenfasi/deenfasi
    riduzione del rumore (dolby, dbx, hi-com, telcom, anrs etc)

    Se facciamo finta che la piastra sia abbastanza allineata non serve per forza avere strumentazione particolare, basta tenere presente cosa vuole dirci il meter e leggere i dati di targa della cassetta che usiamo.

    La spiegazione dei livelli nasce dal fatto che c'è gente che ha un Naka 1000 del '73 e gente che ha un Technics RS-B965 dell'89; l'equalizzazione è cambiata, i livelli di riferimento cambiano, certe cose piano piano devono essere sviscerate. E soprattutto bisogna spiegare perché tra piastra e piastra uno stesso nastro suona diversamente.

    Ad esempio i Naka vs il resto del mondo...

    Conosco un sacco di gente che temporibus illis inseriva il dolby e metteva il volume di registrazione fino a far vedere +3 fisso ed ogni tanto anche +5 ed era felice perché "si sente forte". Ma erano già i tempi del walkman in metropolitana.

    Attendo commenti e confutazioni ad eventuali errori o imprecisioni involontarie :D ;)

    edit: dettagli
     
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    Nelle specifiche dichiarate dai produttori ci sono dati molto utili per la taratura ed e' consigliabile in sede di taratura fare riferimento a quei dati.
    Ovviamente sempre disponendo di un buon nastro campione.
    Mi riferisco alla tensione di uscita effettiva e alla corrispondenza del livello indicato dai vu-meter.
    Purtroppo come dici giustamente il livello di riferimento negli anni e' effettivam cambiato.
    Cosa che rende l'operazione di taratura meno facile.
    Se poi si considera la scarsa sincerita' e linearita' dei vu-meter allora bisogna prendere atto che la taratura diventa spesso un operazione delicata e molto dipendente dalla sensibilita ed esperienza del tecnico.
    Vu-meter realmente sinceri non sono molti.
    E quelli a barre-led dei deck piu recenti non consentono nemmeno regolazioni accurate.
    I deck economici poi di led ne hanno cosi pochi da rendere la taratura una specie di lotteria.
    Le piastre a barre led piu lunghe e con molti led sono certam migliori.
    Ma un buon aghetto e' sempre piu accurato.
    Purtroppo la linearita' in frequenza degli indicatori lascia quasi sempre a desiderare.
    Insomma: i deck rimangono un affascinante mondo del pressapoco.
    Sta a noi considerarlo affascinante e non snervante.
    Con un po' di filosofia ovviamente.
    Talvolta mi sono cimentato nel cercare di linearizzare la risposta dei vu-meter.
    Sul filo tra l'affascinante e lo snervante.
    Ma ero piu' giovane e meno filosofo.
     
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    Il suono cambia tra 1000 e un 1000ZXL.
    Le curve di equalizzazione, sono diverse in entrambe le macchine.

    Il 1000 usa lo standard IEC I e il 1000ZXL l' IEC II.
    Il primo standard è del 1973 e il secondo del 1981.

    IEC_tapes
     
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    Però ci sono casi in quali certi deck Aiwa degli anni 70, hanno
    una risposta in frequenza, pari o migilore di un deck mid level
    del decennio dopo.
     
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    Tutte queste cose più il contributo di Matteo soffiano sul fuoco del marasma causato dalla standardizzazione ad minghiam che avevo sollevato anche altrove ma che, ahimè, sono così e non ci si può far nulla.

    Belli i nastri campione BASF. Inscì a veghen.
     
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    Bellissimo. Ringrazio il_clod per aver portato la discussione su un piano scientifico, ma ahimè poco pratico per le esigenze espresse da Maurizio nella sua domanda iniziale. Ovviamente tutto quanto scritto da il_clod è assolutamente e scientificamente esatto (anche se ho una piccola riserva sul livello "zero" per le cassette, che mi pare di ricordare essere di 185 nWb/m; 200 nWb/m dovrebbe essere il livello per i bobine a 9,5 e 19 cm/sec), però...
    Però si scontra con la sempre maggiore avarizia che ha contraddistinto le informazioni fornite dai costruttori sui propri nastri con l'avanzare del tempo. Se a metà degli anni '80 le cartine di cellophane che sigillavano le cassette erano piene di info tecniche, col tempo queste si sono via via dileguate. In ogni caso, queste info tecniche davano un'idea della qualità del nastro, ma sono sempre state poco interpretabili dai più che non avessero una (solida) preparazione scientifica sui parametri cardine della registrazione magnetica analogica su nastro, e, pertanto, poco utili dal punto di vista pratico, che è quello che interessa a Maurizio.
    Ricordo che era la TDK la casa che forniva le maggiori informazioni, ma a quanto pare non era una regola seguita sempre dalla Casa. Ho alcune cassette TDK ancora sigillate razzolate sulla baia, originali americane, e non c'è alcuna traccia di queste info (i nastri sono SA e SA-X del 1991). Stessa cosa sulle cassette BASF Chrome Super Quality II, sulle TDK CD-Ing2, Sony UX dove si fa riferimento ad una sigla "strana" IEC II U564W (che è la stessa sigla del nastro Abex postato da Matteo), nessuna info sulle UX-Pro europee (quelle con le guide nastro in ceramica), sulle TDK Optima 4 metal. Mi ricordo, invece, che ai tempi in cui acquistavo le cassette nella mia città queste erano "piene" di info tecniche, ma purtroppo le ho usate e le cartine di cellophane le ho buttate. Detto questo, credo che oggi sia difficilissimo recuperare queste info; lancio un'idea: chi ha queste notizie ne potrebbe fare un piccolo "database" qui, ad uso di tutti.
    In linea generale, comunque, le nozioni citate da il_clod sono utili per capire se un nastro è buono, come va registrato, di quali parametri tenere conto, ecc, ma un registratore a nastro (cassette o altro) non è uno strumento di misura e generalmente dispone di indicatori del livello medio di magnetizzazione (i VU-meter) abbastanza modesti qualitativamente, che comunque danno appunto un'idea media di ciò che si sta trasferendo sul o dal nastro. I peak-meter furono introdotti proprio per questo motivo: per evidenziare i picchi di segnale che i lenti vu-meter non riuscivano ad evidenziare. Il diffondersi dei meter a led o a cristalli liquidi li ha resi sì più scenografici, ma meno precisi e soprattutto, per i costruttori, più economici da implementare...
    Torniamo a noi.
    Ho recuperato tempo fa, in rete, alcuni documenti tecnici in inglese (della BASF, soprattutto) che spiegano molto bene quasi tutti gli argomenti introdotti da il_clod; si chiamano bias, eq, cassette housing (parla della famosa cassetta di calibrazione della BASF), meters (come individuare i livelli corretti di magnetizzazione), HX-pro, ecc. Ovviamente li posso mandare per e-mail a chiunque me ne faccia richiesta; questi documenti aiutano a soddisfare la curiosità tecnica sugli argomenti citati ma non aiutano a capire come si faccia "praticamente" una bella registrazione su nastro (di qualunque tipologia), che era la domanda iniziale di Maurizio.
    Comunque bella discussione, veramente...

    Edited by edate7 - 13/12/2016, 23:30
     
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    Ribadisco che, secondo me, nella registrazione, prima di arrivare all'arte, ci vuole la scienza, ossia conoscere il sistema che stai usando, con le sue prerogative ed i suoi limiti. Poi ci vuole l'orecchio educato, e tanto.

    Esempio: la modalità "brick wall" o "all button" del famoso compressore da studio Urei 1176 non era documentata perché nemmeno prevista. Eppure è saltata fuori, forse per sbaglio, come una pratica tipica nei suoni hard rock degli anni 70. O il flanger, "inventato" per caso dopo una sessione di double tracking "venuta male" (la leggenda vuole durante la post produzione di "Sergeant Pepper")

    Penso che l'essere abituati al digitale ha modificato abitudini e percezioni anche quando registriamo in analogico. E questo non è per forza un bene per l'analogico e per le sue regole.

    Concordo sul fatto che gli inventor's notebook dovrebbero essere ormai patrimonio di tutti i nastrofili. Basta sapere cosa cercare.

    Sull'economicità dei vu meter a barra rispetto al sono scettico. e non parlo dei 5 led sulle piastre RS-X technics (per fare un esempio) di metà anni 80. Parlo dei display fluorescenti lunghi una spanna (con relativo pcb di controllo lungo altrettanto) che voi conoscete bene.


    edit:
    i livelli di riferimento per i nastri a cassette ora sono a 250nwb/m.
    185 è per i reel to reel nelle sue varie declinazioni (+3 +6 +9 dB)
    200 nWb/m è il livello d'allineamento del sistema Dolby ovunque sia implementato.

    link 1

    link 2

    Edited by il_clod - 14/12/2016, 14:38
     
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    Concordo con quanto scritto da " il_clod ".
    In fatto di registrazione che fa la differenza è " il mestiere ".....ovvero la conoscenza basilare dei prodotti ma , sempre secondo me, la cosa più importante è la tecnica che ognuno affina negli anni. In rete o sui manuali possiamo trovare la giusta procedura per registrare ma i veri risultati si ottengono solo con la propria esperienza che spesso ci fa optare per procedure diverse da quanto descritto sui manuali stessi. L'esempio lampante è quello che se portiamo lo stesso deck o rtr a far tarare da tecnici diversi il risultato che si avrà sarà ogni volta un suono diverso. E cosi vale per le registrazioni....quindi credo che come più volte ho detto ....non sia sufficente premere il semplice tasto rec.
    Maurizio
     
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