Soggettività e oggettività

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    Ripesco questo thread che era rimasto intrappolato in una sezione messa in stand-by.
    Lo faccio perche' secondo me sempre attuale.
    Che annosa questione quella della soggettività degli ascolti!
    Un modo per zittire chi argomenti scelte tecniche e parametri tecnici rilevati?
    Oppure la vendetta dell'ascoltone sul misurone?
    Il problema dell'audiofilo inteso in senso strettamente antropologico lo saltiamo a piè pari.
    Solo due parole per dire cosa secondo me è giusto intendere con "problema dell'audiofilo":
    In tutti i campi ove siano coinvolte tecnologie, fenomeni fisici e la loro relativa percezione vi è un forte tasso di dissenso tra gli interessati alla questione, ma in nessuno come nella percezione acustica vi è meno concordia e più dissenso.
    Provate a pensare soltanto al senso del gusto: un vino può essere caratterizzato da minor o maggior acidità, può essere giudicato in vari modi da i somellier più quotati, e alla fine il consumatore sarà portato a sentirsi in soggezione rispetto ai pareri ufficiali.
    Un vino del carso "Terrano" potrà essere quasi imbevibile per la sua acidità ma troverà sempre qualcuno pronto a giurare che va bene così.
    Direi che in fondo ci sta tutto.......
    In campo audio basta che si tiri fuori la questione delle curve audiometriche di Fletcher e Munson e relativi aggiornamenti che già il vespaio si anima.
    Certo: c'è chi si accatta casse decisamente cupe nel suono ma se la recensione della rivista ha toccato i punti sensibili della sua "seminfermità mentale" lui si ascolterà tutto contento le magiche cupezze come se bevesse nettare celeste.
    Per qualche tempo......
    Poi, quando gli si drizzerà il pelo della schiena a casa dell'amico ascoltando altri aggeggi, entrerà in crisi e si sentirà il classico "jackass" dei cartoons di Willy Coyote e cercherà di vendere le sue "maestà cupe"..scoprendo che nessun altro pirla le vuole...dimostrandogli che è lui l'imperatore dei pirla.
    Vabbè...storie note.
    In linea di massima i vintagisti sono all'incirca degli "audiofili convalescenti", guariti dalla "seminfermità" di cui sopra ma purtroppo ancora e sempre disperatamente esposti al rischio di ricadute.
    Si saranno liberati dello Spectral perdendoci l'equivalente di una buona auto usata, e si saranno buttati a corpo morto sul vintage "ma quello buono".
    Ora...è evidente come già definire certo vintage "quello vero, quello buono" è il chiaro sintomo del persistere del morbo della ricerca dell'assoluto negli ascolti.
    Certo, esistono apparecchi migliori e apparecchi peggiori.
    Un Marantz 8 (oppure un 8B) sarà dura che suoni peggio di un magico Grundig (di "quelli buoni"....hahahaha).
    Suonerà meglio in tutte le salse e con tutte le casse che gli verranno attaccate.
    Suonerà forte più dei suoi 30-35 watt e suonerà grande...collocando tutto magicamente al suo posto.
    Ma senza scomodare il gotha del vintage andando a conoscere il vintage d'annata (anni 50 e 60) si potranno trovare un sacco di apparecchi le cui prestazioni soniche andranno da buone ad eccellenti. Quasi mai ciofeche, in realtà.
    Vanno escluse da questa categoria le fonovalige, ovviamente. Ma non perchè suonino tutte male, ma perchè semplicemente non erano concepite per uso hifi, e ascoltarle con piacere esige sempre una sorta di ginnastica mentale cui non tutti sono allenati.
    Un vecchio adagio della nonna diceva "chi si contenta gode".
    Sembra proprio che su questo punto non vi sia possibilità di comporre la questione in termini razionali.
    Un certa deriva culturale ci ha portati a considerare in modo nemmeno troppo cosciente "l'accontentarsi" come un atto di malafede.
    Insomma: un "ingannare se stessi".
    Ora: è tutto da dimostrare che la malafede praticata contro sè stessi sia classificabile come tale a tutti gli effetti.
    Piuttosto mi fermerei alla definizione di "opportunismo autoingannatore".
    Possono sussistere varie motivazioni per questa cosa, che in fin dei conti personalmente considererei più un estensione del concetto di "legittima difesa" che un vero "vulnus" della verità intesa quale dato oggettivo.
    Insomma: uno può giurare a se stesso che il suo scarrafone gli basta.
    Se sarà realmente così' allora vale il classico "contento lui contenti tutti".
    Il problema sorgerà nel momento in cui dalla soggettività che avrà serenamente professato fino ad un certo punto, passerà al tentativo di trasformarla in oggettività.
    Lo farà cercando consenso.
    Inviterà amici e audiofili vari a casa sua per stupire, per dire loro "senti qua: non ho speso un cazzo, e senti come suona sta roba!".
    Quanto alla propagazione del contagio e all'insorgenza della vera e propria epidemia saranno gli amichetti audiofili a pensarci.
    Esibendo parole e aggettivi di cui talvolta non saranno nemmeno cosi padroni linguisticamente parlando.
    L'epidemia si spargerà veloce, usufruendo del "megafono moderno" che è internet.
    E la manifestazione più evidente della conseguita "pandemia" sarà l'incontrollato diffondersi del "sentito dire".
    Il "sentito" diventerà merce rara sempre più sostituito dal "sentito dire".
    Cresceranno rigogliose le piante della menzogna sotto la cui ombra vivacchieranno apparecchi mediocri mescolati ad apparecchi ottimi.
    Il "grande megafono moderno" imperverserà fino alla nausea...fino a convincere che un Nad 3020 è un termine di paragone acustico.
    Fino ad affermare che cambiare il cavo delle casse Grundig (e qui qualche malaticcio dirà "eh, no questo non me lo dovevi dire") porta a un degrado sonico irrimediabile.
    La religione del "tutto Grundig" è una tipica manifestazione di rimbalzo del morbo stesso.
    L' "acquasanta" di Lourdes per i peccatori.
    "Perdonami o prodotto di Furth, perchè ho peccato: ho speso fortune per rincorrere l'assoluto. Mi sono preso Audio Research e Spectral impoverendo le finanze della famiglia. Mi sono illuso di poter toccare il cielo ergendo la torre di Babele e sono stato giustamente punito.
    Ora che conosco la verità saprò amarti e venerarti, o mio salvatore di Furth"
    L'idolatra moderno vittima dell'inganno non si ferma davanti a nulla.
    "Con quello che avrei speso per cambiare preamplificatore mi compro tre impianti full CCI"
    Vabbè...non volevo arrivare a CCI quando ho cominciato a scrivere.
    L'ho usato semplicem per dimostrare che quando il soggettivo spezza le catene ed esce a conquistare oggettività a colpi di "sentiti dire", dalle melme del lago di Loch Ness si rialza il serpentone e la storia si ripete.
    Ci vorrà un novello messia a smascherare i mercanti del tempio.
    Ma poi la nemesi della storia farà sempre e per sempre nuove vittime.
    Perchè come dicono a Venezia:
    "Ogni giorno nasse un cucco: beato chi che se o' cucca!"

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    Edited by tunedguy57 - 24/2/2018, 00:35
     
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    "Vanno escluse da questa categoria le fonovalige, ovviamente non che suonino male", hai ragione ma consentimi di elevare a molto buone le fonovaligie valvolari stereo della Philips, in varie tipologie con soli 1,4/1,7w x 2, ma dotate di inaspettata qualità musicale, tanto da meritare poi il derivato mini amplificatore Ag9016 ( lo schema e quindi l'amplificatore sono gli stessi della fonovaligie Ag9015 nata però tre anni prima), venduto in oltre il milione di esemplari, numeri ancora più elevati quelli delle varie serie di fonovaligie!
    Quindi obiettivamente suonano molto bene, soggettivamente anche.
     
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    sulle philips si sfonda una porta aperta.

    Chi è venuto un goccio dopo "cronologicamente" ha avuto a che fare con i giradischi amplificati che montavano gli esagonali a cono leggerissimo. Mostruosamente piacevoli da ascoltare (specie con certe musiche ispaniche,gipsy king e altri posti dove la chitarra "conta" ) e in grado di dare il meglio di loro con un paio di watt.

    Un punto sul soggettivo e oggettivo è anche e molto sulla potenza "percepita".

    Un ampli giapponese tutto lancette e cromature da un centinaio di watt con un paio di casse ben dimensionate (sopratutto se con il reflex a labirinto) può farti veramente piacere.

    Magari collegato alle rogers ti fa credere che è per musica di sottofondo...

    Ho sentito suonare dei giradischi amplificati che ora non si tira più nessuno (BSR con elettronica nostrana da una decina di watt) suonare con più calore e più personalità di un piatto giapponese entry level con la solita AT gialla (con un suono più neutrale della svizzera) e poi magari amplificato con un modulo STK (neutralità timbrica totale).

    Bello,magari suona forte....ma stufa!
     
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    CITAZIONE (tunedguy57 @ 14/6/2014, 10:18) 
    La religione del "tutto Grundig" è una tipica manifestazione di rimbalzo del morbo stesso.
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    Io farei un aggiunta ossia che la religione del tutto "della stessa marca" è una manifestazione del morbo. Perchè dopo aver riparato parecchie piastre a cassette,sintonizzatori (e i tanto conosciuti sintoamplificatori) e amplificatori qualche idea uno se la fa.

    E sopratutto si imparano i difetti dove sono.
     
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    Aggiungo un mio commento per quello che potrà valere, non esendo uno in grado di esprimere pareri oggettivi sulla qualità o bontà del suono finale che esce dalle casse.
    Mi capita abbastanza spesso di dover rispondere ad amici che conoscono la mia passione per l'HiFi o il "buon ascolto" e quindi chiedono consiglio. Poverini ... li intorto con un sacco di storie e teorie per finire con un "quello che conta è che nelle tue orecchie suoni bene"!
    Mi sono reso conto che un ascolto da solo non basta quasi mai. Solo il confronto aiuta a trovare l'indirizzo giusto. Ma qui si cade poi in un labirinto vorticoso che non ti dà punti fermi assoluti. Non sai da cosa partire:
    - dalla sorgente? anche i giradischi non suonano tutti uguale, anzi le variabili sono quasi infinite!!;
    - dall'amplificazione? per non parlare poi della possibilità di separare preamplificazione dalla amplificazione finale! ;
    - dalle casse?
    Insomma, ambito veramente complesso ...
    Sono comunque d'accordo con tunedguy57 quando spiega che il passaggio da "soggettività" a "oggettività" è pericoloso se non impossibile ;)
     
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    leggo con grande piacere questo post datato che, purtroppo, non ha età.
    Scrivo purtroppo perchè, dopo essermi disintossicato da una decina di anni, molte volte sono stato sul baratro e rientrare nel giro.
    Ho fumato per molti anni e (specie nei primi tempi) sognavo di fumare per poi svegliarmi con i sensi di colpa per essere ricaduto in un maledetto vizio tale era verosimile il sogno, ebbene la follia audiofila che ti porta a spendere cifre che sicuramente potresti investire con miglior piacere in altre cose, è dietro l'angolo. Come la attrazione per l'anello dell'omonimo libro, una volta che ti entra dentro, non ti lascia piu libero e colpisce proprio quando te ne senti definitivamente immune!
     
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    Non ho mai inseguito la religione del "più spendi, meno spendi" perchè, specie nel caso dell'hifi, non è affatto così. Certo, anche io sono andato alla ricerca di sonorità diverse, ma sempre cercando di spendere il meno possibile, senza farmi attrarre dal gorgo dell'hi-end. Per questo sono rimasto sempre nel vintage: a parte che sono assolutamente convinto che le robe odierne - a parte rare, piccole eccezioni - suonino forse leggermente meglio, se non tale e quale alle mie vecchie carabattole che costano un decimo, ho concentrato la mia attenzione sulle cose che effettivamente e visibilmente cambiano le carte in tavola: diffusori, testine e amplificazioni. Senza follie, con molta calma, tenendo le robe per almeno cinque anni e oltre, sono arrivato a quel che mi piace e che si sposa con il mio ambiente d'ascolto spendendo il giusto, forse anche meno del giusto. Quello che mi ha fatto fare il vero salto mortale carpiato nelle prestazioni, però, è essere arrivato alle Snell Type A. Ho venduto le mie care IMF TLS50II per fare spazio a queste e non me ne sono pentito. Ora, sul fronte diffusori posso anche fermarmi... sugli altri fronti mi sono fermato da un bel pezzo. :D :P
    P.S. Il giudizio sulle Snell è oggettivo... fatte ascoltare ad amici con le orecchie molto migliori delle mie, sono piaciute anche a loro. :b:
     
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    Ma si, le Snell A restano sempre tra le migliori casse di ogni tempo...mettono sempre daccordo tutti gli orecchi...
     
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    D'accordo ... ma il portafogli? Ho visto prezzi stratosferici. È vero che sarà un investimento per la vita, ma avrei dovuto cominciare a mettere da parte spiccioli da parecchio tempo ormai ...
     
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    Ho una coppia di Cello e se avessi la malsana idea di cambiare diffusore ( e per fortuna non la ho:-) le snell sarebbero la prima scelta!
    Costicchiano ed è difficile trovarne una coppia in buono stato, ma è un ottimo investimento.
    edate7 mi sembra che stiamo dicendo la medesima cosa...
     
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    Le Snell A sono il mio sogno proibito da anni
     
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    tunedguy57 ho riletto il tuo messaggio alcune volte. E' una perla di saggezza.
    La cosa curiosa è che parli di pandemia quando questo termine non era sulla bocca di tutti.
    Concordo pienamente su ogni singolo concetto. Ogni audiofilo o presunto tale dovrebbe rileggere questo messaggio ogni qualvolta viene investito da un raptus:-)
     
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    @ Nunzio Recano
    ti ringrazio...avevo ripescato questo post proprio perchè credo sia abbastanza un evergreen, potenzialmente utile per tutta la nostra categoria...
     
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