La grande sfida tra integrati anni 70

Test comparativi

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Group
    Administrator
    Posts
    4,581
    Location
    Trieste

    Status
    Anonymous
    Ciao Acoustico.
    Possiedo il Concetto 2001.
    A quanto ho potuto controllare diverso tempo fa sono circuitalmente praticam identici.
    Il Concetto è un disegno Zanuso mentre l'AX3500 è un Bellini....internamente mi sa che siamo lì.
    Confrontai l'interno del mio con le foto della prova del 3500 su Suono: uguali gli stampati e anche lo schema è quello.
    Il suono cmnq è un pò duretto, anche se effettivamente è un gran urlatore.

    Potrei già darti una dritta per renderlo più performante a bassa impedenza:
    basta estrarre i modulini della protezione e l'amplificatore diventa un ottimo erogatore anche a bassa impedenza.
    Io li ho levati tanto tempo fa e funziona benissimo.

    Se il thread continuerà questo Brionvega entrerà tra i candidati sicuramente.
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Vecchia conoscenza

    Group
    Member
    Posts
    389
    Location
    Siena

    Status
    Anonymous
    tunedguy57

    Complimenti per i tuoi post molto interessanti.
    Sto facendo una ricerca qui sul forum per leggere tutti
    i tuoi interventi.

    Maurizio
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Group
    Administrator
    Posts
    4,581
    Location
    Trieste

    Status
    Anonymous
    Grazie! in questi ultimi due anni sono stato meno attivo.
    Nel forum in cui ero moderatore ho fatto 11000 interventi....ho fatto abbastanza danni anche colà.
    Per trovare miei post anche in quel forum basta digitare il mio nick e marca e sigla di qualche apparecchio: non sarà così impossibile trovare qualcosa.
    Qui però sto bene. E' casa mia. Non devo rendere conto a nessuno alcunchè, e la compagnia dei vintagisti italiani mi rende la vita un pò più leggera.

    ora basta parlare di me....:)
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Vecchia conoscenza

    Group
    Member
    Posts
    389
    Location
    Siena

    Status
    Anonymous
    Anche se non ho il piacere di conoscerti,
    leggendo, sei una delle poche persone che conosce il mondo vintage
    quindi se uno cerca informazioni su apparati vintage tenta di cercare sui forum
    oppure ti manda un messaggio in privato :-))))

    Maurizio
     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Utente molto attivo

    Group
    Member
    Posts
    90

    Status
    Offline
    Ciao , bel Thread Tunedguy ... Complimenti :) :rolleyes: Veramente , è una goduria leggerti
    comunque , ora basta con gli SLURP :D
    vorrei sapere sè ci sarà una prova con qualcosa di Kensonic...," Kenwood TRIO KA 7300" meglio nota in seguito con il nome di Accuphase.
    pics v2 php
    avendo a casa un PRE , della poi nata Accuphase vorrei sapere se ... , l'il Kenwood , gli si avvicina , come pRE e mettiamoci anche il PRE phono !!
    così mi sbarazzo de l'Accuphase , e mi prendo l'integrato Kenwood Risparmiando
    Grazie
    Ciauz
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Group
    Administrator
    Posts
    4,581
    Location
    Trieste

    Status
    Anonymous
    Che io ricordi la Kensonic fu fondata da un piccolo gruppetto di ingegneri fuoriusciti dalla Trio Kenwood.
    Il nome Accuphase fu aggiunto quasi subito pur rimanendo Kensonic il nome ufficiale dell'azienda.
    Non vi è molta relazione tra i progetti Kensonic e Kenwood.
    L'intento degli ingegneri della Kensonic era quello di proporre una produzione dagli standard qualitativi ben superiori a quelli Kenwood: cosa in cui riuscì perfettamemente.
    Pur apprezzando (e possedendo) personalmente molti apparecchi Kenwood devo dire che l'integrato 7300 non gode minimamente della mia simpatia, per un motivo ben preciso: usa dei moduli ibridi al posto dei circuiti finali a componenti discreti.
    Non è tanto la qualità in discussione (anche se tendenzialmente i power pack non hanno mai brillato) quanto il costo dei ricambi e la reperibilità.
    Se proprio sei "fall in love" per gli integratoni Kenwood orientati su macchine ben più interessanti come il 500 o il 600.
    Veri mostri potenti e giapponesi fino al midollo, rifiniti, curati, pensati e progettati benissimo.
    Costavano un occhio nella seconda metà degli anni 70.
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Vecchia conoscenza

    Group
    Member
    Posts
    389
    Location
    Siena

    Status
    Anonymous
    Ciao

    Per tunedguy57
    Potresti gentilmente parlare di integrati con pochi watt come rogers cadet III, fisher x1000 o scott.
    Magari anche delle diferenze tra i tre brand. Se non chiedo troppo :-))


    Grazie

    Maurizio
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Group
    Administrator
    Posts
    4,581
    Location
    Trieste

    Status
    Anonymous
    Il thread riguarda integrati anni 70.
    Ne potremo cmq parlare in un altro thread.
     
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Vecchia conoscenza

    Group
    Member
    Posts
    389
    Location
    Siena

    Status
    Anonymous
    Posso Aprirlo io?
     
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Group
    Administrator
    Posts
    4,581
    Location
    Trieste

    Status
    Anonymous
    Certamente! perchè no?
     
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Utente molto attivo

    Group
    Member
    Posts
    90

    Status
    Offline
    Ciao tunedguy , grazie Tuned , cavolo :( non lo sapevo neanche che , usavano degli ibridii per la sezione finale !!
    mentre per la sezione PRE Amp :P Vista la mia domanda

    grazie
     
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Group
    Administrator
    Posts
    4,581
    Location
    Trieste

    Status
    Anonymous
    E' molto difficile fare valutazioni del genere.
    In linea di massima i prodotti Accuphase erano caratterizzati da un alto grado di raffinatezza circuitale.
    Non sempre a fronte di questa si avevano prestazioni di pari livello.
    Specialmente negli ampli finali a mosfet, che difettavano in capacità di erogazione su carichi di bassa impedenza.
    I preampli Accuphase sono sempre stati ottimi prodotti.
    Ripeto: Kensonic nacque per elevarsi dal livello di Kenwood.
    E la cosa non si può dire non riuscita.
    Il problema piuttosto sta da un altra parte: è realmente molto dura trovare degli eccellenti preamplificatori.
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    982
    Location
    Palermo

    Status
    Offline
    Federico, che ne pensi del GAS Thaedra? Io ce l'ho, e mi sembra un buonissimo preamplificatore. Ma mi piace sentire anche il parere altrui...
     
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Group
    Administrator
    Posts
    4,581
    Location
    Trieste

    Status
    Anonymous
    Il Gas Thaedra è un buon prodotto: pensato e abbastanza affidabile.
    Personalmente non lo ritengo al top, ma rimane un progetto di ottimo livello, non è stato buttato lì con leggerezza.
     
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Group
    Administrator
    Posts
    4,581
    Location
    Trieste

    Status
    Anonymous
    Riprendiamo questo thread con l'analisi di una vecchia gloria Philips.
    Come preannunciato in altro thread, sono entrato in possesso di un 22RH591.




    Questo integrato a rigor di cronologia non dovrebbe entrare in questo thread poichè il progetto risale al 1968-69.
    Ma la gran parte della sua commercializzazione è avvenuta tra il 1969 e il 1971, e poichè in molti lo hanno posseduto in epoche abbastanza remote, e ne hanno conservato un ottimo ricordo, ho deciso di farli contenti, sperando tornino qui a leggere questa disamina.

    La circuitazione, se paragonata alla generazione Philips successiva appare in un certo senso più moderna, dato che si avvale di un alimentazione simmetrica +30/-30 e quindi l'uscita è ad accoppiamento diretto, senza condensatore si uscita.
    Ma le cose interessanti non si limitano a questa.
    Prima di tutto i transistor finali impiegati sono dei rari BDX20, con una fT di ben 4 Mhz, e non quindi i super classici 2N3055 che all'epoca ( e per diverso tempo ancora) spopolavano.
    Poi abbiamo la presenza di uno stadio VAS interessante, non composto dal classico transistor in configurazione a emettitore comune, con capacità Cdom che limiti la banda passante localmente, ma da uno stadio "quasi cascode".
    Perchè "quasi"? Perchè il transistor superiore non è a connessione "base comune" ma costituisce invece un carico attivo per quello inferiore, fissandone una precisa corrente di funzionamento.
    Il trucchetto ha consentito al progettista di evitare il classico "bootstrap" sulle basi dei driver, che invece sarà ben presente in varie generazioni successive di amplificatori Philips (RH520, RH521 ecc).
    Quanto alla limitazione locale di banda, troviamo una capacità verso massa, al posto della classica capacità degenerativa "attiva" tra collettore e base dello stadio amplificatore di tensione. (VAS appunto)
    Secondo Doug Self tale configurazione è meno efficace ma evidentemente al progettista è parso sufficiente agire in questa direzione.
    La polarizzazione delle basi dei driver avviene con Vbe multiplier e il carico del VAS è costituito da una resistenza di 10Kohm.
    Non è presente la resistenza stabilizzatrice del diodo amplificato nè alcuna capacità in parallelo a questo, per stabilizzare la tensione tra le basi dei driver...non possiamo pretendere troppo.
    Troviamo invece un inedito sistema ad alta impedenza di inteconnessione tra i due canali nel punto di arrivo delle controreazioni in tensione prelevate in uscita.
    Il redattore del service a questo riguardo parla di un sistema per minimizzare l'hum a 100 hertz possibilmente presente sul ramo negativo, vista la rettificazione ad onda intera.
    La spiegazione appare francamente abbastanza oscura, come oscuri (almeno a me) appaiono i motivi di tale scelta.
    La sezione toni è passiva (nelle generazioni successive Philips saranno sempre attive).
    Molti filtri e molti stadi per recuperare guadagno, tipiche cose degli ampli anni 60-70.
    Stadio phono a due transistor alimentato a tensione abbastanza elevata da essere rassicurante nei confronti delle prestazioni dinamiche e quindi di accettazione (28volt) .
    Alimentatore composto da un trasfo dotato di due secondari separati per la sezione finale e la sezione pre.
    La tensione della sezione pre viene livellata con una catena di sezioni RC in cascata.
    La sezione dedicata al finale è, come si diceva "split" (+30/-30).
    Un buffo vumeter a zero centrale fa bella mostra di sè, inutile e pacchiano, e per fortuna non funzionante (chissenefrega di vedere un ago centrale che si agita come una scimmia senza indicare un bel nient?!
    Il trasformatore è il classico Philips con nucleo a C, generosamente dimensionato.
    Capacità di livellamento di 4000 uF per ramo.
    Componentistica tutta (ma proprio tutta) Philips made in Europe.
    Se trovate in questo amplificatore qualcosa prodotto fuori dall'Europa siete bravi!
    Bene: andiamo alle prestazioni sonore fornite.

    Dopo le operazioni di routine di regolazione bias, simmetria, e pulizia switch e potenziometri, prendo atto che l'amplificatore non è MAI stato riparato ed è tutto originale. Il funzionamento appare sufficientemente stabile, come abbastanza stabile appare la tensione di offset in uscita, tutto sommato una prestazione positiva.

    Collocato nella catena test e avviata la prima traccia il suono appare sulle prime piuttosto scuro, con bassi predominanti e una scena sonora tendente al monofonico.
    Non mi scoraggio e lo lascio suonare per un pò di orette a basso volume. Il riscaldamento appare modesto, diciamo tiepido, certamente non freddo.
    Torno a mettere la traccia e ascoltiamo.
    La parte bassa dello spettro è perentoria e convincente, ma qualcosa non va in gamma media e alta.
    Viene più voglia di abbassare che alzare il volume.
    Sono sonorità imprecise e alla ricerca di un migliore equilibrio smanettando coi controlli di tono, alla fine decido che gli acuti vanno lasciati a metà e i bassi un pò alleggeriti. Sembra vi sia un certo "loudness" sempre inserito.
    Ma il loudness non è sempre inserito: c'è una bella levetta con due posizioni di loudness da poter scegliere, e io lo sto lasciando in flat.
    Il tempo passa è le orecchie non sono felici...i nervi anche meno.
    Sarà una chiavica?
    Ad un certo punto faccio mente locale al tipo di alimentatore per la sezione pre, che NON E' STABILIZZATA!
    Quindi se lasciamo il cambiatensioni su 220 e entriamo con i fottuti 230-234 che ho in rete, è evidente che sto sovralimentando la sezione pre.
    Ora: è necessaria una piccola precisazione a proposito delle tensioni di alimentazione nelle sezioni finali e in quelle preamplificatrici.
    Andare ad alimentare un finale con una tensione (moderatamente) superiore a quella di progetto comporta sicure differenze soniche.
    Sicure, ma non drastiche.
    Se invece buttiamo una tensione superiore a quella di progetto ad una sezione pre, le differenze non solo sono sicure, ma possono diventare DRAMMATICHE!
    Detto fatto: ho portato il cambiatensioni a 240, rifatte (purtroppo, ma tocca farlo) le regolazioni di bias e offset, e rimesso a lavorare al primo test musicale.
    E si è avuta conferma di quanto teoricamente previsto a tavolino.
    Il suono ha perso gran parte della sua aggressività, e ora si può alzare il volume senza avere quella sensazione di "unghia sulla lavagna" che si aveva prima.
    Lascio andare il materiale musicale e tutto fila abbastanza liscio.
    "Non sarà un usignolo" penso, ma si lascia ascoltare.
    Per capire dove siamo, stacco e metto il Revox A78, in un veloce cambio.
    Ciò mi dà subito la cifra della qualità acustica del Philips, che al confronto con la prode "Guardia svizzera" non sfigura mica tanto!
    Certo, non ama suonare troppo forte, ma entro precisi limiti fornisce una prestazione sulle voci piuttosto convincente, e un punch sul basso assolutamente buono, sicuramente non inferiore al compassato svizzero.

    Tutto ciò che è stato scritto potrebbe venire sovvertito in buona misura se si procedesse ad un ragionato recapping.
    Ma, fieramente confidente nella qualità dei condensatori Philips, e visto che i recapping totali non li vedo di buon occhio, aspetto qualche giorno e poi eventualmente (ma non ne sono sicuro) procederò ad un (molto) modico recapping.

    Conclusioni:

    Un amplificatore simpatico, realmente vintage, per l'epoca piuttosto aggiornato circuitalmente.
    Troppo pieno di switch e stadi "in più" per poter suonare veramente benissimo. La regolazione del volume non è delle migliori: alzando il volume ad un certo punto, intorno a ore 12 il volume si impenna...la regolazione non ha propriamente un andamento logaritmico! La senzazione complessiva è quella di un suono leggermente disomogeneo, con una gamma media non perfettamente raccordata con quella alta.
    Naturalmente accoppiato con le casse giuste (che forse non sono queste Dynaco, usate nella prova) può dare grandi soddisfazioni.
    Ma questo, scusate, è un luogo comune, un residuo dei test anni 70, una frase in fondo priva di utilità se non di significato.

    Edited by tunedguy57 - 18/1/2019, 15:17
     
    .
99 replies since 1/3/2014, 11:57   15637 views
  Share  
.