Ma come ascoltiamo?

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  1. tunedguy57
     
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    Quando siamo seduti in un auditorium, diciamo platea quarta fila, non ci poniamo molte domande sul "come" sentiamo la musica....essa arriva come pensiamo debba arrivare....
    Coi pieni orchestrali che competono agli ensemble in gioco....il dettaglio che compete alla distanza dall'evento.
    Se siamo in quarta fila a quanti metri potremo essere dall'arco sinistro orchestrale? Otto metri?
    Probabilmente dai sei ai dieci.
    Distanze che nulla hanno a che vedere con quelle di ascolto dei nostri sistemi di riproduzione domestica.
    Per sperimentare molti avranno provato a sedersi più avanti, più indietro...o in galleria.....
    Ogni nuova condizione ci sarà miracolosamente sembrata subito naturale e la qualità di ascolto fuori di dubbio.
    Questo perchè, Dio volendo, le sale che avremo frequentato sono state progettate da persone competenti, dotate di esperienza, capacità nonchè buon orecchio.
    Se ciò non fosse stato, non sarebbe stato difficile ad un tratto del concerto ( o della rappresentazione teatrale) trovarsi alle prese con il dubbio se l'acustica di sala non fosse poi così buona.
    A teatro o al cinema la percezione del messaggio acustico è di gran lunga aiutata dalle immagini che ci pervengono.
    Da un lato esse tengono occupato il "processore cerebrale" con sensazioni visive, rubando di fatto a quelle acustiche un apprezzabile dose di attenzione dedicata, e dall'altro aiutano a ricevere un messaggio multimediale assai naturale, composto da suoni e immagini: condizione del tutto naturale per tutti i viventi dotati di sistema sensoriale-nervoso un minimo raffinato.
    L'ascolto di musica riprodotta a casa nostra è invece qualcosa di assai diverso.
    Tutto il lavorìo di immaginazione che l'audiofilo fa alle prese con il fronte sonoro riprodotto non è altro che una sorta di trip che ognuno si costruisce, secondo la sua cultura musicale, ed esperienza di musica dal vivo.
    Ma anche se si frequentano gli auditorium con assiduità, non c'è niente da fare: ciò che a noi sembrarà suonare realistico, all'amico apparirà "cupo, o stridulo, o gonfio sui bassi, o magro, o distorto, o troppo piano, o troppo forte.....ecc....ecc...."
    Magari se è un amico di lunga data non esprimerà le sua impressioni in modo rude e crudele, sapendo quanto tempo ( e denaro) avete impiegato a raggiungere certe "vette acustiche".
    Ma probabilmente se ne andrà tutto soddisfatto, pensando che lui spendendo molto meno, a casa sua sente meglio la musica.
    Tutto questo mare di soggettività non fa bene ai nervi..............
    Di oggettivo negli ascolti casalinghi rimane in effetti ben poco.
    Forse i difetti!
    Esempio?
    Cosa ci fa pensare che in una stanza di quattro per sei (nei casi fortunati) si possa ricreare la magia dell'evento dal vivo?
    Con i tempi di riflessione multipla, le risonanze proprie, il ritardo inerente alla distanza dal palco, le interazioni tra i vari strumenti che sono propri dell'auditorium e delle circostanze in cui è stata eseguita la registrazione?
    Ma dico: pensiamo che i microfoni siano degli strumenti miracolosi?
    E questo a prescindere dalla bravura di chi li progettò, di chi li scelse per quella sala e di chi li dispose in ambiente!
    Evidentemente qualcosa di naturalmente tridimensionale è stato cacciato a forza in un dischetto di plastica disperatamente bidimensionale!
    E poi si va a sperare che il miracolo si compia e che la terza dimensione riappaia, si materializzi...si crei addirittura!
    C'è qualcosa di intrinsecamente malato che spinge gli audiofili a raggiungere "la realtà" quando questa con ogni evidenza nasce e si spegne nel giro di poco tempo, e MAI più si potrà ricreare uguale a sè stessa.

    -continua-

    Edited by tunedguy57 - 25/2/2019, 08:31
     
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20 replies since 17/9/2015, 10:36   981 views
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