La cassetta sta tornando...

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    L interesse per il vintage in genere ( non solo hifi) e' una fuga dal presente, cosi' inquinato dall incertezza del futuro.
    Spesso aggiungiamo motivazioni riguardanti la qualita dei materiali o un "anima" che vecchi apparecchi possiederebbero rispetto a quelli attuali.
    Ma credo che il vero motore potente che porta al vintage sia la volonta' di far rivivere il desiderio che provammo un tempo, quando non potevamo permetterci certi acquisti.
    Purtroppo l operazione e' destinata a costante parziale fallimento.
    Da giovani si desidera di piu' e meglio.
     
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    @tunedguy57

    Naturalmente esprimendo la mia opinione concordo in parte con quello.

    Vintage per alcune cose concordo sul fascino, sui ricordi e sugli oggetti di tempi passati che magari
    non potevamo permetterci.....
    Mentre non condordo su prodotti che venivano costruiti in tempi andati che ad oggi sono rimastri insuperabili sia
    per i materiali non più reperibili, sia per la conoscenza perduta sia per la passione e l'amore con cui venivano costruiti a mano.

    Sicuramente per il vintage ed in particolare le cassette certamente condivido il tuo innegabile punto di vista.
    La cassetta e l'eventuale suo ritorno non è altro che un nostagico ricordo del passato anche se con macchine
    adeguatamente funzionanti e cassette ben registrate questo tipo di supporto può dire ancora la sua.

    Discorso a parte per per esempio sono le amplificazioni....se prendiamo per esempio marchi come Classè Audio, Mark Levinson e Conrad Johnson confrontando la produzione attuale con quella del passato non ce proprio corsa.... provate a confrontare Classè Audio DR3 e DR6/7 con la produzione attuale....oppure gli ML 20 o gli ML2 con gli attuali.....credo che siano inconfrontabili per costruzione e resa sonora.

    Quanto sopra scritto naturalmente sono opinioni del tutto personali


    Maurizio
     
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    Su questi temi si e' parlato fino alla nausea.
    Non posso pretendere che tutti la pensino allo stesso modo ovviamente....diciamo che la produzione hifi anni 40-50-60 l' ho conosciuta dagli apparecchi e da chi ne ha parlato e scritto.
    A partire dal 1970 l' ho vissuta pienamente e ho conosciuto i moti delle anime, mode, tendenze e grandissoma parte dell intera produzione mondiale.
    Ma soprattutto il rapporto offerta-desiderio.
    Di gran lunga pilotato dai media cartacei.
    Oggi gran parte dell informazione (se non tutta) arriva da un canale la cui portata e' ampia ma l'acqua e' assai inquinata.
    Lo e' in tutti i modi, anche in quello doloso.
    Un tempo lo era solo in modo doloso (prove benevole e prezzolate) ma la portata di quel canale era immensamente inferiore.
    Mica tutti si abbeveravano alle riviste!
    La clientela era diversa...l intera umanita era diversa.
    Le cose venivano fatte per durare e secondo me si intravedeva una certa onesta' intellettuale unita all'amore e passione di farle.
    Ma la regola del profitto ha sempre regnato sovrana.
    Semplicemente tutto ma proprio tutto e' cambiato.
    Complici i PC e internet.
    Ma a poco giova dar colpe alla tecnologia.
    Sarei come chi criticava le auto a motore a scoppio rispetto alle carrozze nel 1900.
    Una cosa e' certa: finche' non verra' inventato un trasduttore a gamma intera completamente rivoluzionario e possibilm poco costoso potremo vendere e comprare hifi vintage e godere tranquillamente della migliore qualita intrinseca degli apparecchi di annata.
    Qualita' non sempre legata alle effettive prestazioni, ma quanto meno un presidio di "good stuff" che all intenditore dona un plus di piacere del possesso.
     
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    @ tunedguy57
    Il mio non pernsarla fino in fondo come te non è ovviamente in tono polemico ne tantomeno provocatorio.

    E' solo che nella mia poca esperienza ed avendo avuto abbastanza materiale costruito negli anni 70/80 e
    paragonadolo con l'attuale produzione mi sembra che per la stragrande maggioranza la stessa attuale non regga il confronto.
    Tra i marchi che ha sempre migliorato nel tempo anche con l'attuale produzione è la SPECTRAL.....poi può piacere o non piacere
    ma è così. !

    Ma la qualità costruttiva, la qualità dei materiali, la passione e l'amore nell'assemblare i prodotti degli anni d'oro non èsiste più oggi.
    Oggi tutto o quasi è affidato a ROBOT.

    Verissimo è anche che negli anni 80/90 i prodotti hifi erano veramente per pochi, visto il loro costo quindi anche le " voglie sopite " vengono tolte oggi ...e non ieri...ovviamente in base alla proprie possibilità.


    Maurizio
     
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    Concordo sia con Federico che con Maurizio. Io e Federico siamo coetanei (anche io sono del 57), e dai 14 anni d'età, come penso abbia fatto Federico, la mia sfrenata passione per la musica e per l'hifi mi ha portato ad avere il mio primo impiantino hifi, e a desiderarne, quasi subito dopo, altri, ben più prestigiosi e ben oltre la mia portata, che vedevo sia sulla riviste ma, con maggiore piacere, nei numerosi negozi di hifi in città. Nonostante le mie scarse disponibilità finanziarie, sono riuscito a quel tempo ad avere un impiantino più che rispettabile, e che, soprattutto, suonava (per me, e anche a detta dei miei amici) bene. Ma il desiderio, mai sopito, era quello di avere "quegli" apparecchi... oggi che posso dotarmi di qualcuno di quegli apparecchi devo ammettere che ho occhi solo per loro, perchè fanno parte dei miei sogni di gioventù, di quel periodo unico e irripetibile che ha caratterizzato la mia vita; chiamatela pure nostalgia, perchè quella è. Quando poi, frequentando oggi gli sparuti negozi hi-end che sono rimasti, scopro che i multimilionari apparecchi di oggi suonano mediamente molto peggio di quelli vintage, la mia nostalgia aumenta. E la caccia continua.
     
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    Vorrei poter incorniciare il post di Tuned, esprime perfettamente la differenza tra Vintage e... Robivecchi.
    Tutti noi siamo in quest'hobby per un nostalgico attaccamento a quello che è stato, e oggi non è più. Vale per gli oggetti, e vale per noi ultracinquantenni, che siamo cambiati, siamo disincantati e disillusi rispetto ad un mondo che ci affascinava allora e ci affascina oggi "alla memoria".
    Non è brutto essere passatisti, perchè permette di giudicare l'attualità col disincanto di sapere già "come va a finire".
    Dire però che gli apparecchi di allora erano fatti meglio di quelli di oggi, o suonavano meglio di quelli di oggi, è una esasperazione e significa chiudere gli occhi di fronte alle prestazioni raggiunte, che, come diceva Tuned, non riguardano noi dieci, ma tutta la massa di fruitori della musica.
    Così come negli anni '70 noi adepti di Suono o Stereoplay non ci filavamo proprio marchi come Grundig, perchè poco "allineati", così oggi noi adepti del Vintage ci filiamo poco i prodotti attuali, dimenticandoci che da tower stretti ed esteticamente aggraziati esce tanto suono quanto dai nostri osceni armadi di allora, che da un ampli a SS di oggi, dal peso di qualche Kilo e virtualmente senza assistenza, esce tanto quanto da un tafernario a valvole dell'epoca che fu, che da un CD prima e un PC poi esce tanta di quella musica che con i nostri chiodi aranti plastica possiamo sembrare i protagonisti di una vignetta satirica...
    Edilio, dire che i multimilionari di oggi suonano mediamente peggio di quelli "nostri", è una forzatura dettata dal troppo amore, come dire che un figone odierno non vale una Loren di ieri. Valgono tutte e due, c'è figone e figone, siamo noi che siamo meno appetibili (sorry, volevo dire io, non oserei mai coinvolgervi in queste elucubrazioni...)
     
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    Anch'io comprendo e condivido in parte quanto scritto da Edilio, Maurizio e Federico.
    L'ondata emotiva spesso viene dalla "pancia" e dall'insoddisfazione; a volte è destinata ad un godimento effimero, un po' come un bimbo col giocattolo nuovo tanto agognato. (in questo caso "nuovo" perché prima non ce l'avevi)

    la moda del vintage spesso solletica la pancia in questo senso e bisogna anche stare attenti, la pancia a volte è una brutta bestia. Porta con se i sentimenti primitivi dell'appagamento, al desiderio di status symbol semplicemente in quanto tale, alla disomologazione, al voler sentirsi migliore, diverso, "più figo". Un po' come gli hipster, se si capisce cosa intendo dire.

    Mia personale opinione: 30/40 anni fa l'ascolto della musica era qualcosa più collegato alla sfera culturale (e che peraltro piaceva), che pretendeva dei "riti" (che tutti accettavano) e che facevano parte del "modus" rispettoso nei confronti della musica.
    E reinterpretando Lessing il rito preparatorio all'ascolto della musica che ti provoca piacere era essa stessa un piacere.

    A mio parere, il marketing e l'impoverimento culturale hanno fatto si che tutto diventasse un "prodotto" da vendere. Sia i programmi da ascoltare che le attrezzature per ascoltarla. La musica stessa è diventata un prodotto e non un arricchimento culturale, qualcosa da consumare e di cui disporre come un hamburger o una merendina... il mercato va dove va la gente.

    Poi vabbè, ci sono ditte, anche italiane che fanno impianti sartoriali da 250.000 euro. Per carità, lecito chiedere una cifra del genere per la qualità costruttiva, ma personalmente, a questi livelli, credo più nella legge dei ritorni marginali che nella qualità assoluta.

    E comunque per quella cifra compro una casa o apro una ditta di service audio.
     
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    L' impoverimento culturale ahime' c'e' tutto.
    Ma il marketing c'e' sempre stato.
    Solo le sue modalita' sono evolute.
    Come evolviamo noi tutti.
    Gli impianti "sartoriali" non trovano in me moralmente alcuna giustificazione.
    A Venezia dicono "ogni giorno nasse un cucco: beato chi che se o' cucca".
    Un tempo l'hifi era uno status symbol.
    Oggi non piu'.
    Per gli arricchiti forse!
    Categoria di nessun interesse ai miei occhi.
    Che il vintage hifi diventi di moda e' una conseguenza dell'emulazione da parte dei poverelli di spirito, cui non manca mai il naso per capire la direzione del vento.
    Un vento nato altrove.
    Dalla passione e l' interesse tecnico veri di solitari dotati di pensiero autonomo
    Cmq le mode vanno e vengono.
    Solo i poverelli restano.( e ovviamente anche gli appassionati veri)
    I piu' poveri sono quelli che oggi spendono mari di quattrini per comprare costosi hifi nuovi.
    Sono piu poveri perche perdono i loro soldi ( la svalutazione del nuovo e' pazzesca).
    Sono piu' poveri perche' culturalmente arretrati in chiave positivistica e banalmente ottimisti.
    Per quel che mi riguarda l hifi e' morta attorno al 1994.
    Pochissimi costruttori coraggiosi e valorosi tengono duro.
    Alcuni sono magari anche onesti.
    Non me ne curo affatto.
    Ma non per questo credo producano necessariamente cose peggiori di quelle costruite un tempo.
    Da ex costruttore se oggi dovessi produrre lo farei proponendo riedizioni di grandi amplificatori.
    Lo farei solo in solid state, perche' non credo nella replicabilita' dei TU dei vecchi valvolari.
    Sarebbe una sorta di omaggio a grandi progettisti.
    Spesso non furono titolari di azienda.
    Penso a Baxandaal, Hood, Leach, e, perche' no? Anche Doug Self.
     
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    Gran bel pensiero. :)
    Self teniamocelo buono che è l'unico ancora vivo.
     
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    Passione, nostalglia e vecchi ricordi di chi ha mezzo secolo ( me compreso )
    fa si che l'attaccamento agli oggetti di allora non muoia mai.
    Vero è anche che la cultura musicale è quasi comparsa tra i giovani d'oggi che con smartphone ed " aggeggi " vari ascoltano una "simil- musica " che è guasi sconosciuta alla mia generazione.

    E non è il chiudere gli occhi o il non essere obbiettivo sul confronto " vecchio - nuovo " ma sinceramente di materiale ne ho avuto e se penso ai miei Mark Levinson ML20 o gli ML 2 oppure ai Classè Audio DR3 o DR6/7 ed alla loro costruzione sia meccanica sia elettrica / elettronica e lo traslo agli apparecchi di oggi delle stesse aziende che ho citato, solo per esempio , non ci trovo nulla di migliere per non parlare della qualità sonora. Penso che questo sia innegabile poi naturalmente il gusto personale non si discute e ci mancherebbe altro com'è altrettanto vero che tutto ruota ed è sempre ruotato attorno al " dio " denaro. E sempre secondo me trovare oggi la stessa qualità di prima, non dico che sia impossibile, ma è molto difficile. Gli impianti milionari come i bei figoni non sono altro che trofei o oggetti da tenere come soprammobili da spolverare ogni tanto e da far vedere agli amici come semplice vezzo di potere e denaro ( senza voler offendere nessuno ne polemizzare).

    Tunedguy75.....il tuo ultimo post mi è piaciuto molto .....

    Maurizio
     
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    Mega-Direttore Clamoroso ladr matricolat gran paracul

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    Non so se la cassetta stia tornando in auge ma posso testimoniare che casualmente giorni fa sono passato in uno uno dei negozi storici del vinile della capitale e questo è effettivamente sempre stato un negozio piccolissimo e solitamente da qualche anno anche tristemente semi deserto. Tuttavia stavolta invece era relativamente affollato: in una trentina di metri quadrati c'erano una decina di clienti che s'affannavano nella loro ricerca, tra le serrate fila degli scaffali. Qualcosa questo vorrà pur dire.
     
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    Date un occhiata a questo !!


    Maurizio

    http://www.bintmusic.it/blog/tecnologia/mu...come-il-vinile/
     
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    Ragazzi, sarò nostalgico, ma non sono rincretinito... i miei figli non capiscono l'attaccamento e l'ammirazione che ho per i grandi progetti e le grandi realizzazioni del passato; quando tento di spiegare loro il sofisticato azimuth regolabile dei registratori Nakamichi o l'autoreverse meccanico del mio Teac X-1000R mi guardano con un misto di compassione e divertimento. Li capisco pure: hanno vissuto l'hifi attraverso i miei apparecchi, senza il "rito" del giro tra i negozi hifi, misto all'ascolto della musica (su LP, ovviamente...) che si godeva negli stessi, o l'altro rito rappresentato dal giro tra i negozi di dischi... oggi è tutto comodo, senza fatica, senza passione.
    Mi ricordo che quando "scoprii" Booker T. & The M.G's per me fu una vera scoperta: i loro dischi non erano molto trasmessi e si trovavano nei negozi con una difficoltà indicibile; a Palermo quando si trovava un disco loro erano "hurrà" di gioia per tutto il gruppetto di amici appassionati; avevo scoperto un negozio nel quartiere Vomero a Napoli, la città di mia madre, che aveva molti dischi di importazione: oltre Booker T., trovai anche gli Ozark Mountain Daredevils e dischi di altri grandi gruppi, soprattutto americani.
    Oggi, ci si collega al web e si viene investiti da una quantità di musica infinita; è finito il gusto della ricerca, sono le web radio, Spotify o Tidal, che scelgono per te. Dov'è finito il tornare a casa trepidante, con l'LP incellofanato appena comprato, aprirlo, godere delle grandi immagini e dei profumi del cartone e del vinile, posare il disco sul giradischi in un misto di rito e rispetto, e iniziare l'ascolto? Riuscivo a comprare un solo disco al mese, oggi se ne possono comprare dieci al giorno... per non tacere della grandissima qualità della musica moderna e degli interpreti negli anni dai 60 ai 90 scarsi, dopo c'è solo il (quasi) nulla.
    No, oggi non potrebbe sopravvivere l'hifi come l'abbiamo conosciuta noi: c'è una cultura del tutto diversa dalla nostra, la presenza di una gioventù purtroppo senza ideali, anche ingenui come i nostri, senza il '68, senza il Flower Power, senza le lotte per far cessare la guerra in Vietnam... tanto per dare l'idea, pensate se oggi potrebbe venir fuori un gruppo come i Popol Vuh o gli Amon Duul II o i Jefferson Airplane o...
     
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    la scarsità dà valore alle cose. Questo lo sanno bene quelli del marketing.
    La scelta infinita appiattisce tutto.
    E comunque ricordiamo che una cassetta registrata bene è meglio della radio (visto quant'è compressa ora, capirai lo sforzo) e spesso meglio di un bobine a 9.5.
    Io rimpiango le testine P-9F dei 680ZX che avevano 0.6micron di traferro e facevano suonare il nastro a mezza velocità come fosse normale. Io rimpiango i 680zx.
    A dire il vero rimpiango anche i Telefunken RC300 e i Dual C844, i Tascam 122 mkIII, i Revox B215S/Studer A721...
     
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    "Ma, caro figliolo, vuoi mettere il rito della caccia come dovevamo farla noi?
    Ogni primavera tua madre mi preparava una bisaccia con la carne salata e le punte di freccia di ricambio.
    Mi incamminavo e restavo su quei monti finche' non trovavo l'orso.
    Una volta catturato e ucciso dovevo portarmelo fino alla tenda dove tua madre soddisfatta era tutta fiera del suo uomo e si metteva al lavoro.
    Scuoiava l animale e trattava le pelli.
    Io giocavo con te da piccolo e la guardavo contento.
    Poi lei tagliava le carni e le metteva sotto sale.
    Fu una di quelle sere che venne concepito tuo fratellino"

    Ora: guardati!
    Quando manca il cibo al tuo desco prendi fucile e polvere e in un giorno ammazzi l'orso e la sera mangiate tutti.
    E buttate via mezzo orso.
    Noi ne usavamo tutte le parti!
    No, no...troppo facile la tua vita per esserne fiero e pago!"
    Credi al tuo vecchio padre!

    Edited by tunedguy57 - 21/6/2016, 12:42
     
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