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Questo thread voleva parlare di tecnica inerente agli amplificatori di potenza, e non agli integrati. Ma considerando solo la sezione finale dell'integrato Sansui AU907dr, e il suo sistema di alimentazione, ci poteva stare una spiegazione sulla classe H e classe G. Una affermazione mi ha colpito:
"Il punto debole di queste classi è legato alla scelta della componentistica ed alla progettazione dell'insieme poiché si richiede la massima qualità ed il miglior dimensionamento soprattutto del trasformatore con più secondari, occorre anche calcolare nel miglior modo possibile le soglie d'intervento. Se si raggiungono tutti questi obbiettivi la classe H è la scelta migliore anche se impattera'negativamente sul costo degli apparecchi che la adottano"
Nel magnificare l' integratone Sansui (di cui non metto in discussione la validità: sono sempre 33 kg di bestione) si arriva ad affermare che la classe H è la scelta migliore, e su questo ci sarebbe non poco da discutere, ma addirittura si afferma che "impatta negativamente sul costo". Forse avrà impattato nel 1987, quando una Sansui già in gravissima crisi di liquidità, e ormai in mano alle banche, cercava di recuperare immagine andando a sfornare amplificatori anche pregevoli tecnicamente, ma portanti il segno della sconfitta, (cambiarono anche il logo, per rinnovare un immagine deteriorata), con costruzioni meccaniche lontane dagli standard raffinati di un tempo (si puntava sul contenuto tecnologico), ma è ben noto come l'alimentazione a tensione variabile (sia essa G o H) sia già da molti anni territorio degli ampli per PA ultrapotenti a basso costo made in China. L'"alta efficienza" degli alimentatori a tensione variabile è fuori discussione. Molto discutibile, anzi, discutibilissima la loro superiorità. Nel lontano 1984 mi baloccavo col cubo di Carver M400. Una vera bomba di dinamica. Alimentazione a tre stadi e sensore di commutazione anche raffinato (Carver lo chiamo' "Magnetic Field Amplifier"), riusciva a far volare le B&W DM6, note divoratrici. Era dotato di un triac in serie al primario che aumentava drasticamente l'efficienza, e consentiva di stoccare energia, da usare per ricaricare i condensatori di alimentazione con una curva a scalini (sessanta al secondo, negli States, e cinquanta in Europa). L'ampli era un concentrato di brevetti e sicuramente l'alimentazione a tre stadi non era la parte più innovativa. Ma fu sempre miseramente perdente quando paragonato ad amplificatori tradizionali, sebbene meno potenti. Con questo non dico che gli amplificatori a tensione commutata o tensione variabile suonino peggio, ma che sono, prima di ogni altra considerazione, un modo per risparmiare sul trasformatore, che rimane la parte più costosa di un amplificatore di potenza. Non oso immaginare il costo di un trasfo di un Crown PSA2 o di un Phase Linear 700, o Marantz 500. La stessa Nad produsse ampli con il suffisso PE (power envelopment) indubbiamente capaci di exploit dinamici superiori al noto 3020, ma mai nessuno si è sognato di detronizzare il 3020 dal punto di vista sonico, a confronto dei Nad PE. Un amplificatore "efficiente" è un amplificatore capace di erogare un surplus di potenza per un tempo limitato, basato su un calcolo statistico sui contenuti di picchi del programma musicale. Ma si provi a pilotare diffusori realmente duri e a bassa impedenza con note di organo prolungate a bassissima frequenza e poi si capiscono esattamente e improvvisamente tutti i suoi limiti. La vera alternativa "efficiente" oggi è l'alimentazione switching (magari insieme ad un alimentazione a tensioni commutate). Ma mi associo al ben più competente Doug Self quando afferma che i problemi che introduce surclassano i vantaggi. E per problemi si intenda "bilancio costi/benefici", dal momento che gli switching sono sempre stati e sono ancora dei maledetti generatori di armoniche ad alta frequenza che impestano nel raggio di metri tutto ciò che trovano, e impongono l'uso di pesanti ed ermetiche blindature per contenere tutta quella rumenta che generano come sottoprodotto del loro funzionamento.
Aggiungo che la Sansui in origine era una fabbrica di trasformatori, e solo in un secondo tempo si orientò sugli amplificatori. Ma non smise di costruirsi in casa i trasformatori per suoi amplificatori, almeno finchè le banche la strangolarono (la cosa cominciò a partire dal 1980). Forse il gioiello più bello fu il trasformatore di uscita dell'integrato valvolare AU111, ma è evidente, nell'aprire un classico Sansui degli anni 60 e 70, che i trasformatori erano il loro forte. Questo lo dico, perchè il mio sospetto sulla presenza di un trasformatore portante il nome Tamura (associato a Sansui) nel AU907DR, è che nella fretta di sfornare amplificatori sempre più elaborati, si sia preferito affidare all'esterno la produzione (forse non la la progettazione: magari in Sansui lavorava ancora qualche ingegnere della sezione trasformatori) del trasfo. Non escluderei nemmeno che verso la fine degli anni 80, la Sansui non producesse nemmeno più trasformatori, ma li commissionasse a terzi, su loro specifica. E sebbene Tamura sia invero un nome di eccellenza, va detto che è diventato da noi un nome magico solo dagli anni 80, mentre dal 1924 era sempre stato un costruttore come altri, la cui produzione fu assorbita in tempo di guerra per le forniture militari, e la cui produzione attuale spazia in vari campi.
Sansui è uno dei pochissimi marchi giapponesi che ho coltivato e collezionato, e naturalmente fa soffrire sapere delle difficoltà che la portarono inesorabilmente a diventare un semplice brand vuoto di contenuti, che passa di mano in mano. Nel net si trovano pagine commoventi di ex-ingegneri della Sansui, che ci dicono molto sulla situazione della nota azienda in quel suo ultimo decennio di attività. Mi piace pensare che la crisi della Sansui fu principalmente dovuta ai costi di produzione e alla caparbietà con cui si ostinarono a tenere altissima la qualità del prodotto, in un epoca in cui la trippa per gatti stava diminuendo (primi anni 80) e per sopravvivere bisognava venire anche a compromessi. Onore ai Samurai.
Seri problemi di salute in questo periodo, mi rendono difficile gestire la continuazione del thread, ma spero di farcela.
saluti tuned
Edited by tunedguy57 - 26/3/2019, 15:08
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