Gli amplificatori (di potenza) suonano tutti diversi? E se si, perche'?

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    Dunque:il sistema in classe H fa aumentare in modo graduale la tensione di alimentazione dei finali proporzionalmente
    al segnale amplificato con
    conseguente minor spreco di energia, la classe G ne è la precedente versione
    in cui la commutazione bassa tensione alta tensione avveniva "di scatto" appena l'ampli ne aveva bisogno.
    Il punto debole di queste classi è legato alla scelta della componentistica ed alla progettazione dell'insieme
    poiché si richiede la massima qualità ed il miglior dimensionamento soprattutto del trasformatore con più secondari, occorre anche calcolare nel miglior modo possibile le soglie d'intervento.
    Se si raggiungono tutti questi obbiettivi la classe H è la scelta migliore anche se impattera'negativamente sul costo degli apparecchi che la adottano.

    SALVO
     
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    In realta` leggendo il manuale vedo che il Plx viene definito come un "Class AB complementary linear output with Class H 2-step high efficiency circuit"... per cui non capisco: e` un Classe AB perche` ha dei finali di tipo "classico" e l'alimentazione in Classe H? La Classe H si "sovrappone" in qualche modo alla Classe AB? In che modo?
     
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    -Ho trovato una foto un po' piu' chiara su internet ed effettivamente sembra che usi un'alimentazione in classe H ma l'alimentatore mi sembra switching quindi una sorta di "ibrido" in alimentazioni con i finali polarizzati in classe AB:
    Insomma: switching vuol dire interdizione in assenza di carico ma che, al momento della richiesta fa commutare l'uscita a tensione piu' ridotta (quindi tipico classe G e H) per poi passare in maniera graduale ad alimentare i finali con la massima tensione a seconda della richiesta energetica (classe H), in teoria, se ben realizzato, funziona bene, trattasi di un ampli pro e della resa sonora potrai parlarcene tu.
    Uno schema elettrico mi avrebbe senz'altro aiutato ad effettuare una diagnosi piu' precisa ma in linea di massima credo di aver interpetrato bene.

    SALVO.

    QSC_Plx_2402
     
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    Un altro scritto da stampare e incorniciare... Grazie!
     
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    Grazie a te ed a tunedguy57 che propone sempre threads interessanti.

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    CITAZIONE (magoturi @ 25/3/2019, 18:30) 
    -Ho trovato una foto un po' piu' chiara su internet ed effettivamente sembra che usi un'alimentazione in classe H ma l'alimentatore mi sembra switching quindi una sorta di "ibrido" in alimentazioni con i finali polarizzati in classe AB:
    Insomma: switching vuol dire interdizione in assenza di carico ma che, al momento della richiesta fa commutare l'uscita a tensione piu' ridotta (quindi tipico classe G e H) per poi passare in maniera graduale ad alimentare i finali con la massima tensione a seconda della richiesta energetica (classe H), in teoria, se ben realizzato, funziona bene, trattasi di un ampli pro e della resa sonora potrai parlarcene tu.
    Uno schema elettrico mi avrebbe senz'altro aiutato ad effettuare una diagnosi piu' precisa ma in linea di massima credo di aver interpetrato bene.

    SALVO.

    QSC_Plx_2402

    Grazie Magoturi, in due righe mi hai chiarito quello che un mese di letture su internet non erano riuscite a fare (complice anche la mia ignoranza in materia). Se li trovo ti posto anche gli schemi ma non voglio interrompere la vs disamina, visto che si stava parlando di Classe H mi sono "intromesso" per chiedere lumi. grazie ancora.
     
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    Questo thread voleva parlare di tecnica inerente agli amplificatori di potenza, e non agli integrati.
    Ma considerando solo la sezione finale dell'integrato Sansui AU907dr, e il suo sistema di alimentazione, ci poteva stare una spiegazione sulla classe H e classe G.
    Una affermazione mi ha colpito:

    "Il punto debole di queste classi è legato alla scelta della componentistica ed alla progettazione dell'insieme
    poiché si richiede la massima qualità ed il miglior dimensionamento soprattutto del trasformatore con più secondari, occorre anche calcolare nel miglior modo possibile le soglie d'intervento.
    Se si raggiungono tutti questi obbiettivi la classe H è la scelta migliore anche se impattera'negativamente sul costo degli apparecchi che la adottano"

    Nel magnificare l' integratone Sansui (di cui non metto in discussione la validità: sono sempre 33 kg di bestione) si arriva ad affermare che la classe H è la scelta migliore, e su questo ci sarebbe non poco da discutere, ma addirittura si afferma che "impatta negativamente sul costo".
    Forse avrà impattato nel 1987, quando una Sansui già in gravissima crisi di liquidità, e ormai in mano alle banche, cercava di recuperare immagine andando a sfornare amplificatori anche pregevoli tecnicamente, ma portanti il segno della sconfitta, (cambiarono anche il logo, per rinnovare un immagine deteriorata), con costruzioni meccaniche lontane dagli standard raffinati di un tempo (si puntava sul contenuto tecnologico), ma è ben noto come l'alimentazione a tensione variabile (sia essa G o H) sia già da molti anni territorio degli ampli per PA ultrapotenti a basso costo made in China.
    L'"alta efficienza" degli alimentatori a tensione variabile è fuori discussione.
    Molto discutibile, anzi, discutibilissima la loro superiorità.
    Nel lontano 1984 mi baloccavo col cubo di Carver M400. Una vera bomba di dinamica. Alimentazione a tre stadi e sensore di commutazione anche raffinato (Carver lo chiamo' "Magnetic Field Amplifier"), riusciva a far volare le B&W DM6, note divoratrici. Era dotato di un triac in serie al primario che aumentava drasticamente l'efficienza, e consentiva di stoccare energia, da usare per ricaricare i condensatori di alimentazione con una curva a scalini (sessanta al secondo, negli States, e cinquanta in Europa). L'ampli era un concentrato di brevetti e sicuramente l'alimentazione a tre stadi non era la parte più innovativa.
    Ma fu sempre miseramente perdente quando paragonato ad amplificatori tradizionali, sebbene meno potenti.
    Con questo non dico che gli amplificatori a tensione commutata o tensione variabile suonino peggio, ma che sono, prima di ogni altra considerazione, un modo per risparmiare sul trasformatore, che rimane la parte più costosa di un amplificatore di potenza. Non oso immaginare il costo di un trasfo di un Crown PSA2 o di un Phase Linear 700, o Marantz 500.
    La stessa Nad produsse ampli con il suffisso PE (power envelopment) indubbiamente capaci di exploit dinamici superiori al noto 3020, ma mai nessuno si è sognato di detronizzare il 3020 dal punto di vista sonico, a confronto dei Nad PE.
    Un amplificatore "efficiente" è un amplificatore capace di erogare un surplus di potenza per un tempo limitato, basato su un calcolo statistico sui contenuti di picchi del programma musicale. Ma si provi a pilotare diffusori realmente duri e a bassa impedenza con note di organo prolungate a bassissima frequenza e poi si capiscono esattamente e improvvisamente tutti i suoi limiti.
    La vera alternativa "efficiente" oggi è l'alimentazione switching (magari insieme ad un alimentazione a tensioni commutate).
    Ma mi associo al ben più competente Doug Self quando afferma che i problemi che introduce surclassano i vantaggi.
    E per problemi si intenda "bilancio costi/benefici", dal momento che gli switching sono sempre stati e sono ancora dei maledetti generatori di armoniche ad alta frequenza che impestano nel raggio di metri tutto ciò che trovano, e impongono l'uso di pesanti ed ermetiche blindature per contenere tutta quella rumenta che generano come sottoprodotto del loro funzionamento.

    Aggiungo che la Sansui in origine era una fabbrica di trasformatori, e solo in un secondo tempo si orientò sugli amplificatori.
    Ma non smise di costruirsi in casa i trasformatori per suoi amplificatori, almeno finchè le banche la strangolarono (la cosa cominciò a partire dal 1980).
    Forse il gioiello più bello fu il trasformatore di uscita dell'integrato valvolare AU111, ma è evidente, nell'aprire un classico Sansui degli anni 60 e 70, che i trasformatori erano il loro forte.
    Questo lo dico, perchè il mio sospetto sulla presenza di un trasformatore portante il nome Tamura (associato a Sansui) nel AU907DR, è che nella fretta di sfornare amplificatori sempre più elaborati, si sia preferito affidare all'esterno la produzione (forse non la la progettazione: magari in Sansui lavorava ancora qualche ingegnere della sezione trasformatori) del trasfo.
    Non escluderei nemmeno che verso la fine degli anni 80, la Sansui non producesse nemmeno più trasformatori, ma li commissionasse a terzi, su loro specifica.
    E sebbene Tamura sia invero un nome di eccellenza, va detto che è diventato da noi un nome magico solo dagli anni 80, mentre dal 1924 era sempre stato un costruttore come altri, la cui produzione fu assorbita in tempo di guerra per le forniture militari, e la cui produzione attuale spazia in vari campi.

    Sansui è uno dei pochissimi marchi giapponesi che ho coltivato e collezionato, e naturalmente fa soffrire sapere delle difficoltà che la portarono inesorabilmente a diventare un semplice brand vuoto di contenuti, che passa di mano in mano.
    Nel net si trovano pagine commoventi di ex-ingegneri della Sansui, che ci dicono molto sulla situazione della nota azienda in quel suo ultimo decennio di attività.
    Mi piace pensare che la crisi della Sansui fu principalmente dovuta ai costi di produzione e alla caparbietà con cui si ostinarono a tenere altissima la qualità del prodotto, in un epoca in cui la trippa per gatti stava diminuendo (primi anni 80) e per sopravvivere bisognava venire anche a compromessi. Onore ai Samurai.

    Seri problemi di salute in questo periodo, mi rendono difficile gestire la continuazione del thread, ma spero di farcela.

    saluti
    tuned

    Edited by tunedguy57 - 26/3/2019, 15:08
     
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    Mah:intanto mi auguro che risolvi al più presto i tuoi problemi di salute.
    In merito alla classe H( se ben realizzata come nel Sansui in questione) diciamo che consente di avere dei condensatori di capacità più piccole per esprimere la prima porzione di potenza e più grandi per la seconda ma sempre decisamente più piccoli del sistema classico che si appoggia sempre allo stesso condensatore, il trasformatore deve invece essere a più secondari e possente, il tutto di alta qualità come nel caso del Sansui in questione ma i costi si alzano.
    Però fatta cosi la preferisco e Sansui tentò di sbaragliare la concorrenza con quelle realizzazioni fantastiche (anche come prestazioni audio...) purtroppo fu già molto tardi.

    SALVO
     
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    CITAZIONE (tunedguy57 @ 26/3/2019, 10:07) 
    Seri problemi di salute in questo periodo, mi rendono difficile gestire la continuazione del thread, ma spero di farcela.

    saluti
    tuned

    Federico, ti auguro di rimetterti quanto prima.
    Attendo con trepidazione la continuazione del thread.
     
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    Ho letto con grande curiosità tutto questo thread, spero sia quello giusto dove chiedere lumi sui miei dubbi,
    ho un luxman m150 (identico all'm1500), questo finale di potenza veniva presentato come 75+75 watt RMS su 8 ohm, su entrambi i canali (A+B)
    e 90+90 watt RMS su 8 ohm su un solo canale, viene descritto come amplificatore a totale simmetria complementare ,
    accoppiato direttamente con un doppio ramo di alimentazione agli stadi finali,
    ha il trasformatore con nucleo a "C" e per l'alimentazione dei finali ha due elettrolitici molto grossi,da 63v 15.000 uf,
    aveva i finali e i piloti bruciati,che ho sostituito(anche le resistenze sui finali e vari elettrolitici), ora suona molto bene,
    ma comunque ,se paragonato con il mio NAD 3020, non mi sembra che il luxman abbia i 90 watt promessi, ma neanche i 75...!!
    il dubbio che ho,dopo aver verificato essere corrette tutte le tensioni di alimentazione,è sui finali che ho utilizzato a sostituzione della coppia
    2sc1079 e 2sa679, sono dei mj15003 e mj 15004, della on semiconductors,...possono essere dei "tarocchi" ?
     
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    La Classe H si "sovrappone" in qualche modo alla Classe AB? In che modo?

    Le classi di lavoro degli stadi finali hanno significato univoco esclusivamente fino alla classe C, infatti a, b, c definiscono tensioni correnti e fasi interessate al "punto di lavoro" dei finali relativamente al segnale da amplificare; le denominazioni di classe superiori alla C, definiscono arbitrariamente variabili diverse e convenzionali, quindi una cosa non esclude l'altra, e un finale in classe G o H, può funzionare ugualmente in classe AB (infatti, ad es. al di sotto dell'intervento del circuito preposto al survoltare dell'alimentazione, non c'è alcuna differenza di funzionamento da un classe AB a un classe G o H.
     
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    riporto a galla questo interessantissimo thread, se Federico avesse voglia di continuarlo... :)
     
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