AV Audio Vintage

Posts written by il_clod

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    http://www.ansa.it/sito/notizie/tecnologia...fccd42b226.html
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    piccolo inciso/disclaimer: mi sono permesso di nominare Matteo perché lui ha cominciato un thread su questo forum in cui comunicava di aver comprato e ricevuto una dima WHS-300 per cassette.
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    CITAZIONE (lutor @ 22/6/2016, 19:18) 
    Rimanendo i topic, anche perchè non sono in grado di parlare di vintage, posso consigliare di non commettere l'errore, che è stato commesso in un altro forum, di condannare il formato cassetta.
    Il problema non è la reperibilità del formato ma piuttosto delle piastre che non si sa mai se sono realmente a posto e dentro le specifiche dei vari costruttori visto che le variabili in gioco per il buon funzionamento sono tantissime e i tecnici in grado di restaurarle a dovere sono rarissimi a differenza dei giradischi e dei registratori a bobine su cui si possono ascoltare i nastri cosidetti master che si possono reperire retaurati a dovere con tanto di certificazione e garanzia.

    Mah, sai, secondo me è come quando porti la macchina dal meccanico: dipende da chi fa il lavoro. Se uno è cane ma ti rilascia la certificazione, il deck suona comunque male. Ma, d'altro canto, se tu guardi solo il certificato senza sentire come suona il deck, allora vuol dire che non sei in grado di discriminare se una piastra suona a dovere o no.
    Sfortunatamente ci sono in giro molti professionisti che in quanto tali sono meno qualificati di tanti dilettanti.

    edit: non faccio nessuna differenza tra R2R CC, microcassette, ELCASET, VIDEO2000, VHS, U-MATIC o quello che ti pare. E' una questione di principio. Poi ciascun formato ha i suoi limiti di progetto.

    Esempio banale: al giorno d'oggi quanta gente che ripara piastre a cassetta ha la dima che (ad esempio) si è comprato Matteo?
    E lo smagnetizzatore?
    E i nastri di taratura azimuth/risposta in frequenza?
    E i nastri di taratura livelli/dolby?
    E le cassette a specchio?
    E il misuratore di W/F? (che va già bene che qualcuno lo ho fatto via SW)

    I registratori sono roba complicata da costruire, da tarare e da riparare, facciamocene una ragione.
    Per un riparatore è economicamente più vantaggioso un giradischi in termini di attrezzature, know how, tempo di manodopera.
    Le bollette le paga pure lui, in fondo.

    I giradischi in confronto sono fesserie da costruire. Specie se a cinghia.
    Il braccio è certamente rognoso da tarare ma tant'è.

    CITAZIONE (lutor @ 22/6/2016, 19:18) 
    P.S. per quanto riguarda la reperibilità delle teste magnetiche dei registratori ho il forte sospetto che qualcuno in futuro si potrebbe rimettere a produrle visto che al monaco hi-end di quest'anno c'erano ben 4 produttori di nastri master e, credetemi, una quantità di registratori a bobine importante come non ne avevo mai visto.

    Secondo me le testine per gli open reel sono più facili da fare. sono moolto più grandi, il traferro è molto più ampio, nell'ordine dei 15/50/200 um. Se ti metti di buzzo buono puoi fartele pure in casa senza impazzire troppo.
    Quelle per i registratori a cassette devono avere da 1/4/50 um di traferro e per quelle è quantomeno "difficile" anche solo pensare a come farle senza avere macchinari industriali.

    Edited by il_clod - 23/6/2016, 11:02
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    tra l'altro, prego tenere a mente un banale dettaglio sicuramente del passato, ma, in qualche caso, ben valido ancora oggi:
    "dietro un grande vinile c'è sempre un grande nastro master."

    (ammettiamolo, il "direct to disk" non è che abbia fatto tutte 'ste faville...)
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    C'è da dire che la componentistica odierna spesso ha delle constraint di funzionamento sempre più stringenti che anche i progettisti si limitano ad applicare lo schema tipico del datasheet o di qualche application note. Sapeste quanti casi vedo...

    Poi vabbè, l'ozio è anche il padre dei vizi (anche i progettisti ci (o)mettono del loro), tanto è sempre più comodo usare gli sforzi altrui.
    un po' come farsi la moglie di un altro: hai tutto il divertimento senza le rogne quotidiane...

    Ad ogni modo, ribadisco che i due scogli da affrontare per permettere di far tornare in auge la registrazione magnetica analogica sono

    1. supporto (nastro) mescola, legante, supporto
    2. testina (materiali, gap, saturazione, pilotaggio)

    tutto il resto andrebbe già bene così (trasporto, controllo, I/O, metering, bias&cal)
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    rimango della mia con una metafora: per godere dell'impastatrice bisogna farsi le braccia impastando a mano.
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    la scarsità dà valore alle cose. Questo lo sanno bene quelli del marketing.
    La scelta infinita appiattisce tutto.
    E comunque ricordiamo che una cassetta registrata bene è meglio della radio (visto quant'è compressa ora, capirai lo sforzo) e spesso meglio di un bobine a 9.5.
    Io rimpiango le testine P-9F dei 680ZX che avevano 0.6micron di traferro e facevano suonare il nastro a mezza velocità come fosse normale. Io rimpiango i 680zx.
    A dire il vero rimpiango anche i Telefunken RC300 e i Dual C844, i Tascam 122 mkIII, i Revox B215S/Studer A721...
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    Gran bel pensiero. :)
    Self teniamocelo buono che è l'unico ancora vivo.
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    Anch'io comprendo e condivido in parte quanto scritto da Edilio, Maurizio e Federico.
    L'ondata emotiva spesso viene dalla "pancia" e dall'insoddisfazione; a volte è destinata ad un godimento effimero, un po' come un bimbo col giocattolo nuovo tanto agognato. (in questo caso "nuovo" perché prima non ce l'avevi)

    la moda del vintage spesso solletica la pancia in questo senso e bisogna anche stare attenti, la pancia a volte è una brutta bestia. Porta con se i sentimenti primitivi dell'appagamento, al desiderio di status symbol semplicemente in quanto tale, alla disomologazione, al voler sentirsi migliore, diverso, "più figo". Un po' come gli hipster, se si capisce cosa intendo dire.

    Mia personale opinione: 30/40 anni fa l'ascolto della musica era qualcosa più collegato alla sfera culturale (e che peraltro piaceva), che pretendeva dei "riti" (che tutti accettavano) e che facevano parte del "modus" rispettoso nei confronti della musica.
    E reinterpretando Lessing il rito preparatorio all'ascolto della musica che ti provoca piacere era essa stessa un piacere.

    A mio parere, il marketing e l'impoverimento culturale hanno fatto si che tutto diventasse un "prodotto" da vendere. Sia i programmi da ascoltare che le attrezzature per ascoltarla. La musica stessa è diventata un prodotto e non un arricchimento culturale, qualcosa da consumare e di cui disporre come un hamburger o una merendina... il mercato va dove va la gente.

    Poi vabbè, ci sono ditte, anche italiane che fanno impianti sartoriali da 250.000 euro. Per carità, lecito chiedere una cifra del genere per la qualità costruttiva, ma personalmente, a questi livelli, credo più nella legge dei ritorni marginali che nella qualità assoluta.

    E comunque per quella cifra compro una casa o apro una ditta di service audio.
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    Concordo con i dati di fatto che hai citato. Che ci sia una tendenza di interesse di ritorno posso accettarlo.
    personalmente li reputo poco attendibili o non sufficienti per dire che la cassetta sta tornando.

    C'è da dire che in confronto il vinile ha un supporto industriale diverso e molto più sviluppato.
    i pellet di pvc li trovi a poco in cina, le lacche le trovi.
    Addirittura se ti metti lì con calma e di buzzo buono puoi farti un fonoincisore di buona qualità in casa, così ti fai il master come ti pare.
    Le ditte che si occupano di galvanica e stampa ci sono e sopravvivono.

    Per la registrazione magnetica ci sono 2 notevoli problemi industriali, a mio avviso.
    1. testine: chi le fa?
    2. Nastri: chi li fa?

    Con l'avvento del digitale anche i produttori di supporti magnetici si sono spostati sempre di più verso mescole magnetiche sempre più quadrate, per loro natura molto inadatte ai formati analogici, e che siano più responsive verso le teste GMR e TMR degli HDD.

    Fare un nastro in casa è praticamente impossibile. fare lo slitting (ricavare un nastro piccolo da uno grande) certamente sì, ma se manca il nastro hai voglia...

    Qualcuno vende cassette avvolte su internet ma, ammesso che si produca ancora qualche nastro vergine nel far east, temo sia solo ferro gamma e basta, quindi scordiamoci EE, Ferro-Cobalto, CrO2, Metal.

    il resto è NOS. e quando finisce ciao ciao a tutti.

    IMHO :) ma spero di sbagliarmi
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    Non per guastare la festa, ma in base a che cosa sta tornando la cassetta?
    I produttori di supporti magnetici stanno ricominciando a produrre pancake da 150mils?

    Io continuo a vedere gente che ascolta pessima musica sullo smartphone che ha pessimi altoparlanti piezo (che per carità, grazie al dsp fanno già molto meglio di quanto mi aspetterei).

    Per carità, ne sarei solo contento. Ma se non ci sono registratori e nastri, la vedo complicata decretare una revanche della cassetta.
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    Complimenti!
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    Ancora niente?
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    Vedo che si resce a perdere il filo dopo appena 6 messaggi... niente male.

    il punto non è l'inversione dei canali, ma la VERSIONE ITALIANA di questo disco che evidentemente non è quella che ho linkato e di cui ho parlato all'inizio del thread.
    qualcuno ha idea di come si chiami tale disco in italiano?
    Grazie anticipatamente
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    Quei dischi erano figli di un certo tipo di marketing. A mio parere più sano di altri, specie recenti.
    Certamente non sono strumenti di misura o di taratura. Come giustamente detto, erano poco più che gadget destinati a lasciare a bocca aperta l'Artemio di Borgo Tre Case di turno. E ce n'erano come ce ne sono ancora adesso.
    Per quanto mi riguarda si tratta di un ricordo nostalgico di cui vorrei avere copia concreta.
170 replies since 27/8/2014
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