Soggettività e oggettività

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  1. tunedguy57
     
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    Ripesco questo thread che era rimasto intrappolato in una sezione messa in stand-by.
    Lo faccio perche' secondo me sempre attuale.
    Che annosa questione quella della soggettività degli ascolti!
    Un modo per zittire chi argomenti scelte tecniche e parametri tecnici rilevati?
    Oppure la vendetta dell'ascoltone sul misurone?
    Il problema dell'audiofilo inteso in senso strettamente antropologico lo saltiamo a piè pari.
    Solo due parole per dire cosa secondo me è giusto intendere con "problema dell'audiofilo":
    In tutti i campi ove siano coinvolte tecnologie, fenomeni fisici e la loro relativa percezione vi è un forte tasso di dissenso tra gli interessati alla questione, ma in nessuno come nella percezione acustica vi è meno concordia e più dissenso.
    Provate a pensare soltanto al senso del gusto: un vino può essere caratterizzato da minor o maggior acidità, può essere giudicato in vari modi da i somellier più quotati, e alla fine il consumatore sarà portato a sentirsi in soggezione rispetto ai pareri ufficiali.
    Un vino del carso "Terrano" potrà essere quasi imbevibile per la sua acidità ma troverà sempre qualcuno pronto a giurare che va bene così.
    Direi che in fondo ci sta tutto.......
    In campo audio basta che si tiri fuori la questione delle curve audiometriche di Fletcher e Munson e relativi aggiornamenti che già il vespaio si anima.
    Certo: c'è chi si accatta casse decisamente cupe nel suono ma se la recensione della rivista ha toccato i punti sensibili della sua "seminfermità mentale" lui si ascolterà tutto contento le magiche cupezze come se bevesse nettare celeste.
    Per qualche tempo......
    Poi, quando gli si drizzerà il pelo della schiena a casa dell'amico ascoltando altri aggeggi, entrerà in crisi e si sentirà il classico "jackass" dei cartoons di Willy Coyote e cercherà di vendere le sue "maestà cupe"..scoprendo che nessun altro pirla le vuole...dimostrandogli che è lui l'imperatore dei pirla.
    Vabbè...storie note.
    In linea di massima i vintagisti sono all'incirca degli "audiofili convalescenti", guariti dalla "seminfermità" di cui sopra ma purtroppo ancora e sempre disperatamente esposti al rischio di ricadute.
    Si saranno liberati dello Spectral perdendoci l'equivalente di una buona auto usata, e si saranno buttati a corpo morto sul vintage "ma quello buono".
    Ora...è evidente come già definire certo vintage "quello vero, quello buono" è il chiaro sintomo del persistere del morbo della ricerca dell'assoluto negli ascolti.
    Certo, esistono apparecchi migliori e apparecchi peggiori.
    Un Marantz 8 (oppure un 8B) sarà dura che suoni peggio di un magico Grundig (di "quelli buoni"....hahahaha).
    Suonerà meglio in tutte le salse e con tutte le casse che gli verranno attaccate.
    Suonerà forte più dei suoi 30-35 watt e suonerà grande...collocando tutto magicamente al suo posto.
    Ma senza scomodare il gotha del vintage andando a conoscere il vintage d'annata (anni 50 e 60) si potranno trovare un sacco di apparecchi le cui prestazioni soniche andranno da buone ad eccellenti. Quasi mai ciofeche, in realtà.
    Vanno escluse da questa categoria le fonovalige, ovviamente. Ma non perchè suonino tutte male, ma perchè semplicemente non erano concepite per uso hifi, e ascoltarle con piacere esige sempre una sorta di ginnastica mentale cui non tutti sono allenati.
    Un vecchio adagio della nonna diceva "chi si contenta gode".
    Sembra proprio che su questo punto non vi sia possibilità di comporre la questione in termini razionali.
    Un certa deriva culturale ci ha portati a considerare in modo nemmeno troppo cosciente "l'accontentarsi" come un atto di malafede.
    Insomma: un "ingannare se stessi".
    Ora: è tutto da dimostrare che la malafede praticata contro sè stessi sia classificabile come tale a tutti gli effetti.
    Piuttosto mi fermerei alla definizione di "opportunismo autoingannatore".
    Possono sussistere varie motivazioni per questa cosa, che in fin dei conti personalmente considererei più un estensione del concetto di "legittima difesa" che un vero "vulnus" della verità intesa quale dato oggettivo.
    Insomma: uno può giurare a se stesso che il suo scarrafone gli basta.
    Se sarà realmente così' allora vale il classico "contento lui contenti tutti".
    Il problema sorgerà nel momento in cui dalla soggettività che avrà serenamente professato fino ad un certo punto, passerà al tentativo di trasformarla in oggettività.
    Lo farà cercando consenso.
    Inviterà amici e audiofili vari a casa sua per stupire, per dire loro "senti qua: non ho speso un cazzo, e senti come suona sta roba!".
    Quanto alla propagazione del contagio e all'insorgenza della vera e propria epidemia saranno gli amichetti audiofili a pensarci.
    Esibendo parole e aggettivi di cui talvolta non saranno nemmeno cosi padroni linguisticamente parlando.
    L'epidemia si spargerà veloce, usufruendo del "megafono moderno" che è internet.
    E la manifestazione più evidente della conseguita "pandemia" sarà l'incontrollato diffondersi del "sentito dire".
    Il "sentito" diventerà merce rara sempre più sostituito dal "sentito dire".
    Cresceranno rigogliose le piante della menzogna sotto la cui ombra vivacchieranno apparecchi mediocri mescolati ad apparecchi ottimi.
    Il "grande megafono moderno" imperverserà fino alla nausea...fino a convincere che un Nad 3020 è un termine di paragone acustico.
    Fino ad affermare che cambiare il cavo delle casse Grundig (e qui qualche malaticcio dirà "eh, no questo non me lo dovevi dire") porta a un degrado sonico irrimediabile.
    La religione del "tutto Grundig" è una tipica manifestazione di rimbalzo del morbo stesso.
    L' "acquasanta" di Lourdes per i peccatori.
    "Perdonami o prodotto di Furth, perchè ho peccato: ho speso fortune per rincorrere l'assoluto. Mi sono preso Audio Research e Spectral impoverendo le finanze della famiglia. Mi sono illuso di poter toccare il cielo ergendo la torre di Babele e sono stato giustamente punito.
    Ora che conosco la verità saprò amarti e venerarti, o mio salvatore di Furth"
    L'idolatra moderno vittima dell'inganno non si ferma davanti a nulla.
    "Con quello che avrei speso per cambiare preamplificatore mi compro tre impianti full CCI"
    Vabbè...non volevo arrivare a CCI quando ho cominciato a scrivere.
    L'ho usato semplicem per dimostrare che quando il soggettivo spezza le catene ed esce a conquistare oggettività a colpi di "sentiti dire", dalle melme del lago di Loch Ness si rialza il serpentone e la storia si ripete.
    Ci vorrà un novello messia a smascherare i mercanti del tempio.
    Ma poi la nemesi della storia farà sempre e per sempre nuove vittime.
    Perchè come dicono a Venezia:
    "Ogni giorno nasse un cucco: beato chi che se o' cucca!"

    f

    Edited by tunedguy57 - 24/2/2018, 00:35
     
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12 replies since 14/6/2014, 09:18   531 views
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