L' ABC dell' audio vintage, quasi

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  1. stefano p
     
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    Ciao Federico, io con un solo amplificatore ho il terrore che succeda qualche cosa qualora si stacchi uno dei collegamenti delle casse oppure che lo accenda senza che una delle due casse sia collegata bene od ancora si sfili uno dei due connettori putroppo di diametro diverso, ed è il Leak Stereo 30.

    La mia paura è giusficata?

    Tra l'altro questo ampli dopo lo spegnimento continua a suonare ben più a lungo per esempio di qualsiasi valvolare che ho, una volta l'ho " cronometrato" arriva fino 50-60 secondi.



    Stefano
     
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    Il fatto che suoni a lungo dopo spento significa che assorbe poco e le capacità di filtro sono elevate per la corrente richiesta.
    La corrente di riposo in questo ampli è bassa: lavora ai confini della classe B.
    Ciò è tipico per gli ampli con finali al germanio, notoriamente pavidi per quel che riguarda la temperatura di esercizio.
    Uno Stereo 30 in buone condizioni non è cmnq molto diverso da un qualunque amplificatore a stato solido e può rimanere anche senza carico, basta che non vi sia segnale in ingresso.
    Va da sè che vista la irreperibilità dei transistor finali Mullard al germanio, con questo ampli bisogna fare di tutto per evitare di fargli del male, e pertanto non è male farlo funzionare in condizioni normali, ovvero con carico collegato.
    Però bisogna sempre ricordare una cosa:
    TUTTI gli ampli quando si ascolta in cuffia sono praticamente senza carico!
    Ciò perchè l'uscita cuffia prende il segnale dalle uscite altoparlanti e lo attenua con un partitore oppure una semplice resistenza in serie.
    Ora: per un amplificatore AVERE O NON AVERE attaccato alle sue uscite un carico di impedenza come quella offerta dal partitore resistivo per la cuffia (nell'ordine delle centinaia di ohm) è praticamente la stessa cosa.
     
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    Esaurito l'argomento "ABC" per l'acquisto di un amplificatore, passiamo ora a quello per un diffusore vintage.

    Il trentenne senza pace (ma non è lo stesso dell'altra volta) si aggira in ebay ma le domeniche va ai mercatini e poi tiene d'occhio ebay annunci...
    Ha deciso che deve comprarsi un paio di casse...quelle del vecchio midi anni 90 sebbene non siano guaste, proprio fanno schifo.
    Quand'era piccolo ricorda che a casa dell'amico del papà si sentiva la musica con delle strane casse con la griglia nocciola, e si sentiva un sacco di bassi....
    Le musiche però non erano gran che....lui si che avrebbe saputo cose mettere sul CD........
    Il tempo è passato e la donna del trentenne ha fatto spese pazze ultimamente: si è comprata l'auto nuova e un sacco di vestiti nuovi (all'outlet) e così lui pensa di giocarsi il bonus per procurarsi qualcosa con cui consolarsi del lavoro frustrante che gli tocca dal lunedi al venerdi.... ( e meno male che un lavoro ce l'ha)

    Mercatino della domenica: Sul banco c'è un sacco di apparecchi, per lo più anni 80 e 90: ciofeche!
    Per terra, nell'erba un pò di casse...robaccia....si piega per guardare...Augusta.....Schneider (argh)....Philips (di quelle col biconico da 16) ...e una coppia di casse carine....la griglia è nocciola (yuuuu!) non c'è più il targhino, cazzo!
    Ok..vediamo dietro...uhmm.....ecco: AR 6 !
    Sembrano più piccole di quelle che aveva l'amico di papà...ma è quasi sicuro che la marca sia la stessa.
    Tolta la griglia i woofer appaiono malandati: manca la sospensione..però i tweeter sono a posto...almeno a vederli...
    Portate a casa!
    Sul tavolo della cucina (non è arrivata ancora lei) se le guarda...vai di cacciavite e smontiamo il woofer, che tanto è da ribordare.
    -continua-
     
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    Il woofer è praticam senza sospensione e l'allegro trentenne ha pensato di evitare di provare a sentire se le casse suonano.
    In queste condizioni infatti la bobina mobile non è centrata nel traferro dalla sospensione ma solo dallo spider e in posizione verticale se si manda segnale va a finire che gratta contro il traferro.
    Il woofer viene messo da parte e il controllo all'interno procede.
    C'è una gran quantità di lana sintetica e uno strato di strana garza (è una AR 6 dell'ultima generazione, quelle più vecchie avevano lana di vetro).
    La garza serve a non fare andare nell equipaggio mobile polvere di assorbente acustico.
    Solitam si lacera per estrarla, ma basterà sostituirla con della carta igienica leggera.
    Una volta estratta la lana sintetica appare in tutta la sua cruda semplicità il filtro che nelle AR6 ultima serie è costituito da un semplice condensatore elettrolitico non polarizzato da 6 uF.
    In quelle prodotte in Olanda e Inghilterra veniva montato un Elcap. Sono neri e rossi. Facevano schifo da nuovi, figuriamoci dopo 40 anni.
    Non occorre provarlo: bisogna sostituirlo senza se e senza ma.
    Si potrà costituire un condensatore da 6 uF stagnando in parallelo un poliestere da 5.6uF con un altro poliestere da 0.47uF.
    E' quasi impossibile trovare in commercio condensatori poliestere da 6uF.
    Piuttosto, si può ricorrere ad una carta e olio da 6uF. Venivano usati per rifasare i motori delle lavatrici e sono OTTIMI e pressochè immortali.
    Purtroppo questi ultimi sono solitam ingombranti e bisogna fissarli in qualche modo, per evitare che se ne vadano in giro beanti, visto il loro peso.
    Il tweeter va controllato con un tester scala ohm bassa.
    Se segna circa 5 ohm allora è ok.
    Attenzione ai tweeter in corto: guardare bene il valore letto dall'ohmetro. Non accontentarsi del segnale del cicalino che avverte che c'è continuità.
    -continua-
     
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    Una volta fatto rifare la sospensione al woofer, se tutto è in ordine, si potrà rimontare il woofer ricollegandolo esattamente come in origine, ovvero rispettando la fase.
    La guarnizione di tenuta è di vitale importanza in un sistema a sospensione pneumatica.
    Nei sistemi a sospensione pneumatica infatti l'aria racchiusa nella cassa concorre a formare il giusto carico elastico ai movimenti del woofer, insieme allo spider e alla sospensione esterna.
    La guarnizione originaria spesso nel periodo che intercorre tra lo smontaggio e il rimontaggio (a bordatura conclusa) si "riprende" e non c'è bisogno di sostituirla, ma può capitare sia rovinata o troppo schiacciata e non riesca quindi a svolgere la sua vitale funzione.
    In questi casi andrà sostituita.
    Non si trovano che nel net, ma consiglio di acquistare in ferramenta della cimosa in gomma morbidissima e abbastanza stretta (non più di 5mm) e incollarla sulla flangia. Lo stucco per finestre è ottimo ma vi romperà tantissimo le scatole quando vorrete ri-smontare per qualche motivo i woofer.
    Inizialmente alzate piano il volume per sentire se tutto è ok. Poi alzate gradualmente.
    Per il posizionamento dei diffusori ci sono solo due modi:
    uno è quello giusto per il vostro ambiente.
    L'altro è quello sbagliato, ed è composto da decine e decine di tentativi che dovrete fare.
    Buon lavoro e buon ascolto.
    Il rodaggio dei woofer può durare un paio di giorni.
    Ma anche dei tweeter di casse ferme da anni hanno bisogno di "sgranchirsi".
     
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    la verde Irpinia

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    CITAZIONE (tunedguy57 @ 17/4/2014, 09:58) 
    Piuttosto, si può ricorrere ad una carta e olio da 6uF. Venivano usati per rifasare i motori delle lavatrici e sono OTTIMI e pressochè immortali.
    Purtroppo questi ultimi sono solitam ingombranti e bisogna fissarli in qualche modo, per evitare che se ne vadano in giro beanti, visto il loro peso.

    attualmente i condensatori rifasatori per motori a 230v sono in polietilene. Del fatto se ne sono convinti anche i cinesi che , si sa, usano un particolare componente solo se costretti dall'evidenza. In questo caso l'evidenza è data dal fatto che qualunque altro tipo di condensatore usato per lo stesso scopo, scoppia dopo poche ore o minuti addirittura.
    Detto questo, dentro l'antiestetica plastica bianca è nascosto un signore condensatore dalla forma di una grossa spirale cilindrica ( ad interno cavo) con alle due basi stagnati i reofori. I valori spaziano da pochi uf a qualche decina




    Edited by Tiro_mancino - 14/11/2015, 14:14
     
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  7. Lester67
     
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    Che passione il vintage...e soprattutto che soddisfazione accendere un vecchio buon ampli e scoprire che dopo tanti anni ci regala ancora tante emozioni positive, sono un appassionato che per anni era rimasto in letargo, da qualche tempo ho riscoperto il piacere di questa passione mai sopita, buoni ascolti a tutti
     
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    Ciao a tutti, sono da poco iscritto e non ho ancora avuto modo di partecipare attivamente e credo che questo angolino per neofiti sia il posto giusto.

    Diciamo che nell'audio vintage ho sempre sguazzato, non foss'altro che conservo ancora tanti apparecchi acquistati dal 1976 ad oggi, quindi diciamo che il "vintage" me lo sono fatto in casa poco per volta...tuttavia il benessere economico derivante da tanti anni di lavoro sta consentendo di mettere mano a tanti apparecchi desiderati invano per così tanto tempo in passato...e son problemi...

    Nasce perciò anche un po' l'esigenza di mettere mano a questi apparecchi, forse il vero sale del vintage, ridare vita ad apparecchi abbandonati, bistrattati ma ancora di grande valore. Ma bisogna avere esperienza o farsela con pazienza...

    Vengo al punto, su apparecchi dei primi anni '70 in genere vedo collegamenti tra le schede con torrette e fili attorcigliati (più spire..), a volte saldati a volte apparentemente no...chi potrebbe spiegarmi meglio queste connessioni ed il modo corretto di trattarle? Proverò poi ad inserire una foto...

    Intanto grazie a tutti dell'attenzione :)
     
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    Buongiorno.
    Il tuo iter sul vintage audio è quello bello e sano.
    L'approccio secondo me deve comprendere manutenzioni e laddove l esperienza lo consenta anche riparazioni e restauri.
    Negli anni 60 e quasi per tutti gli anni 70 si diffuse per i collegamenti la cosiddetta tecnica del "Wire-Wrap".
    I collegamenti venivano stabiliti con le estremità dei cavi solid-core spellate e arrotolate attorno degli ancoraggi di sezione quadra.
    Per certe connessioni critiche venivano stagnati.
    Esistevano e forse esistono ancora degli strumenti appositi per il "wrapping", ma sono caduti in disuso.

    Qui trovi in inglese:

    https://en.m.wikipedia.org/wiki/Wire_wrap

    La tecnica PC-style dello stampato senza cablaggi attorno ha soppiantato totalmente questa tecnica, che peraltro ha trovato in alta fedeltà solo un breve periodo di applicazione.
    Non era un sistema stupido perchè la resistenza di contatto era ottimamente bassa grazie alla sezione quadra dell'ancoraggio, e la stagnatura mancante veniva soppiantata da molti punti di contatto, anche 20 se le spire sono 5.
    Punto debole: la partenza del cavo in caso di smontaggio veniva sollecitata e potevano esserci rotture.
    Un wire wrap "svolto" difficilmente puo essere riutilizzato ed e meglio tagliare e stagnare.
    Ti segnalo il gruppo gemello in FB " Hifi vintage by Tunedguy57 " che recentemente ha affiancato questo forum.
    La crescente attività dei gruppi Facebook e la fase calante dei forum ha portato a questa fase di affiancamento.

    Ti do cmq il benvenuto ciao

    Tunedguy57
     
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    Ciao e grazie mille dell'ottima spiegazione, ero sicuro che ci fosse dietro qualche fondamento tecnico ed anche che qui avrei trovato un valido supporto *^^*
    Spero un giorno di contribuire un po' anch'io...
     
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    Molti registratori a cassette Akai dei tempi buoni erano cablati con la tecnica del wire-wrap….
     
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    Una cosa interessante della tecnica wire-wrap è che consentiva di spostare gli stampati durante le riparazioni senza dover dissaldare nulla, e che non sottoponeva a trazioni pericolose i cablaggi, che non terminavano direttamente a stampato.
     
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