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La scatola marrone occhieggiava dal basso dal 2010.
Sapevo che dentro c'erano dei condensatori russi che avevo preso in ebay....ma da tempo non l'aprivo.
Due giorni fa è capitato.
Guardo dentro: uhmmm...dei carta e olio verdi....copie verniciate dei classici americani....non interessano ora.
Apro un involto di carta oleata (mi piacciono tantissimo gli involti in carta oleata, mi ricordano cose di altri tempi) e butto l'occhio..
Che stronzo che sono..........compro astronavi e non le uso.
Questa combriccola di barilotti in carta oleata mi guarda triste........
Sono dei condensatori al dielettrico in teflon, da 800 volt. Sono russi....ma sono bellissimi.
Li pagai abbastanza.......
Fankulo! Arruolati!!!
E levati i fidi ICAR a carta e olio che riposavano da tempo nel Marantz 8B ho (non senza qualche difficoltà, vista l'assenza dei reofori e le dimensioni) montato queste 4 meraviglie sovietiche.
Da qualche giorno me li ascolto e me li godo.
Come suonano? Avete presente il suono dei polipropilene? No? Si? Buh?
Beh....stesso nitore sui dettagli ma nessuna sensazione di acuti estremi insistenti, tipica dei poliprop.
Non potrei onestamente definire il loro suono come "dolce", ma maledettamente trasparente sì!
In una parola qualcosa di estremamente vicino ad un corto, solo che isolano la DC.
Eccome se la isolano! Sono una barriera invalicabile, e perfettamente costante all'aumento della temperatura.
I condensatori al teflon sono gli unici che possono lavorare a temperature oltre i 130 gradi senza ripercussioni sull'isolamento o sulla variazione di capacità.
Insomma...delle rocce sovietiche dal suono maledettamente trasparente e neutro.
Il mio Marantz 8B è contento, e se è contento lui lo sono anch'io..... (citaz da nota marca di mangimi per felini)
PS:
ovviam mi riferisco ai 4 condensat di ingresso delle finali. -
lutor.
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Il vecchio blocco sovietico roba d'altri tempi fatta allo stato dell'arte senza badare a spese e usando i materiali migliori ne convieni Federico? . -
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Assolutamente no.
La produzione industriale sovietica era caratterizzata da controlli di qualita inesistenti e la costanza produttiva era semplicemente ridicola.
Rimane pero il fatto che al netto di una rigorosa selezione il prodotto sovietico (generalmente ma non sempre) copia di materiale americano puo risultare una interessante alternativa economica.
Va ricordato che in unione sovietica non contava la qualita del prodotto ma l occupazione degli operai.
E questo il motivo degli oceanici stock di materiale invendutoche a partire dagli anni 90 si sono resi disponibili sui mercati occidentali.
La produzione destinata al militare era cmq di qualita supetiore a quella destinata ad uso civile.
E infatti selezionando si puo procurarsi cose buone risparmiando belle cifre.. -
lutor.
User deleted
vedi ho imparato una cosa nuova pensavo che tecnologicamente e qualitativamente fossero all'avanguardia complice anche la guerra fredda, va be grazie per l'informazione, quindi Federico se dovessi acquistare delle valvole per il mio pst200 secondo te dove le dovrei prendere? . -
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Direttore Totale Dott. Ing. Gran Mascalzon
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Walter, che diavolo è quell'apparecchio ? . -
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Secondo me è un bel ampli audio denominato appunto Priboj , giusto
qui ce nè uno più vecchiotto:
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Vedo doppie uscite di placca.....valvole "coi corni"....suggestioni germaniche anni 40......pero costruzione super incasinata...
Non subisco il fascino del sovietico ma mi piace lo stesso leggere nei prodotti la forma mentis dei popoli....
La complicazione e perfezione tedesche
La semplificazione con "good stuff inside" americana.
La geometrica razionalizzazione dell avarizia inglese
Il pressapochismo incasinato russo
L improvvisazione italiana.
Tutti luoghi comuni....ma cosi simpatici!. -
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Una curiosità: vedo non hai menzionato la produzione del Sol Levante, pur a mio avviso, almeno quantitativamente, rilevante: è intenzionale o semplice svista (cosa quest'ultima di cui, conoscendo la tua precisione, francamente dubito)? . -
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Isy, in effetti quando ho premuto "enter" per mandare il post mi sono accorto di aver trascurato il made in Japan.
Poi stamattina ero in laboratorio e avevo da fare, non potevo colmare la lacuna.
Il fatto è che ora pensandoci, il mio molto probabilmente è stato un lapsus freudiano.
Intendo dire che il "made in japan" come "forma mentis" non esiste.
Dipende enormemente dal marchio. Certi (molti) produttori hanno sempre costruito buttando le cose dentro gli apparecchi con il badile.
Altri hanno applicato invece una cura maniacale, tipicamente usata nella produzione di tessuti, artigianato e altri settori giapponesi, non ultimo quello delle automobili e delle motociclette.
Ma è stato sempre un fatto legato al "brand".
Non si può parlare di un "modo" giapponese comune avendo in mano (a parità di epoche) un Kensonic e un AIWA.
E' ben vero che lo stesso si può dire parlando di Telefunken o di Grundig primi anni 80 (i TFK erano un ammasso di di japan e germany legato collo spago) ma nel caso del Giappone, il loro "modo" nell'hifi fu sempre influenzato dal "modo" americano.
Se poi si parla di estetica, allora le cose si fanno drammatiche, poichè il prodotto japan non pensato per i mercati esteri è sempre stato assolutamente inguardabile..