La grande sfida tra integrati anni 70

Test comparativi

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    Il primo candidato si presenta:
    E' anodizzato Champaigne, è un ventidue watt di targa. Si chiama Nikko TRM500. Costava 150.000 lire nel 1974. Praticamente lo stesso prezzo di un Marantz 1030, che però era un 15 watt nominali. All'epoca gli ampli si misuravano anche in watt/lira. I watt del Nikko erano meno cari di quelli Marantz. Erano meno cari anche dei watt Sansui. E dei watt Luxman. Insomma....la Nikko offriva i suoi prodotti a prezzi assai competitivi.
    Il progetto era straordinariamente moderno, con stadio phono a tre transistor accoppiati in continua riaa attiva con tensione di alimentazione piuttosto alta e quindi discretamente alta accettazione. Stadio linea: dopo il volume c'è uno stadio a emettitore comune seguito da un doppio stadio a emett comune in continua che pilota la rete toni attiva in controreazione. Segue lo stadio finale ad ingresso a differenziale, alimentaz simmetrica senza condensatore di uscita, biasing a Vbe multiplier e Vas in classe A a emettitore direttamente a massa (in realtà è connesso al ramo negativo, ma in alternata risulta a massa) uscita dotata di coppia di transistor complementari NPN-PNP.
    Non è previsto un relais di protezione ma solo un fusibile in serie....quindi attenzione ai carichi a bassa impedenza.
    Sul pannello posteriore troviamo la piacevole sorpresa di tre disgiuntori a bimetallico, in pratica dei fusibili ripristinabili.
    La costruzione meccanica è di prim'ordine. La filatura tipicamente caotica Japan, ma solo sotto lo chassis, perchè sopra invece regna l'ordine quasi perfetto. Capacità di filtro di 6800 microfarad per ramo, notevole per un ventiwatt. alimentazione stabilizzata per la sezione pre e dissipatori sovrabbondanti per i finali, con disposizione a camino per favorire il flusso convettivo.
    Durante la prova il riscaldamento è risultato modesto.

    NikkoTRM500.30

    Edited by tunedguy57 - 19/1/2016, 18:10
     
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    Mega-Presidente Galattico lup mann. fioldeuncan

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    La terra del Teroldego, del Marzemino, del Nosiola e del Ferrari.....

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    Porca la miseria devo andare nella magica cantina....

    Mi sembra di averne uno di quei Nikko, ma forse è il 600... esiste poi ?
    E' probabilmente l'ampli che ho usato per più tempo, ma oltre anon ricordarmi il modello, non ricordo neanche dove l'avevo preso frusty
     
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    Il piccolo TRM 500 era fermo da un paio di mesi: non molto.
    E'stato fatto suonare per due giorni prima di fare il test.
    Sulle prime suonava attufato ma dopo qualche ora il suono ha preso rilievo.
    Dopo due giorni il suono complessivo si è fatto piacevole, anche se rispetto ai diffusori di riferimento la distanza è incolmabile, com'è ovvio. (Quad ESL63)
    Ottima focalizzazione immagini sonore e una gamma bassa potente e soprattutto assai articolata.
    Definizione non eccelsa, ma la componentistica è tutta originale: ogni elettrolitico di questo ampli ha minimo 40 anni!
    Suono in assoluto piacevole con la sensazione di molta piu potenza a disposizione. Gamma media molto suadente e poco stancante.
    Qualcuno ha definito il suono di questo Nikko "valvolare". Non arriverei a tanto, ma è sicuro che il suono è molto morbido.
    E in definitiva, la cosa più notevole è che pur in presenza di un suono morbido, si percepisce un messaggio sonoro piuttosto preciso e dalle dimensioni abbastanza corrette. Non molto ampio sull'asse delle x ma piuttosto dettagliati i piani sonori sull'asse z (profondità) e abbastanza generoso sull'asse delle y (altezza).
    Segue comparativa col prossimo candidato.
     
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    Arriva il secondo candidato!
    E' nero........
     
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    Sansui AU505
    Progetto decisamente più tradizionale. Praticam stessa potenza di targa del Nikko, ovvero 23 watt per canale. Phono a due transistor, alimentazione sezione pre non stabilizzata. Controlli di tono passivi. Stadio di uscita a simmetria quasi complementare con condensatore di uscita. Non c'è differenziale in ingresso, la controreazione viene riportata in modo tradizionale all'emettitore del primo stadio, del resto essendo dotato di condensatore di uscita, e quindi alimentazione singola rispetto massa, non c'è il problema dell'offset ma solo quello della simmetria di squadratura. Capacità di alimentazione appena sufficiente.
    Costruzione di buona qualità ma non paragonabile agli standard Sansui del tempo. Si trattava di un amplificatore relativam economico rispetto al precedente AU555, costruito con gran dovizia di mezzi.-continua.

    sansui_au-505_amplifier

    Edited by tunedguy57 - 5/3/2014, 16:34
     
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    Dopo un pò di rodaggio si parte:
    Le prime note del primo test fanno subito capire che la musica è cambiata......e sorprendentemente in meglio!
    La chitarra di sinistra è chiaramente più focalizzata e ha cambiato pure posizione (no...non è questione di balance).
    C'è una ricchezza armonica che al Nikko era sconosciuta. Questo a smentire chi dice che gli ampli con condensat di uscita sono meno trasparenti...le solite cazzate!
    Passando a brani più tumultuosi si evidenzia a mano a mano il vero limite di questo amplificatore.
    La capacità di alimentazione è assolutamente inadeguata e l'ampli si siede all'aumentare del volume. Questo si sente sulle basse, che si appiattiscono oltremodo, pur non essendo in clipping l'amplificatore. L'effetto è mortificante, com'è ovvio.
    I proprietari di questo amplificatore dovrebbero tutti considerare di aumentare di parecchio la capacità di filtro dell'alimentazione.
    La tentazione di farlo in volata per riportare gli effetti qui è grande, ma gli ampli in batteria sono tanti...se comincio a modificarli è la fine.
    Tornando al suono: Il test di classica se il volume rimane medio passa alla grande: questo ampli suona bene!
    Il povero Nikko deve inchinarsi allo strapotere del black-power.
    Il test voce conferma le impressioni....suona...SUONA!
    Il soundstage (sempre se non si alza il volume) è più ampio in tutte le direzioni.
    Che bell'ampli sarebbe con un condensatore dal doppio della capacità!

    E' assai probabile che , essendo questi amplificatori tutti ancora con componenti originali, si stia in realtà ascoltando il diverso modo di invecchiare degli elettrolitici di cui sono dotati.
    Il Sansui monta Elna , mentre il Nikko monta dei Marcon.
    Però secondo me la prova non ne viene inficiata...dopotutto mica tutti vanno a ricappare in massa! La gran parte si bea di avere un ampli vintage ancora tutto originale!
    E così suonano quando sono ancora tutti originali!
     
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    Sto seguendo con passione :-)
    Federico che differenze soniche ci sono tra il Sansui 505 e il 555A ?
     
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    Guarda Duccio, il 555a e il 505 hanno praticam lo stesso circuito finale, con soltanto poche differenze. Lo stadio linea è diverso. Controlli di tono attivi nel 555a. Qualche differenza in più nel 555 (senza la a).
    Più chiusetti forse i vecchi 555, più apertino il 505.
    Si può dire che il 505 sia una versione economica del 555. Le differenze però sono più a livello di costruzione che di circuito...fatta eccezione per le differenze che ho citato.
     
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    Grazie Federico mi hai tolto un dubbio :)
    Stavo cercando un esemplare di 555 ed ero indeciso tra la versione liscia o la "A" , a questo punto sarei ben propenso a trovare il 505 o il 555A :lol:
     
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    Joe: potrebbe benissimo partecipare l'SA700...questa prova non sarà breve....andremo avanti al ritmo di un ampli al giorno per diverso tempo.

    Arriva il terzo candidato.
    Arriva un pò affaticato....si chiama Technics SU3500 ed è più potente dei precedenti. 41 watt per canale su 8ohm.
    In ottime condizioni estetiche, e con una riparazione sul groppone, nell'alimentatore stabi della sezione pre.
    Il riparatore non ci ha perso molto tempo e ha sgnaccato un transistor TO220 europeo equivalente al posto del giapponese originale: poco male! Non inficia un bel nient!
    Ad ogni modo il selettore tone-defeat fa dei rumoracci in commutazione e mi costringe ad una riparazione al volo.
    Lo schema ha una sua eleganza e per l'età ( 1974) è direi piuttosto aggiornato.
    Sia il pre phono che lo stadio linea-toni si avvale dello stesso circuito di base, in pratica un operazionale a discreti semplice e di discreta progettazione.
    Lo stadio finale anch'esso è piuttosto classico. Alimentazione bilanciata senza condensatore di uscita. Sezione di alimentazione ben dimensionata. Costruzione meccanica elegante e pregevole. Sulla carta un temibile concorrente.-continua-

    technics_su_3500-2
     
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    Bè, esteticamente un fuoriclasse. Chissà all'ascolto... <_<
     
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    Stefano mi dispiace il 591 non ce l ho.
    Se qualcuno che ci legge e abiti nella mia regione volesse venire incontro alla richiesta di Stefano allora potremmo far partecipare anche il 591...chissa...
     
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    CITAZIONE (Philips1 @ 5/3/2014, 21:59) 
    e poi il 22rh520 ( segnalato diverso tempo fa da Tuned)

    Ne ho un esemplare anch'io , acquistato dopo aver letto la segnalazione di Federico , un piccolo miracolo dal suono suadente , pochi watt ma veramente buoni :)
     
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    Il Technics SU3500 ha voluto una parziale ricappatura. Quanto prima sarà in posizione di partenza. Alcuni pur longevi condensatori Matsushita gettano la spugna.....
     
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    Il Technics parte con la sua prova.
    Dalle prime note (sempre le più importanti) si evince che qualcosa è cambiato. L'equilibrio tonale. L'ampli offre un suono dalle tonalità più accentuate sulle mediobasse. ciò conferisce calore alla riproduzione ma la compromette per molti versi.
    Peraltro aumentando il volume, si sente un suono teso che non si scompone, ma permane quella sensazione di calore artificioso.
    Un pò ciò che accade quando si paragona un Quad 303 ad un 405. Quest'ultimo ha un corpo sulle basse maggiore, che sulle prime si fa preferire, ma poi rende l'ascolto "normale" e fa perdere interesse per la riproduzione.
    Nel caso del Quad la zona interessata è comunque collocata più in basso nello spettro sonoro.
    La focalizzazione delle immagini sonore è buona sul piano orizzontale, ma senza dare rilievo agli strumenti, lasciandoli tutti su una linea piazzata tra il primo piano e lo sfondo....non c'è alcuna profondità della scena....e niente echi d'ambienza.
    La prova procede e si capisce bene che avere 40 watt invece di 20 porta a innegabili differenze, anche se gli ascolti vengono effettuati a volumi che i piccoli "ventini" possono permettersi.
    Il problema è che.....quel "plus" che questo Technics può dare, risulta più sgradevole che gradevole.
    Le variazioni di volume, i contrasti dinamici ne evidenziano un carattere bivalente: da un lato il suono è teso e in definitiva sufficientem neutro, dall'altro si comporta con una certa lentezza, e proprio quando dovrebbe farsi preferire (nei picchi di volume) produce una sensazione leggerm fastidiosa che per sintetizzare potremmo chiamare fatica d'ascolto.
    Insomma.....si accende la spia rossa tipica degli ascolti viziati da qualche problema: fa più voglia di abbassare il volume che di alzarlo!
    La prova si conclude con un verdetto di sufficienza in virtù di una discreta capacità di suonare a volumi non elevati senza dare fastidio, e con generi musicali caratterizzati da una non grande dinamica ..-continua-

    Edited by tunedguy57 - 6/3/2014, 17:09
     
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