Gli amplificatori (di potenza) suonano tutti diversi? E se si, perche'?

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    Bene, molto bene; continuo a farmi una cultura e a rinfrescare qualche vecchia nozione. Nelle scelte andate,rifuggivo gli ampli che su 8 ohm davano x e su 4 x-y convinto,e non a torto, che l'ampli perfetto dovesse dare dare x su 8 ohm e 2 x su 4. Poi, come suonasse,non l'ho mai scoperto.
    Ma questa è un'altra storia.
    Saluti.Al.
     
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    C'è da dire, comunque, che in un amplificatore è meglio avere un condensatore un pò più "piccolo" ma di alta qualità ed un trasformatore più grosso e di alta qualità:non vorrei essere di parte ma il mio Sansui Au alpha 907dr ed il mio Denon pma 1560 sono progettati cosi' ma potrei citare anche il Krell Kav 300, qualche Perreaux, Classe',Phase Linear, Crown-Amcron ed altri ancora: in pratica e'la cosidetta alimentazione "dura" cioe' quella che dà all'ampli dei picchi un pò inferiori ma non fa "sedere" l'ampli nelle richieste di energia più prolungate (esempio pieni orchestrali).

    SALVO
     
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    Se non sbaglio anche i Naim avevano (e hanno) alimentazione stabilizzata. Di certo la ditta inglese ha sempre posto l'accento sulla qualità degli alimentatori dei suoi finali.
     
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    Anche se di "filosofia strana" consigliando di non spegnere mai i suoi apparecchi....

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    Prima di approfondire gli aspetti inerenti alla alimentazione stabilizzata di alta potenza, vanno spese parole sulle alimentazioni classiche.
    Come dicevo, ogni amplificatore funzionante in classe AB presenta due diversi comportamenti in regime stazionario e impulsivo.
    Solo il primo dei due e' misurabile con facilita'poiche' l'altro e' strettam correlato alla durata dell'impulso.
    Questo ci introduce nel punto focale del discorso.
    Ovvero il tempo.
    Torniamo indietro e andiamo sul tavolo del progettista.
    Sta discutendo col direttore di stabilimento il dimensionamento del trasformatore di alimentazione.
    Il direttore tira il freno a mano e vorrebbe evitare di montare un trasformatore costoso e potente.
    Il progettista risponde che e' stato ingaggiato per progettare un amplificatore no-compromise.
    E pertanto vuole un trasformatore grande grosso potente e costoso.
    Il direttore risponde con la nota sinfonia: non permettero' che il costo del trasformatore superi quello dell'intero apparecchio!
    Il risultato e' sempre lo stesso: un compromesso.
    L'ampli su carichi a bassa impedenza vedra' piegare la curva di erogazione a sinistra e la potenza massima non sara' funzione dei limiti dell'amplificatore ma del trasformatore.
    Il progettista ha calcolato un limitatore a un livello di corrente elevatissimo, confidando che fosse consentito l uso di un trasformatore bello potente, che reggesse fino all intervento del limitatore.
    Ma non glielo hanno dato.
    Ed ecco che troviamo il motivo perche alla fine il limitatore non viene montato.
    Fara' le sue veci l'alimentatore, che si siedera' e impedira' all' ampli di entrare in zona pericolosa con carichi molto bassi.
    Continua
     
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    Quella appena descritta e' la procedura tipica che sta dietro il 90, forse 97% degli amplificatori in circolazione.
    Amplificatori siffatti sono necessariamente capaci di erogare potenze impulsive via via maggiori fino a quella nominale inerente alla tensione di alimentazione dei finali, per un deltaT tendente a zero.
    Insomma piu breve e l impulso e maggiore la potenza..
    E cosa vuol dire?
    Vuol dire che e' in atto una gara sul tempo tra durata dell impulso e tempo di scarica dei condensatori di alimentazione.
    Sotto carico il trasfo "cede" ed eroga minor tensione all aumentare della corrente richiesta.
    Fino a raggiungere un minimo.
    Nel punto di minimo corrisponde la max potenza erogata dall ampli in regime stazionario.
    Tra il valore di tensione senza carico e quello a pieno carico esiste una infinita quantita' di potenze erogate ( a parita di impedenza di carico) che sono funzione della durata di impulso.
    Ora: avevamo detto che la frequenza di ricarica dei condensat di livellamento e' di 100hertz.
    Cio significa che il trasformatore (attraverso i diodi rettificatori, ovviamente) carica i o il condensatore cento volte al secondo.
    Pare tanto, e in fondo lo e', ma se sotto carico il trasformatore cede, non riesce piu' a caricare i condensatori e quindi la potenza in uscita piega dal suo andamento ideale.
    A questo punto dovrebbe essere evidente a tutti che la potenza impulsiva e' funzione della capacita' dei condensatori, oltre che dalla potenza del trasfo.
    E quindi? Basta aumentare la capacita'?
    Siamo arrivati al nocciolo della questione.
    Il tempo di ricarica di un condensatore e funzione diretta della sua capacita'.
    Insomma: piu capacita'= piu' tempo per caricarlo.
    Ecco dimostrato come il calcolo di un alimentatore sia frutto di un insieme di considerazioni.
    In primis abbiamo visto come la sua "debolezza" serva a limitare le tendenze suicide dell ampli, e in secundis, come il dimensionamento del trasfo e dei condensatori siano assai piu' correlati tra loro di quanto si creda.
    La condizione ideale e' quella per cui il trasformatore abbia un tempo di ripristino sui condensatori sempre minore di quello della loro scarica.
    Nella realta' in condizioni limite il cedimento del trasfo non consente di ricaricare i condensatori al valore a vuoto e sui transistor finali puo esserci un calo di tensione che puo' arrivare nei casi piu vergognosi anche al 30%.
    L'ironia della sorte ha voluto che stanti queste condizioni i furbi fabbricanti abbiano voltato la frittata e trasformato in pregio quello che e' un difetto gravissimo, e si siano inventati la fola della potenza impulsiva, ovvero un dato di aria fritta, variabile, opinabile, inutile.
    Ma per anni il ritornello e' stato: ha solo 25 watt, e' vero ma ne ha ben 40 impulsivi!
    Le riviste specializzate hanno sdoganato la puttanata, sottoponendo gli apparecchi a prove di impulso di durata fissa e quindi paragonabile tra un ampli e l altro.
    Voila': la manipolazione del mercato e' compiuta.
    Continua

    Edited by tunedguy57 - 23/3/2019, 13:00
     
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    Ma perche' il calo di tensione sotto carico sarebbe un difetto?
    Semplicemente perche al variare della tensione si spostano i punti di lavoro dei quadripoli attivi, il cui funzionamento e' esatto solo in un ristretto intorno.
    Conseguenze soniche?
    Eccome!
    E per averne la prova basta che si interponga tra il trasfo dell ampli e la rete, un trasformatore con rapporto 1:1 di potenza simile o appena inferiore a quella del trasfo dell ampli.
    Otterremo un comportamento "a fisarmonica" molto accentuato, sorta di compressore di dinamica,
    che ci fara' capire l'esatta natura delle conseguenze sul suono, operate da un trasfo che si siede.
    Dinamica "a fisarmonica" e equilibrio tonale variabile con la potenza.
    Il suono nei picchi si iscurisce, e la definizione del messaggio fa "ciao" con la manina.
    Bello eh?
     
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    Qualcuno dira': eppure il mio Proton suona bene!
    Ma a prescindere dal fatto che se avesse un trasfo "che non cede" esploderebbe, rimane di fatto che il suono al variare del volume e della durata dei picchi cambia continuamente: in un certo senso "copia" l'andamento variabile del segnale musicale.
    I migliori amplificatori rimangono e rimarranno quelli il cui alimentatore e' in grado di fregarsene dell'assorbimento e il clipping e' dovuto al raggiungimento del limite teorico inerente alla tensione di alimentazione.
    Questa condizione e' tipica negli ampli in classe A, dove la corrente assorbita e' svincolata dalla potenza erogata in uscita.
    Gran parte dei valvolari hifi ha una zona di funzionamento in classe A assai ampia, e certi sono completamente in classe A.
    Anche dietro a questo fatto risiede la loro quasi indiscussa superiorita'.
    Mentre scrivo mi rendo conto che tante altre cose andrebbero dette, parlando ad esempio del modo di clippare diverso dei tubi rispetto ai SS, della controreazione necessaria intrinsecamente diversa, e via dicendo.
    Ma spero di aver dato un quadro sufficiente, osservando i comportamenti dal punto di vista dell'alimentazione.
    E chiedendo scusa agli ingegneri per il carattere poco tecnico, nel contempo spero di aver consentito ai non addetti ai lavori di capire qualcosa in piu', senza incasinare la loro comprensione.
     
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    Da tutto sto sciroppone esulano ovviamente gli ampli dotati di alimentazioni commutabili, con secondari del trasfo a varie tensioni, messe in gioco solo a richiesta del segnale musicale.
    Un grande nome a tale proposito fu Carver.
    Ma anche vari altri, tra cui diversi Nad.
    Questo per completezza di informazione...😏
     
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    Se hai la possibilità dai un'occhiata all'alimentazione del mio Sansui au alpha 907dr ad alimentazione commutabile.
    Ad avvalorare cio' che hai affermato. c'e' un altro esempio di bell'amplificatore:il Crown psa-2 di grande potenza,dotato di trasformatore molto possente ma di condensatori di carica non esagerata ma che posseggono cio' che gli serve: velocita' ed affidabilita'

    SALVO

    Edited by magoturi - 23/3/2019, 14:03
     
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    qualche "schemino"CROWN_PSA-E
    Il crown PSA-2 ha due soli condensatori da 10000 micro farad /90V ed eroga oltre 270 watts/ch effettivi su 8 ohm (400 su 4...)

    SALVO.
     
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    La sezione di alimentazione del Sansui au alpha 907dr e', invece, basata sull'utilizzo di un trasformatore Tamura ben schermato da 1KvA ed un gruppetto di condensatori di cui 2 da 3900 micro farad/85 V ; due da 5600 microfarad/85V e due da 4700 microfarad/50V (che commutano a seconda della richiesta di energia, detta alimentazione e' definita in classe H,evoluzione della classe G) per oltre 160 watts rms/ch su 8 ohmsansui_au_alpha_907-dr

    au-alpha907DR-caps_filter
     
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    -Addirittura il phase linear 700 supera i 350watts/ch ed ha due soli condensatori da 9800 microfarad/100V ma un grosso trasformatore:

    phase_linear_700
     
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    Il fratello minore di Phase Linear (il 400 che comunque superava i 210 watts rms/ch) aveva due soli condensatori da 5900 microfarad/85V cadauno ma anch'esso un gran bel trasformatore...CAPS_FILTER_PHASE-LINEAR_400
     
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    Bellissima esposizione, anche io che mastico pochissimo di elettronica (tra il poco e il niente) riesco a star dietro alla spiegazione.
    Chiederei a Tuned e a MagoTuri se avessero la pazienza di spiegare con la stessa chiarezza i principi di funzionamento della Classe H che MagoTuri ha mostrato per il Sansui Alpha. Posseggo infatti un QSC Plx 2402 che e` appunto un Classe H, detto Dual Tier (ignoro cosa significhi). Mi piacerebbe sapere pregi e difetti di questa classe di alimentazione, rispetto alle piu` "tradizionali" A e A/B.
    grazie!

    - Alex
     
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