Short history of the Receiver

..

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Group
    Administrator
    Posts
    4,578
    Location
    Trieste

    Status
    Anonymous
    Dietro richiesta di almeno tre forumer , butto giù due righe su un argomento simpatico, più di costume che tecnico, ovvero una piccola storia di un apparecchio cui l'hifi deve molto: il sintoamplificatore.
    Lo faccio anche per non perdere l'abitudine, perchè come si sarà notato, ultimamente scrivo poco...il motivo è sempre il solito: la mia salute malferma.
    Ho trovato nel net che a qualcuno fa un pò piacere che io stia male: sebbene sia sempre stato prono a sentirmi in colpa per cose che forse ho fatto ma anche non fatto, stavolta mi sento serenamente autorizzato ad autoassolvermi con formula piena.
    Alla faccia di chi sparacchia palline di carta con la Bic Cristal, facendone lo strumento che fa rima con una nota categoria di "figli".

    Video

    In realtà, grazie ad una nuova terapia autogestita sono riuscito a stare meglio nell'ultimo mesetto...per cui traggano le conseguenze tutti questi cherichetti.

    So we're going on topic.

    Perchè l'hifi come la concepiamo deve molto al sintoamplificatore?
    Perchè è con questo tipo di apparecchio che si è diffusa maggiormente ai suoi albori, nella terra dove l'hifi è esplosa e si è riprodotta con più forza nel ventesimo secolo: gli States, ovviamente.
    Qualcuno potrebbe avere da obiettare che tale affermazione sia discutibile, poichè anche in Germania, e forse prima che negli States, andò affermandosi l'audio di qualità nei ricevitori radiofonici.
    E' fuori di dubbio che i tedeschi siano stati in grado di progettare e produrre cose egregie a livello di componentistica (specialmente valvole) ma è specificamente americana la tendenza a dare stadi di potenza sempre più vigorosi ai classici ricevitori radio, a incorporare il fonografo e produrre altoparlanti di diametro sempre maggiore.
    Si, sa: quando andate a mangiare una bistecca negli SU, sarà facile che non ce la facciate a finirla....hanno proprio la fissa delle grandi dimensioni.
    Automobili come navi, strade larghissime, grattacieli altissimi, amplificatori potentissimi, e poi, più recentemente....tette enormi!
    Magari finte: chissenefrega!
    Le radio Zenith erano ENORMI...ma venivano descritte come "portatili".
    Ad ogni modo, di spazio ne hanno in abbondanza e in fondo non deve stupire più di tanto che ciò che accade al di qua dell'oceano non li tocca molto...a volte quasi nulla!
    Vabbè....torniamo al sintoampli, che negli States si chiama da sempre "Receiver".
    In fondo è una definizione abbastanza corretta: tradisce perfettamente le sue origini radiofoniche!
    I primi sintoamplificatori furono americani. Si trattava di apparecchi radio (per lo più prodotti dalla Fisher, Philco, Pilot, e qualche altro notissimo marchio storico americano) dalla sezione di bassa (leggi "bassa frequenza") particolarmente curata, e privi di altoparlante incorporato, perchè le dimensioni di quest'ultimo cominciavano ad essere importanti, talvolta con woofer e tweeter separati.
    Insomma: c'era l'apparecchio da tavolo (o da incasso, talvolta a pavimento) e una vera e propria cassa acustica separata.
    Questi aggeggi costavano un infarto in quei lontani anni trenta.
    In particolare era la seconda metà degli anni trenta, quando cominciavano a diffondersi i tetrodi a fascio, che consentivano potenze piuttosto elevate con un rendimento energetico ben maggiore dei classici triodi, che avevano caratterizzato la produzione radiofonica della prima ora.
    In effetti furono gli apparecchi dotati di push-pull di triodi che fecero da "trait d'union" tra l'epopea dei ricevitori dotati di triodo finale in classe A (ovvero le prime radio) e la comparsa dei ricevitori dotati di stadio finale a tetrodo a fascio ( ancora in classe A).
    Il passo successivo doveva necessariamente essere il passaggio ai push-pull di tetrodi a fascio.
    E così fu.
    La potenza di questi ricevitori, che per circa un decennio dalla comparsa della radio non era mai andata oltre ai due o tre watt , nel caso dei vecchi stadi in classe A, e ai circa 10 con i push-pull di triodi, ora vedeva l'impennarsi della curva di potenza verso valori raddoppiati.
    Nella casa di un ricco senatore nel 1937 era facile trovare un apparecchio che racchiudeva in sè un amplificatore push-pull di tetrodi da 20 watt, con altoparlante incorporato (o separato, o in certi casi ambedue) e giradischi fonografo.
    Fu proprio la spinta alla maggior potenza, in osservanza alla propensione tutta americana al gigantismo, che portò le case a produrre apparecchi privi di altoparlante, a indurre alla nascita aziende specializzate in soli altoparlanti, e alla produzione di sezioni di bassa frequenza di potenza sempre maggiore.
    D'altro canto aziende come la RCA e la General Electric andavano sfornando tubi di potenza e trasmissione talmente avanzati e affidabili, da costituire ancor'oggi dotazione degli amplificatori per hifi più raffinati e desiderati.
    Nasceva nel 1935 la 6L6 e subito dopo la sua sorellina minore 6V6. Due valvole senza le quali non si potrebbe immaginare la storia della bassa frequenza come oggi la intendiamo.
    Due tetrodi a fascio robusti, affidabili, longevi e usatissimi ancor oggi dai chitarristi di tutto il mondo per i loro amplificatori.
    Da quei due primi tetrodi arrivarono a cascata un sacco di altri tubi, fino alla soglia degli anni 70, quando un elemento perturbatore simile a quello che aveva determinato la scomparsa dei dinosauri in epoca preistorica doveva sovvertire l'ordine delle cose e andare a scrivere nuove pagine sui libri di storia. Naturalmente l'elemento perturbatore di cui parliamo fu l'avvento del transistor.
    In realtà un tipo particolare di transistor, giacchè di transistor già nel lontano 1955 si parlava a livello commerciale, per produrre i primissimi apparecchi facenti uso di questo nuovo "ritrovato" ovvero le protesi acustiche.
    Il tipo "particolare" erano i "transistor di potenza al silicio".
    Furono questi ultimi a spazzare via nel giro di circa tre anni le valvole termoioniche dalla produzione commerciale.
    Ci fu, è vero, un periodo intermedio in cui coesistettero tubi e transistor negli apparecchi, (specialmente sintoamplificatori!!) ma la cosa durò assai poco, e per dovere di cronaca tale periodo si può situare tra il 1961 e il 1966.
    Dal 1967 praticamente ogni aggeggio prodotto da ogni parte del mondo occidentale era a "stato solido", acronimo largamente usato per distinguere questi apparecchi della nuova generazione dai vecchi valvolari.
    In Russia e paesi satelliti la produzione di elettroniche civili a tubi continuò ancora per qualche anno.
    Le "avioniche" montate sui Mig verso la fine degli anni 70 erano ancora quasi totalmente a tubi.
    Non stupisce quindi che in Russia negli anni 80 vi fosse il paradiso delle valvole, e negli anni 90 un magazzino apparentemente inesauribile per gli audiofili di tutto il mondo.

    -continua-

    Edited by tunedguy57 - 27/2/2015, 19:08
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Group
    Administrator
    Posts
    4,578
    Location
    Trieste

    Status
    Anonymous
    Ben prima che lo standard General Electric si imponesse per le trasmissioni multiplex FM, attorno al 1960, la Fisher aveva prodotto stupendi sintoamplificatori monofonici di potenza piuttosto rispettabile. Su tutti il modello 500, magnifica macchina, dal pannello anteriore in ottone. Fu appunto con l'avvento della FM stereo e il (di poco) precedente esordio del microsolco stereo dalla fine del 1958 che il sintoamplificatore stereo come lo conosciamo oggi cominciò ad essere una realtà
    Una realtà assai desiderata negli States, dove era considerato il nucleo centrale di ogni impianto hifi degno di rispetto.
    Dapprima ovviamente a valvole, poi, dalla metà anni 60 a stato solido.
    La potenza raggiunta dai top di gamma negli USA arrivava a livelli in Europa impensabili.
    In pratica nell'altro paese dove vi fu una scuola di pensiero sui sintoampli, ovvero la Germania, non si videro prima che negli anni 70 inoltrati apparecchi dalla potenza superiore ai 25 watt per canale.
    Gli americani quanto a potenza ci diedero dentro, passando in breve alla sessantina di watt per canale.
    La raffinatezza delle sezioni HF invece non fu sempre una costante per il prodotto americano, laddove una minor esigenza di selettività non chiamava i progettisti a circuiti troppo raffinati.
    Tale minor selettività era la conseguenza di un etere abbastanza ordinato, con frequenze ben assegnate alle Broadcasting Station, senza il gran affollamento su frequenze attigue che invece fu sempre caratteristica dell'etere europeo, e che in Italia dopo la nascita delle emittenti private toccò livelli parossistici.
    E il Giappone? Esisteva una scuola nipponica di receiver?
    Si e no......in quanto nel Paese del Sol Levante si produceva parecchio, ma sempre tenendo in mente il loro cliente-tipo, che fu sempre invariabilmente quello americano.
    L'estetica del prodotto giapponese ai suoi albori ricalcava nettamente quella del prodotto americano.
    La costruzione interna caotica ma rifiniture esterne curatissime, erano le caratteristiche tipiche, che negli anni si conservarono quasi fossero un marchio a fuoco.
    Dal punto di vista delle prestazioni la discreta qualità delle sezioni di bassa non trovava riscontro nelle solo mediocri sezioni HF.
    Anche stavolta il motivo era lo stesso. Il mercato interno, che con l'andare degli anni 60 si faceva sempre più interessante non chiedeva grande selettività, visto che le assegnazioni di frequenze in Giappone erano se possibile ancor più rigide e ordinate che negli States.
    Il prodotto europeo invece fin dall' inizio anni 60 era contraddistinto da stadi di potenza ridotta (ma di ottima qualità , si badi bene) e sezioni FM curatissime.
    Philips, Grundig, Telefunken, Saba, Nordmende, Korting, Loewe, Graetz, furono grandi produttori di ottimi sintoampli per tutto l'arco di tempo che andò dal 1963 al 1982.
    Naturalmente col tempo le potenze aumentarono, ma mai toccarono le vette mostruose dei celeberrimi mostri Jap, che arrivarono a sfiorare la soglia dei 200 watt per canale.
    -continua-
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Group
    Administrator
    Posts
    4,578
    Location
    Trieste

    Status
    Anonymous
    Poichè sarebbe piuttosto difficile fare una rassegna di prodotti senza necessariamente dare la precedenza ad un marchio piuttosto che ad un altro, risolverei la questione facendo una breve carrellata su ciò che di notevole il mercato offrì nei vari periodi, dividendo questi in lustri, piuttosto che per paesi di origine.

    Nella prima metà anni 60

    erano gli States a farla da padrone, con una buona squadra di apparecchi i cui nomi erano Fisher, Scott, McIntosh ( nel 1961 il magnifico sintopreamplificatore MX110) Sherwood, senza dimenticare i kit della Heathkit della Knight e della Eico, che però furono veramente assai pochi poichè ai sintoampli in kit venne sempre data la precedenza ad apparecchi separati (ampli e tuner).
    Marantz non fece mai un sintoampli a valvole. Il primo sarebbe stato il Model Eighteen, a stato solido, attorno al 1967, sfigatissimo apparecchio ben presto sostituito dal famoso e pregiatissimo Nineteen.
    Dal Giappone arrivavano i primi receiver, si chiamavano Pioneer, Sansui, Kenwood, tutti a valvole e nessuno di alta potenza, essendo gli stadi finali costituiti generalmente da dei push-pull di 6GW8 (ECL86) o 6BQ5 (EL84), raramente dalle (allora) nuove 7189, versione rinforzata della 6BQ5 che consentiva di raggiungere (a fatica) i fatidici 20 watt per canale.
    In Europa la tendenza fu quella di introdurre il transistor timidamente nelle sezioni FM, mantenendo la bassa valvolare.
    Furono le rarae-aves prodotte dalla Lorenz ELL80 e ECLL80 (valvole nate per andare a comporre dei push-pull, sebbene non mancarono esempi di utilizzo in classe A della ELL80) ad andare a equipaggiare i sintoampli Grundig e le EL95 i Telefunken.
    Ma anche le ECL82 e ECL86, sempre in circuiti push-pull.
    La fascia bassa era generalmente terreno per la EL84 in classe A.
    La potenza non andava mai oltre alla decina di watt per canale. (nei classe A non andava oltre ai due watt effettivi)
    In Europa durante il primo lustro anni 60 la tendenza fu quella di produrre radioricevitori stereo con altoparlanti incorporati.
    Philips ne fece parecchi, a volte anche con stadi senza trasformatore di uscita, facenti uso di altoparlanti da 800 ohm.
    Questi stadi di bassa furono largamente usati per gli apparecchi televisivi, e la loro resa era molto buona.
    In Italia, vigeva il disinteresse nei confronti del sintoamplificatore, la Geloso produsse sintonizzatori e amplificatori ma mai sintoampli.
    I primi sarebbero stati i Voxson all' inizio anni 70.
    Dalla Danimarca i pregevoli B&O arrivarono attorno la metà degli anni 60, idem dalla Norvegia con i Tandberg, tutti a stato solido e con transistor al germanio.
    L'Inghilterra nella prima metà anni 60 snobbò il sintoampli come tipo di apparecchio, cosa che continuò a fare anche più avanti, con qualche sparuta eccezione.

    -continua-

    Edited by tunedguy57 - 28/2/2015, 10:27
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Utente attivo

    Group
    Member
    Posts
    47
    Location
    Lido Di Ostia

    Status
    Offline
    Grazie Tuned!!
     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Utente veterano

    Group
    Member
    Posts
    139

    Status
    Anonymous
    Ciao Federico, ottimo inizio ci voleva ( come tanto sperato ).

    claudio
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Neoiscritto

    Group
    Member
    Posts
    21
    Location
    Trieste

    Status
    Offline
    Mi associo ai ringraziamenti, e spero che continui, non penserai mica di cavartela cosi? :lol:
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Mega-Presidente Galattico lup mann. fioldeuncan

    Group
    Moderator
    Posts
    1,354
    Location
    La terra del Teroldego, del Marzemino, del Nosiola e del Ferrari.....

    Status
    Offline
    Grazie per aver colmato una reale lacuna storica.

    Se si parla di receiver è solo per la solita gara a chi ce l'ha piu lungo
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Mega-Direttore Clamoroso ladr matricolat gran paracul

    Group
    Moderator
    Posts
    1,889
    Location
    Roma

    Status
    Offline
    Bellissimo Thread! Ma cos'è che davvero ha provocato la fine del successo commerciale dei sintoampli? Bassa amplificazione? Concorrenza interna con ampli e tuner? O più semplicemente perché il mercato "tirava" solo negli States? :blink:
     
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Group
    Administrator
    Posts
    4,578
    Location
    Trieste

    Status
    Anonymous
    In realtà il sintoampli ha avuto un periodo di eclissi negli anni 90, ma poi con l'home theater era tornato.....
    In ogni caso durante gli anni 80 la patria dei receiver nel settore alto si orientò decisamente verso ampli e tuner separati.
    In Europa continuò sempre a vivacchiare con piccoli numeri, come aveva sempre fatto.
    Va detto cmnq che il mercato interno per i fabbricanti tedeschi rimase sempre abbastanza forte.
    Molto meno in Giappone.
    Il sintoampli è per antonomasia l'apparecchio che comprava colui che pensava di tenerlo a lungo.
    No audiofili nè grandi appassionati di hifi. Ma fruitori di musica, a volte anche grandi fruitori.
     
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Mega-Presidente Galattico lup mann. fioldeuncan

    Group
    Moderator
    Posts
    1,354
    Location
    La terra del Teroldego, del Marzemino, del Nosiola e del Ferrari.....

    Status
    Offline
    Ueh, aspettiamo la continuazione.... non sgamare ! :D
     
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Group
    Administrator
    Posts
    4,578
    Location
    Trieste

    Status
    Anonymous
    continuerò sì.... :lol:
     
    .
  12. lutor
     
    .

    User deleted


    infatti devi continuare bellissimo 3D..... :D
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Group
    Administrator
    Posts
    4,578
    Location
    Trieste

    Status
    Anonymous
    La seconda metà degli anni 60: la scomparsa dei dinosauri

    A partire dalla metà degli anni 60 la disponibilità di transistor al silicio a prezzi accettabili determinò la (neanche tanto) progressiva scomparsa di apparecchi a tubi. Ciò interessò direttamente i sintoamplificatori, che furono equipaggiati sempre più spesso di sezioni HF e BF a stato solido.
    Gli apripista furono gli americani, dove una fortissima produzione di qualità primariamente da parte della RCA rese possibile la svolta copernicana.
    Una svolta che per molti aspetti fu sciammanata.
    L'affidabilità promessa era altissima, quella reale col tempo doveva rivelarsi ingannevole e aleatoria.
    In Europa gli storici marchi Grundig, Telefunken, Philips si gettarono nella mischia senza indugio, producendo apparecchi dalle prestazioni di alta frequenza ragguardevoli, ma con sezioni di bassa un pò sottotono, spesso dotate di transistor finali ancora al Germanio.
    Negli States marchi come Scott, Fisher, Harman Kardon produssero un buon numero di receiver coprendo una gamma che andava dagli entry level di potenza attorno ai 15 watt fino ad apparecchi di potenza fino alla sessantina di watt.
    In Giappone non si stava fermi e soprattutto Sansui la fece da padrone passando a prodotti a stato solido di grande qualità.
    Nel frattempo andavano diffondendosi in fascia bassa apparecchi dotati anche di riproduttori Stereo8 e più tardi a cassetta Philips.
    Il mercato americano assorbi moltissimi di questi apparecchi, che andarono a costituire la classica dotazione per tantissime famiglie.
    Non si trattava di vera hifi, ma nemmeno low fi. Diciamo qualcosa che si piantava esattamente nel mezzo.
    Certo la qualità costruttiva dal punto di vista meccanico era ottima, meno da quello elettronico.
    Questa categoria di apparecchi (che potremmo definire "compatti") fu appannaggio quasi totale della produzione nipponica, spesso di costruttori fino allora noti per la produzione di radioline a transistor. Altre volte di costruttori più oscuri che viaggiavano nel sottobosco del mid-low fi. ( Soundesign, Electown, Shakard, Rota, Silver, certi assemblati già in Corea del Sud)
    Il sintoampli cominciava a scricchiolare. Con l'avvicinarsi degli anni 70 gli appassionati di musica negli States si orientavano sempre più su tuner e amplificatori separati, ma il receiver deteneva comunque ancora saldamente la palma del primo della classe, ma un pò appannata.
    In Europa nel frattempo il sintoamplificatore conosceva ottimi risultati commerciali.
    Ad ogni modo tutti i grandi costruttori badavano di avere in catalogo sia amplificatori e tuner che sintoampli.
    Gli appassionati più facoltosi sia di qua che di là dell'oceano andavano su apparecchi separati.
    Fu in quegli anni che vide la luce un tuner-culto: il Marantz Ten. Per molti il vero capolavoro di Sidney Smith.
    La McIntosh per parte sua calcò in solitaria la strada dei sintopreamplificatori, tutti o quasi di grande qualità.
    La seconda metà di quella decade fu per molti aspetti la più feconda e interessante per molti prodotti industriali e non fu un caso che andò a completarsi nel coronamento del sogno astronautico con il progetto Apollo e il famoso sbarco sulla Luna nel 1969.
    La tecnologia disponibile era già notevolissima e i primi computers diventavano una presenza normale a bordo delle navicelle spaziali e dei jet più avanzati.
    -continua-
     
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Vecchia conoscenza

    Group
    Member
    Posts
    244
    Location
    Italiota

    Status
    Offline
    Sai che trovo molte analogie con l'avvento del CD a scapito dell'LP?...
    Ah, la tecnologia....la vera applicazione pratica del Comunismo: tutto per tutti, ma a qualità inferiore.
    Scusa la deriva populista....
     
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Group
    Administrator
    Posts
    4,578
    Location
    Trieste

    Status
    Anonymous
    Gli anni 70

    Negli anni 70 il sintoamplificatore avrebbe visto il suo completo sviluppo e conseguente tramonto.
    Avevo nel 1971 quattordici anni e avidamente imparavo a memoria cataloghi e riviste.
    Questo amplificatore contenente una radio stereo mi sembrava semplicemente irraggiungibile.
    Per le mie scarse finanze (scarse? diciamo pure inesistenti) sarebbe stato già tanto comprare un amplificatore da 15 watt.
    Figuriamoci un sintoampli.
    La cifra da spendere per un piccolo ampli da circa 15 watt per canale low price si aggirava sulle centomilalire.
    Per un sintoampli si andava subito al doppio.
    Per questo motivo il sintoampli non è per me legato al magico momento del primo amore in hifi.
    Credo che per molti sia stato così.
    La tipologia del sintoampli è sempre stata quella di un apparecchio comprato per durare sulla mensola del soggiorno....e starvi a lungo.
    Un apparecchio appetibile per gli adulti, non per i giovani.
    I giovani degli anni 70 la radio l'ascoltavano più volentieri portatile.
    Ad ogni modo gli adulti esistevano abbondanti anche in quei primi anni 70 (!!) e la produzione di receiver proseguì copiosa, specialmente indirizzata al mercato USA.
    Va ricordato che in quel Paese un receiver costava assai meno di quanto costasse qui in Italia, dove i prezzi sono sempre stati malvagi e bastardi. Per cui è assai possibile che un ventenne del Campus americano avesse in stanza un receiver invece di un ampli....
    In realtà l'Italia è stato un Paese assai sfigato in tutti i sensi e gli appassionati di hifi hanno dovuto fare i conti a lungo con tasse e balzelli riguardanti le radio e i sintonizzatori ( a scopo protezionistico della nostra industria si diceva...ma quale produzione?? in Italia solo Voxson costruiva sintonizzatori e sintoampli!! Praticamente le norme fiscali di fatto impedirono per anni la diffusione dei sintonizzatori! Paese dimmerda! Ma che amo lo stesso! )
    Quanto alla produzione negli anni 70 si assistette alla famosa gara del più potente, facendo arrivare fino a 180 watt per canale la potenza di certi receiver japan.
    Ecco: questi sono, da sempre e per me, gli apparecchi meno desiderabili della storia dell'hifi.
    Detesto il receiver ultrapotente!!
    Ma lo so...a voi non ve ne può fregàddemeno....
    Sansui e Marantz, Sony, Kenwood e Grundig, furono i nomi che portarono all'estremo la qualità dei receiver negli anni 70.
    Senza dimenticare i fantastici B&O, Tandberg, (veramente ottimi, ma meno diffusi e più cari) e Harman Kardon.....
    Fare graduatorie lo trovo noioso.
    Quanto a qualità assoluta le cose si fanno diverse considerando le sezioni radio e BF.
    Quali sono quelli in cui erano ottime entrambe?
    Sansui, Tandberg, Kenwood e Grundig (sebbene assai meno potenti) .
    Anche Kirksaeter fece ottime cose per non parlare di Saba e Loewe Opta.
    Diciamo che comprando europeo non si sbagliava allora e nemmeno oggi.

    Edited by tunedguy57 - 22/3/2015, 14:05
     
    .
19 replies since 26/2/2015, 10:56   705 views
  Share  
.